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05 settembre 2019

Il governo Conte (Dracula)

di Giuliano Guzzo
Dunque, all’Istruzione abbiamo un signore che ha lavorato per la Fondazione Rockfeller e scrive su Open Democracy, il sito Web emanazione della Open Society di George Soros, all’Agricoltura una signora con la licenza media, all’Economia uno laureatosi in 6 anni in lettere (ah, la competenza) che figurava nell’elenco dei politici ritenuti «affidabili» nelle mail trafugate da WikiLeaks alla Open Society di Soros, alla Famiglia una sostenitrice delle unioni civili (vedrei meglio, a confronto, Morticia Addams testimonial di creme abbronzanti). Con l’elenco della squadra di governo mi fermerei per ora qui, per spero comprensibili ragioni di tachicardia. E a chi volesse un mio giudizio complessivo sui neoministri del Conte bis, dirò solo che non avrei mai detto – mai – che un giorno avrei considerato Luigi Di Maio alla Farnesina la buona notizia del giorno.


 

18 giugno 2018

Se farà il bene del popolo, sarà benedetto da Dio

di Antonio Fiori
tratto da lalucedimaria.it
Da alcuni giorni, in modo del tutto comprensibile, e non solo in Italia, non si fa che parlare del nuovo governo guidato dall’avvocato Giuseppe Conte e dai ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il nostro sito, cattolico e mariano, di formazione spirituale, di cultura religiosa e di approfondimento dottrinale, non dà grande spazio alle questioni politiche, siano esse italiane e internazionali.
Ma bisogna capirsi bene però! Immaginare che la religione e la politica siano nello stesso rapporto che il Bene e il Male è assolutamente incongruo e fuorviante.
Spesso si crede addirittura che tra religione e politica non ci debba essere nessuna correlazione, semmai distacco ed opposizione. E’ una teoria questa che risente del cosiddetto separatismo liberale del XIX secolo, ma che viene ciclicamente riproposta, nel senso della assoluta estraneità tra le cose di Dio e quelle degli uomini. Fra Trono e Altare – come si usava simboleggiare un tempo il potere regale o di governo, e quello ecclesiastico – ci sarebbe in mezzo l’abisso, o almeno una distanza incolmabile.

Evidentemente, a pensarci bene, non può essere così.
E questo ce lo dice la ragione prima ancora che la fede. Lo ha dichiarato ripetutamente anche il sommo Magistero della Chiesa, valido per noi credenti, ma significativo per tutti i cittadini di qualunque Stato (laico) del pianeta, soprattutto se, come il nostro, di profonde radici cristiane.
L’uomo è un essere sociale e come tale ha bisogno di leggi (Ubi homo, ibi societas. Ubi societas, ibi ius). Ma le leggi non possono essere del tutto neutre sul piano dei valori. Esse rispondono per forza di cosa a una prima Legge e ad un primo Legislatore che ne è, almeno implicitamente, il fondamento ultimo (si veda in tal senso Robert Spaemann, Tre lezioni sulla dignità della vita umana, Lindau, 2018). Anche una legge civile del tutto contraria a ciò che il Magistero della Chiesa chiama la lex naturalis ossia la legge naturale, ha per il fatto stesso un rapporto necessario con la morale: benché nel caso specifico sia un rapporto di opposizione e di contrasto. L’uomo è un essere morale, anche quando è immorale, e la società non è mai totalmente a-morale.

Quando la Chiesa, da Tertulliano, la Didaché e Agostino sino ad oggi, ha condannato l’aborto o l’eutanasia, non ha fatto nessuna illegittima intrusione nel campo della politica. Ma ha difeso, coerentemente con il suo mandato divino di evangelizzazione, un precetto fondamentale del Decalogo di Mosè (il quinto comandamento: Non uccidere). Né più né meno.
Si può tentare di fare una società completamente retta da una Costituzione atea e da una legislazione anti-cristiana e anti-evangelica. Ed è stato questo, in fondo, il tremendo tentativo che sta al cuore delle ideologie della modernità: apertis verbis nel marxismo e nell’anarchismo, ma sottovoce anche nel democratismo liberale ottocentesco, che ha prevalso nell’intero Occidente, dopo la seconda guerra mondiale.

In ogni caso non si può uscire dall’ambito dell’etica, neppure violandola o non riconoscendone validità obiettiva. Credo che il ragionamento sia sufficientemente chiaro per non dover insistere.
La Chiesa dimostra quanto appena svolto con la sua prassi secolare e con il suo insegnamento che analizza e giudica le realtà terrene – come le leggi, i costumi e le tendenze – alla luce, non dei propri interessi di bottega, ma dell’eternità. Alla luce di Dio…
Essa non approva né il furto, né l’usura, né la schiavitù, né l’idolatria, né il matrimonio poligamico o la convivenza more uxorio. Più in generale, la sua dottrina sociale, disapprova la totale separazione tra Stato e Chiesa, tra politica e morale, tra diritto naturale e diritto civile. In fondo, sostenendo la giusta correlazione tra fede e ragione (cf. Fides et ratio, 1998), è del tutto coerente con sé stessa. Distinzione degli ambiti (sacro e profano), non equivale a separazione o ad opposizione sistematica e di principio.

Il Magistero recente ha ribadito infinite volte questo fondamentale punto di dottrina (per esempio nelle encicliche sociali di Papa Woytjla, nel Catechismo della Chiesa cattolica, nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa, etc. etc.). Il Pontefice polacco usò ripetutamente una formula che oggi sarebbe facilmente tacciata di ‘integralismo’ ma che in realtà esprime solo la radicalità e l’integralità delle conseguenze pubbliche e politiche del messaggio di Cristo. E cioè: “Non c’è vera soluzione della questione sociale fuori del Vangelo” (Centesimus annus, pubblicata nel 1991, a 100 anni esatti dalla Rerum novarum di Leone XIII, n. 5).

Il governo Conte-Salvini-Di Maio nella misura in cui identificherà la propria azione politica, sociale ed economica, con le reali esigenze del paese sarà un governo benedetto dall’alto. Nessun uomo del resto è totalmente negativo, e nessun uomo è privo di limiti. Lo stesso dicasi di un governo e di una società. D’altra parte è meglio un governo più o meno imperfetto, piuttosto che l’assenza di ogni governo (anarchia, ovvero trionfo del più forte e del più violento).

Il fatto che questo governo sembri dispiacere molto ai poteri forti internazionali, alle lobby che contano, e a tutti quei giornali e tv che formano la mass-medio-crazia di oggi, è un ottimo anzi un eccellente segno. Si direbbe quasi un pegno se non di successo facile e assicurato, almeno di reale provvidenzialità. Confermata dalla rottura con i potentati (relativisti e cosmopoliti) del pianeta, i quali hanno interessi diversi rispetto a quelli della pace sociale, della sicurezza della povera gente e del vero bene comune.

Ai cattolici manca spesso, troppo spesso, il giusto discernimento in materia sia morale, che conseguentemente sociale e politica. Ma se almeno da due secoli, i Pontefici ci dicono cosa è bene socialmente e cosa è male, è segno che ascoltando le loro ispirate parole, più facilmente potremo creare uno Stato secondo giustizia.
Il governo ha promesso un cambiamento nella gestione della scuola, del lavoro, della famiglia e dell’immigrazione. Se l’immigrazione sarà meglio controllata e filtrata; se la scuola tornerà formativa, qualitativa e meritocratica; se la famiglia sarà tutelata, protetta, incoraggiata e sostenuta anche materialmente; se il lavoro sarà veramente un diritto del cittadino (italiano), a fronte di diritti inventati e assurdi; allora vi sarà un recupero storico notevole in termini di socialità, solidarietà tra le generazioni, moralizzazione della vita pubblica e innalzamento della demografia (si veda a tal proposito l’ottimo libretto scritto a 4 mani dal ministro Lorenzo Fontana con il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, La culla vuota della civiltà, edizioni Gondolin, 2018. Il libro ha una prefazione di Matteo Salvini ed è reperibile qui).
La speranza è che la politica avanzi su questa strada, tutta in salita, della difesa del popolo, dei suoi veri interessi e delle sue migliori aspirazioni. La misericordia divina non mancherà di fare il resto.



 

05 maggio 2015

Parità di genere nelle scuole


di Satiricus

“In VII Commissione cultura alla Camera si lavora agli emendamenti del DDL di riforma. Approvato un emendamento che prevede l'insegnamento della parità di genere in tutti gli istituti. L'emendamento è della consigliera del Presidente del Consiglio in materia di Pari opportunità, Giovanna Martelli, con il quale si promuovere l'educazione alla parità di genere e la prevenzione alla violenza e a tutte le discriminazioni nelle scuole di ogni ordine e grado”.  (qui) 

La settimana si apre con questa triste nuova (3/5/15) che parrebbe il preludio alla fine delle libertà scolastiche anche nel nostro disastrato sistema. Il rimedio è tutto all’italiana: verificato lo stato implosivo delle programmazioni accademiche, qual miglior stratagemma se non l’imbastimento di riforme e contro-riforme, magari pietose e lacunose, però sufficienti a distrarre l’opinione pubblica e a dare l’impressione di una ripresa possibile ed incipiente? E’ probabile che sarà questa l’occasione - mancando in Italia una comprovata emergenza omofobia - che porterà ad approvare gli emendamenti di cui sopra. Che poi, qualora si imponesse di insegnare la verità sull’ideologia di genere, come cioè essa sia un pensiero non scientifico, basato sulle prospettive rivoluzionarie del post-strutturalismo nichilista, potrei anche dirmi concorde con la proposta. Certo, dovremmo mettere in conto stuoli di docenti formattati, che falserebbero la descrizione della realtà gender, ma avremmo la speranza sul lungo periodo di sussidi e professionisti capaci di presentare ai giovani scolari il volto autentico di questa filosofia post-umana. Di fatto sappiamo come finirebbe: l’ideologia di genere - che non esiste e che per questo (sto ironizzando) andrà insegnata in modo monolitico in tutte le scuole del Belpaese - verrà presentata come scienza, progresso, necessario contraccolpo a uno stato culturale di discriminazioni strazianti (tutte in potenza e per questo particolarmente pruriginose per gli animi dell’era emotivisma e soggettivista). Possiamo immaginarci le conseguenze? Un ritorno allo Stato Etico, il travalicamento della libertà effettiva del cittadino in nome della tutela di componenti potenziali della medesima (secondo un copione già letto e riletto nel secolo scorso), l’abuso del potere in barba all’uguaglianza della dignità delle persone. Paradossale: pensate che la dissoluzione dei generi è stata teorizzata da Judith Butler al fine di demolire ogni possibile prevaricazione e dominio (del padrone sul servo, del maschio sulla donna, dell’etero sull’omo, dell’omo sul trans, etc.); attuata nelle rinnovate formule dello statalismo etico la dissoluzione dei generi comporterà invece l’affermarsi di più forti soprusi e limitazioni. Non che servisse alcuna prova storica dell’assurdo teoretico insito nelle teorie di Butler, non a noi almeno. Ma si vede che serve agli intellettuali che ritengono di guidare l’Italia verso il progresso. Tanto poi, ad andar male le cose, sappiamo già con che eroismo, trasparenza e coerenza sapranno assumersi le proprie responsabilità. Historia magistra vitae.

 

24 febbraio 2014

Ammazziamo il Gattopardo

di Paolo Maria Filipazzi
Finalmente la rivoluzione che molti italiani, con trepidazione quasi isterica, stavano aspettando fin dai tempi della “rottamazione” ha avuto luogo: Matteo Renzi trionfa alle auto-elezioni e si insedia a Palazzo Chigi. Conscio che il fatto di essere il segretario del principale partito fra quelli che sostenevano il grottesco governo Letta lo esponesse al serio rischio di non vincere le prossime elezioni e di non coronare mai il suo sogno di guidare a sua volta un governo altrettanto grottesco, Renzi ha accelerato i tempi e si è fatto trionfalmente plebiscitare… dalla Direzione Nazionale del Pd. Ora potrà perdere le prossime elezioni in tutta serenità, avendo già vinto il festival di Sanr… ah, no, scusate… volevo dire: avendo già fatto il Presidente del Consiglio.
 

28 dicembre 2013

Figli legittimi e figli naturali, la rivoluzione silenziosa

di Giuliano Guzzo

Come non di rado accade, alle rivoluzioni fasulle – complici i mass media – badano tutti, mentre quelle autentiche, e magari discutibili, passano sotto silenzio. E’ il caso, con riferimento a quanto annunciato nei giorni scorsi dal premier Enrico Letta, dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e alla cancellazione delle differenze tra figli naturali e figli legittimi: il primo provvedimento, benché parziale e non in vigore effettivo da oggi (saranno aboliti i finanziamenti diretti e solo dal 2017) ha rubato la scena al secondo, definitivo e con effetti immediati.
 

01 ottobre 2013

Moderati a chi?! Ovvero: del perché tifiamo per la crisi di governo

di Marco Mancini

Come è noto a tutti, nel pomeriggio di sabato Silvio Berlusconi ha invitato i ministri del suo partito a rassegnare le dimissioni, aprendo così di fatto la crisi del governo di coalizione guidato da Enrico Letta. Non è il caso di soffermarsi sulle reali ragioni che hanno determinato la scelta del Cavaliere, su falchi colombe e pitonesse, né sui rimpalli di responsabilità o sulle polemiche partitiche di bassa lega.
 

30 giugno 2013

Letta ci insulta. Mentre ci dona le brioches.

di Marco Mancini (per barbadillo.it

Credevamo di esserci lasciati alle spalle l’arroganza dei tecnici, le paternali sui “bamboccioni” e sui giovani troppo “choosy”, i predicozzi sugli italiani “da riformare”, insomma gli insulti dei governanti nei confronti del Paese che, in teoria, avrebbero dovuto servire. Credevamo che con l'esecutivo Letta sarebbe finalmente tornata la politica, intesa in primo luogo come cinghia di trasmissione tra governo e società.
 

07 maggio 2013

I deliri in rosa di Boldrini & co.

di Marco Mancini

Doveva essere, come il precedente, il governo della sobrietà: il caso di Michaela Biancofiore, trasferita dalle Pari opportunità alla Pubblica amministrazione per alcune incaute affermazioni sugli omosessuali, pareva esserne la conferma.
 

04 maggio 2013

Sul governo Letta faccio ἐποχή

di Alessandro Rico

Se i problemi del neonato governo di larghe intese fossero quelli che si pone la gggente, chi ha ancora facoltà di discernimento dormirebbe sonni tranquilli. Inciucio? Senza evocare la retorica della responsabilità, che pure non mi sembra fuori luogo vista la situazione, basterebbe domandarsi perché PD più PdL equivalga alla resurrezione della DC, mentre PD più M5S sarebbe stato «governo di cambiamento». Gli uni dissero «mai con la sinistra» e gli altri «mai con Berlusconi»? Si chiama pragmatismo e ci spaventa meno della decrescita felice. Elettorati divisi, campagne elettorali troppo aspre perché si concluda una pace? Le armi erano affilate, ma le diplomazie sono esperte.
 

L’Inquisizione gay contro Michaela Biancofiore

di Giuliano Guzzo

Puoi pensarla come vuoi su tutto, ma non sul matrimonio gay. Su quello devi essere d’accordo e per ogni perplessità, per ogni tentennamento accompagnato magari da qualche sbavatura lessicale peraltro comprensibile per un tema spinoso come quello legato alle rivendicazioni omosessualiste, non la si passa liscia. Guai.
Prendete l’onorevole Michaela Biancofiore, neosottosegretario alle pari opportunità finita subito sotto l’accusa preventiva di omofobiaIl motivo? Aver detto di ritenere assolutamente non prioritario un impegno politico a favore delle unioni gay. Una bestemmia, in tempi di eterofobia. In tempi nei quali nulla conta, come dicevamo, se non l’assenso convinto e aprioristico che si deve tenere sul versante delle nozze gay. E per chi sgarra insulti, attacchi personali, offese. Anni fa, ricorderete, Rocco Buttiglione si è giocato la poltrona di commissario europeo, per aver osato esprimere – sul filo di una cristallina distinzione kantiana fra morale e diritto – le proprie perplessità sulle rivendicazioni gay.
Il paradosso è che neppure se sei omosessuale, oggi, puoi permetterti di dissentire da certi dogmi. Per maggiori informazioni chiedete all’attore britannico Rupert Everett, uno dei tanti omosessuali che recentemente hanno preso una posizione contraria all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, e che per questo – come ha raccontato lui stesso al Daily Telegraph – ha ricevuto diverse minacce di morte. Alla faccia delle tante belle parole sulla tolleranza, direte voi. Infatti.
Ma di questo è scomodo parlare, meglio far finta di nulla, meglio volgere lo sguardo altrove e lasciare che il nome di Michaela Biancofiore vada ad aggiungersi a quelli infangati non già per effettivi o presunti errori, ma per il mancato allineamento ai dettami della società eterofoba. Solo una cosa, amici del politicamente corretto: evitate, d’ora in poi, di parlare di tolleranza. La feroce inquisizione mediatica che avete allestito dice già tutto. Non serve altro.
 

01 maggio 2013

L'allegra combriccola

di Paolo Maria Filipazzi

Ok, è scongiurata l’eventualità di ritrovarci al governo l’alleanza fra il Partito Democratico, i vendoliani e la setta gnostico-luciferiana di Gianroberto Casaleggio, vagheggiata, tra un aforisma e l’altro, da quello il cui padre faceva il benzinaio a Bettola. Esultiamo. Evviva. Fine dell’esultanza. Passiamo al nuovo Governo, guidato da Enrico Letta. Cirino Pomicino esulta: è tornata la Dc! Il che, se come cattolici non ci da nessuna garanzia, come italiani ci fa rabbrividire
 

30 aprile 2013

Il governo Letta e il cretinismo della sinistra

di Marco Mancini

In politica, si sa, essere cretini è peggio che essere disonesti. Questa massima spiega il dramma attraversato dalla sinistra italiana, e con essa da tutto il Paese, nelle ultime settimane, diciamo a partire dal lunedì sera post-elettorale.