di Giorgio Enrico Cavallo
A bocce ferme, è possibile tracciare un quadro non tanto dei vincitori delle ultime elezioni (cosa evidente) ma piuttosto degli sconfitti, almeno nel nostro orticello di casa, che poi piccolo non è. La Lega di Matteo Salvini ha vinto perché è stata capace di creare un fronte unico contro alcune derive culturali e politiche degli ultimi anni, palesemente in rotta con il buonsenso (ed è per questo che lo slogan della Lega è stato incentrato sul ritorno del buonsenso in politica). Un anno di governo ha permesso alla Lega di confermarsi anche al Sud, diventando partito nazionale con numeri che la equiparano alla vecchia Dc. In questo caso, una “Dc” per far tornare il buonsenso nel settore della burocrazia, delle imposte, dell’immigrazione. E via dicendo. Senza dimenticare il buonsenso anche nei rapporti con i cattolici, da troppo tempo sbertucciati da una sinistra allegramente pro-islam e fautrice di ogni legge contro natura.
Questo sembra essere il motivo delle percentuali da prefisso telefonico dei partiti satelliti del PD (+Europa dell’abortista Bonino non viene eletta in Europa… se ne faranno una ragione e magari i radicali cambieranno ancora una volta casacca), bocciata ovunque già da anni e ancora una volta presa a sberle elettorali dagli italiani. Ma è stato anche il motivo del crollo verticale dei Cinque Stelle, che dopo il susseguirsi delle sconfitte nelle regionali hanno cercato di ritrovare se stessi cavalcando i classici cavalli (perdenti) della sinistra estrema. C’è stato anche un disperato tentativo di trasfigurazione del Movimento in Comitato di Salute Pubblica, nel nome di quella onestà che i grillini considerano caratteristica propria del loro solo partito. Come i Robespierristi. Male: buona parte dell’elettorato Cinque Stelle, che è eterogeneo, non ha apprezzato la svolta radicale del Movimento. Del Pd ogni tacere è bello: il partito di sinistra che “inspiegabilmente” piace a Santa Marta ha avuto leader che si dicevano cattolici, per poi compiere una politica antitetica con i valori cattolici di cui sopra. Anzi, per compiere una politica che favorisce tutti gli altri, ma umilia i cristiani (e gli italiani). Ogni riferimento all’immigrazione incontrollata e gaudente è ovviamente casuale. Dopo aver saccheggiato e piegato l’Italia per assecondare i padroni del vapore di Bruxelles e Berlino, il Pd non si è guadagnato il secondo posto per meriti, piuttosto perché i media hanno continuato a propinarlo come unica alternativa alla Lega. Pessima alternativa, viene da dire; ma pur sempre di alternativa si tratta.
E di Berlusconi che dire? Il partito del Cavaliere poteva essere un’alternativa al Pd; peccato che la realtà anagrafica del leader di Forza Italia non giovi; soprattutto, non ha giovato la perdita di credibilità e di identità seguita all’appoggio che gli azzurri diedero al governo Monti (dopo il golpe bianco che giubilò in quattro e quattr’otto lo stesso Berlusconi nel novembre 2011…), e da lì alcune uscite di dubbio gusto di alcuni suoi esponenti: dal supporto alle istanze LGBT al placet agli animalisti. Entrambe, vere urgenze per un paese che sopporta il peso di gioghi enormi; ma gli animaletti da compagnia vengono prima di tutto, evidentemente. In sostanza, Forza Italia pare un guscio vuoto, che non sa più che strada prendere senza un Berlusconi in forma smagliante. E forse è bene così.
Alla fine dei conti, l’unica forza politica capace di raccogliere istanze di buon senso è stata la Lega, assieme a Fratelli d'Italia. Con tutti i suoi difetti, sia chiaro; ma un merito bisogna darglielo: ha saputo intercettare e far proprie le richieste di una nazione fino a questo momento sopite o addirittura ridicolizzate. Specialmente il malcontento contro la incomprensibile Unione Europea, realtà ormai in completa antitesi con la logica e la ragione. E alla fine non sorprende che le istanze lontane dai problemi del paese, dalle follie omosessualiste ai deliri degli appassionati di cagnolini e gattini, dai soliloqui dei paladini dell’accoglienza (ma con il portafoglio degli altri, eh) ai mantra dei veneratori dell’onestà, siano state sonoramente bocciate dagli italiani. Nel penoso panorama politico odierno, basterebbe, in ogni fronte politico, recuperare il buon senso. Ma forse è chiedere troppo.
Pubblicato il 08 giugno 2019
A bocce ferme, è possibile tracciare un quadro non tanto dei vincitori delle ultime elezioni (cosa evidente) ma piuttosto degli sconfitti, almeno nel nostro orticello di casa, che poi piccolo non è. La Lega di Matteo Salvini ha vinto perché è stata capace di creare un fronte unico contro alcune derive culturali e politiche degli ultimi anni, palesemente in rotta con il buonsenso (ed è per questo che lo slogan della Lega è stato incentrato sul ritorno del buonsenso in politica). Un anno di governo ha permesso alla Lega di confermarsi anche al Sud, diventando partito nazionale con numeri che la equiparano alla vecchia Dc. In questo caso, una “Dc” per far tornare il buonsenso nel settore della burocrazia, delle imposte, dell’immigrazione. E via dicendo. Senza dimenticare il buonsenso anche nei rapporti con i cattolici, da troppo tempo sbertucciati da una sinistra allegramente pro-islam e fautrice di ogni legge contro natura.
Questo sembra essere il motivo delle percentuali da prefisso telefonico dei partiti satelliti del PD (+Europa dell’abortista Bonino non viene eletta in Europa… se ne faranno una ragione e magari i radicali cambieranno ancora una volta casacca), bocciata ovunque già da anni e ancora una volta presa a sberle elettorali dagli italiani. Ma è stato anche il motivo del crollo verticale dei Cinque Stelle, che dopo il susseguirsi delle sconfitte nelle regionali hanno cercato di ritrovare se stessi cavalcando i classici cavalli (perdenti) della sinistra estrema. C’è stato anche un disperato tentativo di trasfigurazione del Movimento in Comitato di Salute Pubblica, nel nome di quella onestà che i grillini considerano caratteristica propria del loro solo partito. Come i Robespierristi. Male: buona parte dell’elettorato Cinque Stelle, che è eterogeneo, non ha apprezzato la svolta radicale del Movimento. Del Pd ogni tacere è bello: il partito di sinistra che “inspiegabilmente” piace a Santa Marta ha avuto leader che si dicevano cattolici, per poi compiere una politica antitetica con i valori cattolici di cui sopra. Anzi, per compiere una politica che favorisce tutti gli altri, ma umilia i cristiani (e gli italiani). Ogni riferimento all’immigrazione incontrollata e gaudente è ovviamente casuale. Dopo aver saccheggiato e piegato l’Italia per assecondare i padroni del vapore di Bruxelles e Berlino, il Pd non si è guadagnato il secondo posto per meriti, piuttosto perché i media hanno continuato a propinarlo come unica alternativa alla Lega. Pessima alternativa, viene da dire; ma pur sempre di alternativa si tratta.
E di Berlusconi che dire? Il partito del Cavaliere poteva essere un’alternativa al Pd; peccato che la realtà anagrafica del leader di Forza Italia non giovi; soprattutto, non ha giovato la perdita di credibilità e di identità seguita all’appoggio che gli azzurri diedero al governo Monti (dopo il golpe bianco che giubilò in quattro e quattr’otto lo stesso Berlusconi nel novembre 2011…), e da lì alcune uscite di dubbio gusto di alcuni suoi esponenti: dal supporto alle istanze LGBT al placet agli animalisti. Entrambe, vere urgenze per un paese che sopporta il peso di gioghi enormi; ma gli animaletti da compagnia vengono prima di tutto, evidentemente. In sostanza, Forza Italia pare un guscio vuoto, che non sa più che strada prendere senza un Berlusconi in forma smagliante. E forse è bene così.
Alla fine dei conti, l’unica forza politica capace di raccogliere istanze di buon senso è stata la Lega, assieme a Fratelli d'Italia. Con tutti i suoi difetti, sia chiaro; ma un merito bisogna darglielo: ha saputo intercettare e far proprie le richieste di una nazione fino a questo momento sopite o addirittura ridicolizzate. Specialmente il malcontento contro la incomprensibile Unione Europea, realtà ormai in completa antitesi con la logica e la ragione. E alla fine non sorprende che le istanze lontane dai problemi del paese, dalle follie omosessualiste ai deliri degli appassionati di cagnolini e gattini, dai soliloqui dei paladini dell’accoglienza (ma con il portafoglio degli altri, eh) ai mantra dei veneratori dell’onestà, siano state sonoramente bocciate dagli italiani. Nel penoso panorama politico odierno, basterebbe, in ogni fronte politico, recuperare il buon senso. Ma forse è chiedere troppo.