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22 aprile 2016

Sentinella in piedi in lista, “L’Espresso” dà l’allarme


di Giuliano Guzzo

Ma quale astensionismo, quali ballottaggi, quali politica senza più credibilità: il vero rischio delle prossime elezioni comunali, almeno a Milano, è costituito – a dire de L’Espresso – dal fatto che nella lista del candidato Stefano Parisi “Io corro per Milano” vi siano personaggi discutibili. Su tutti, in particolare, il pericolo è Francesco Migliarese, reo di essere, segnala il settimanale debenedettiano, «membro attivo delle Sentinelle in piedi, i gruppi informali che per un anno e mezzo si sono ritrovati per protestare contro il disegno di legge Cirinnà». Un pericolo pubblico, insomma.
Ironia a parte, a leggere articoli del genere c’è da rabbrividire. Per tutta una serie di motivazioni. Anzitutto per ragioni puramente giornalistiche: Migliarese – che ho fra i contatti su Facebook: confesso subito la colpa, magari avrò sconti di pena – è orgogliosamente e notoriamente pro-family, sicché ripeterlo significa da un lato fargli un complimento e, dall’altro, prendere per fessi e disinformati i lettori de L’Espresso, visto che si sta oltretutto parlando di una giovane esponente politico abbastanza noto, tanto da essere già stato chiamato in diretta da La Zanzara.
A meno che dunque non sia stato introdotto il reato di concorso esterno in associazione cattolica o pro-family – mai dire mai, con questo governo -, la notizia che “Io corro per Milano” abbia fra i candidati anche un «membro attivo delle Sentinelle in piedi», peraltro già conosciuto, ha la stessa rilevanza giornalistica dell’intervista che potrebbe rilasciare un lontano cugino di Belen Rodriguez. Un secondo motivo, poi, per cui c’è da trovare inquietante il pezzo de L’Espresso è che le Sentinelle in Piedi, oltre a non essere un’associazione di stampo mafioso, non è neppure, a differenza di come viene detto, realtà di «cattolici integralisti».
Lo dimostra il fatto che quando per esempio Francesco Migliarese si batte – come ha fatto da consigliere di Zona 3 – contro il gender nelle scuole, non fa che tradurre in azione politica quanto indica Papa Francesco quando (sì, è lo stesso Papa Francesco di cui va pazzo Eugenio Scalfari) parla della teoria del gender come qualcosa di pericoloso, per l’umanità, quanto – parole sue – una bomba atomica. Dunque delle due l’una: anche Jorge Mario Bergoglio fa parte dei «cattolici integralisti», oppure prima di impiegare certe espressioni, peraltro assai pesanti, sarebbe il caso di andarci piano.
La terza ed ultima ragione per cui segnalare come candidato quasi impresentabile un «membro attivo delle Sentinelle in piedi» è ridicolo è per quanto discusso questo tipo di attivismo, a differenza per esempio di quello di Lotta Continua – del quale a L’Espresso dovrebbero avere memoria – o dei centri sociali, indiscussi campioni di legalità, è sempre risultato pacifico. Non si hanno infatti notizie di Sentinelle in piedi violente, mentre se ne hanno di aggredite mandate all’ospedale. Cosa c’è dunque di male nell’avere in lista un «membro attivo delle Sentinelle in piedi» o nell’essere uno di costoro? Vai a saperlo; forse la detenzione illegale di cervello funzionante, colpa gravissima.

https://giulianoguzzo.com/2016/04/22/sentinella-in-piedi-in-lista-lespresso-da-lallarme/

 

20 gennaio 2016

Tornano le Sentinelle in Piedi!


di Alessio Calò

Sono ormai diciotto mesi che le Sentinelle in Piedi hanno iniziato ad invadere (sempre pacificamente e nel rispetto delle regole e delle persone) le piazze, prendendo spunto dall'esperienza dei “Veglianti in piedi” francesi che, con la loro semplice presenza silenziosa davanti a luoghi simbolo del potere ed un libro in mano, simbolo di formazione continua, si opponevano a provvedimenti non conformi alla loro coscienza (e ai principi non negoziabili - vita, famiglia ed educazione - alla base della nostra società), uscendo finalmente dalle sale convegni e dalle sagrestie per rivolgersi al cittadino comune e svegliare (nonché formare) le coscienze sopite dal relativismo e dall'indifferenza dilaganti. Eppure in pochi mesi la situazione ha subito un’evoluzione molto rapida, tanto che sono state decine di migliaia le persone che hanno vegliato in oltre centocinquanta piazze d’Italia. Un intero popolo di giovani, adulti, genitori, nonni, figli, studenti, professionisti, casalinghe, imprenditori... si è mobilitato in favore della libertà di espressione, per la famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna, per la libertà di educazione, per il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre, ovvero contro il reato di omofobia (e la sottesa ideologia gender) del ddl Scalfarotto e contro il cosiddetto “matrimonio” e conseguente adozione a coppie omosessuali (leggasi utero in affitto) del ddl Cirinnà.
Il prossimo week end questo straordinario movimento di popolo vivrà un momento particolarmente importante dal momento che, dopo l'esperienza delle cento piazze del maggio 2015, le Sentinelle in Piedi manifesteranno contemporaneamente in altre cinquanta città d’Italia. Tante persone saranno simbolicamente unite per riaffermare – con G. K. Chesterton – che “le foglie sono verdi in estate”: ossia che la famiglia è una sola, che i bambini hanno bisogno di un papà e di una mamma, che essere maschio o femmina non è frutto di una scelta o di un’influenza culturale, che la libertà di coscienza e di espressione vengono prima di qualsivoglia ideologia e non possono essere messe a tacere troppo facilmente.

In tutto questo le Sentinelle in Piedi sono confortate dalla consapevolezza che la loro mobilitazione sta producendo i frutti desiderati: il ddl Scalfarotto è solamente un brutto ricordo e il ddl Cirinnà non si sente molto bene, visti i contrasti interni al Governo e le recenti notizie sulle adesioni al Family Day del 30 gennaio, dopo il successo della mobilitazione del 20 giugno 2015.
Come suggerito dal Santo Padre nella Evangelii Gaudium,la rete aconfessionale e apartitica delle Sentinelle in Piedi, insieme alla Manif pour tous, è riuscita ad "avviare processi" (che hanno permesso in seguito di occupare anche spazi), come la nascita di "Generazione famiglia" ed il comitato "Difendiamo i nostri figli", dove, oltre ad organizzare in modo più strutturato la battaglia contro il Regresso, si creano e rinforzano quei legami di amicizia che sono alla base dei successi di questi mesi.
 

23 maggio 2015

Il ritorno delle Sentinelle


di Giuliano Guzzo

Tremate, le Sentinelle son tornate: i manifestanti meno politicamente corretti degli ultimi anni, in questo fine settimana, occuperanno cento piazze italiane per difendere la famiglia, il diritto dei bambini ad avere padre e madre e la libertà dei genitori di educarli come figli loro e non di uno Stato etico in cui il maschile e il femminile siano ridicolizzati come stereotipi patriarcali. I paladini del Pensiero Unico da mesi – e con notevole impegno – ribattono che in realtà la teoria del gender non esiste, che basta l’amore a definire cosa sia la famiglia e che tutto il resto è paranoia. Ma loro, i manifestanti, sono di quella che Giuseppe Prezzolini (1882-1982) chiamava la congregazione degli apoti: non la bevono.

Perché non vogliono un Paese in cui – per legge – possa essere negato a priori ad un bambino il diritto di crescere con un papà e una mamma e possa essergli pure detto che, siccome ha un genitore 1 e persino un genitore 2, allora va tutto bene. Perché proprio non riescono a farsela piacere un’Europa ridotta a cimitero, in cui si vendano più pannolini per anziani che per bambini. Perché non ci stanno ad essere presi per i fondelli e definiti istigatori all’odio o potenziali picchiatori solo perché sulla famiglia osano pensarla come Aristotele o Cicerone, gente neppure cristiana e che sapeva bene che vi sono anche persone attratte dallo stesso sesso, ma che non per questo s’è sognata di stravolgere il matrimonio o di proporre un disegno di legge sulle unioni civili. Tremate, le Sentinelle sono tornate.

http://giulianoguzzo.com/2015/05/23/tremate-le-sentinelle-son-tornate/
 

14 novembre 2014

La vigliaccheria degli intolleranti


di Francesco Filipazzi

La macchina di Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, è stata devastata l’8 novembre a Viareggio, mentre il proprietario stava tenendo un convegno “Omofobia o Eterofobia? Gendercrazia: a rischio la libertà di espressione”. Quasi per una beffa del destino dunque, coloro che vorrebbero precludere all'avvocato Amato la sopraccitata libertà, hanno pensato bene di dare ragione al titolo. La macchina è stata rovinata, i vetri rotti e una portiera sfondata. Il contenuto non è stato rubato, segno del fatto che l’atto era volto a intimidire i giuristi per la vita e non era un tentativo di furto. L’intolleranza dei sedicenti tolleranti dunque torna a colpire in modo ben poco pacifico con uno schema ormai collaudato. Le vittime non sono persone belligeranti, ma persone che come Amato semplicemente esprimono la propria idea. Lo stesso è ormai vittima di contestazioni continue quando si sposta.

La tolleranza a colpi di bastonate negli ultimi mesi è piuttosto in voga. Le Sentinelle in Piedi sono state attaccate fisicamente in modo indegno, durante la manifestazione di Cento Piazze Per l’Italia e un paio di casi alcuni veglianti sono stati feriti e hanno dovuto ricorrere a cure mediche. A Rovereto ad esempio una sentinella è stata pacificamente colpita al volto e ha riportato la rottura del setto nasale, mentre un anziano prete, anche in questo caso pacificamente, è stato ricoperto di uova e buttato per terra.

Questo genere di azioni è purtroppo tollerato dalle autorità italiane da anni, mentre invece si può finire alla sbarra per una frase sbagliata. La condizione di totale impunità per i militanti pro gender è storia antica. Nel 2011 per festeggiare l’elezione di Pisapia, alcuni giovani dei centri sociali fecero incursione in una chiesa, interrompendo la Santa Messa e urlando porcherie di ogni tipo. A quanto pare il prete si era espresso contro i matrimoni gay. Anche in quel caso di arresti e processi nemmeno l’ombra.

La situazione è violenta in tutta Europa e anche in Nord America. Le autorità, completamente soggiogate al politicamente corretto e ai capitali di chi sostiene la teoria del gender (come Soros, uno degli uomini più ricchi di Wall Street e finanziatore dei Radicali e dunque di Bonino e Pannella), sembrano accettare qualsiasi forma di violenza da parte di persone che cianciano di libertà e tolleranza e poi si comportano come scimmie selvagge. D’altronde i loro maestri sono gli illuministi e i giacobini che parlavano di libertà mentre tagliavano teste e spargevano fiumi di sangue.
In Francia ad esempio, le Femen che hanno profanato Notre Dame, entrando a urlare porcate, nude e sporche, sono state assolte e sono neanche state condannate a pagare i danni materiali che avevano provocato agli arredi sacri. D’altronde queste ragazzine, finanziate anch’esse da Soros, sono note per le loro azioni volgari e violente, contro chiunque. L’arcivescovo di Bruxelles, Andre Joseph Leonard, ad esempio è stato vittima di un’aggressione, impunita, ma la sua risposta è stata una preghiera, che ha depotenziato totalmente l’azione delle donnacce che se ne andarono con le pive nel sacco, per poi ritornare qualche mese dopo tirando una torta in faccia, sempre al povero Leonard. Quest’anno ci è andato di mezzo il cardinal Rouco, arcivescovo di Madrid, che ha avuto l’ardire di parlare di aborto.

Purtroppo la situazione non è delle più rosee, in quanto oltre alle pressioni psicologiche e le ripercussioni lavorative pesanti, i non allineati alla propaganda gender, che va di pari passo con quella abortista ed eutanasista, sono dei bersagli indifesi. Chiunque li attacchi e faccia loro del male, danneggi le loro macchine, rompa i loro nasi e li aggredisca in altra maniera, è sicuro di rimanere impunito e ciò è molto grave, perché pone i militanti contrari al gender e pro life di fronte a una scelta. Smettere di far sentire la propria voce o continuare a proprio rischio e pericolo. Alcuni probabilmente abbandoneranno la battaglia, temendo ripercussioni per i propri familiari e per sé stessi, ma il grosso della Compagnia rimarrà dritta a difendere pacificamente la posizione, a prendersi uova e schiaffi, solo per aver parlato delle proprie idee.

Fra questi siamo sicuri che ci sarà anche Gianfranco Amato, uomo di grande coraggio, che sta sacrificando molto per la causa in cui crede e a cui va tutta la solidarietà della redazione, dei collaboratori e dei lettori di Campari&DeMaistre.

 

15 ottobre 2014

La Cristiada



di  don Mauro

Historia Magistra Vitae. Lo sarebbe davvero se ci mettessimo ad ascoltarla in modo attento, a non fare come certi alunni distratti, o peggio come quegli studenti che imparano a memoria la teoria, ma poi non si peritano di metterla in pratica. Lo sarebbe anzitutto se, per quanto scomodo, ci decidessimo ad aprirlo il libro della storia.

 

06 ottobre 2014

10 mila Sentinelle in piedi invadono le piazze italiane


di Alessio M.P. Calò

Grande successo e partecipazione per la manifestazione nazionale delle Sentinelle in piedi, “Cento piazze per l’Italia”, durante la quale il movimento, apartitico ed aconfessionale (nonostante i media continuino a darci degli ultracattolici e dei forzanovisti, ma conosciamo bene il livello indegno del giornalismo italiota), ha vegliato a favore della libertà di espressione, per la famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna, per la libertà di educazione, per il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre; e contro l'impossibilità di manifestare il proprio pensiero, contro l’ideologia gender, contro il cosiddetto “matrimonio” omosessuale, contro l’adozione di bambini a coppie omogenitoriali, contro la fecondazione eterologa e contro l’aberrante pratica dell’utero in affitto.

 

02 ottobre 2014

Domenica 5 ottobre: Sentinelle in piedi in 100 piazze d'Italia!


di Giulia Tanel

È passato poco più di un anno da quando, in una piccola cittadina del nord, uno sparuto gruppo di persone ha deciso di scendere per la prima volta in piazza sullo stile dei Veilleurs debout francesi, i cosiddetti “Veglianti in piedi” che, con il loro semplice stazionamento in posizione eretta davanti a luoghi simbolo del potere, si opponevano a provvedimenti non conformi alla loro coscienza. Eppure in pochi mesi la situazione ha subito un’evoluzione molto rapida, tanto che nel corso di quattordici mesi sono state migliaia le persone che hanno vegliato in oltre 150 d’Italia. Un intero popolo di giovani, adulti, genitori, nonni, insegnanti, avvocati, medici... si è mobilitato in favore della libertà di espressione, per la famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna, per la libertà di educazione, per il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre; e contro il ddl Scalfarotto, contro l’ideologia gender, contro il cosiddetto “matrimonio” omosessuale, contro l’adozione di bambini a coppie omogenitoriali, contro la fecondazione eterologa e contro l’aberrante pratica dell’utero in affitto.

Stiamo parlando delle Sentinelle in Piedi, una rete aconfessionale e apartitica pronta a dimostrare pubblicamente, in maniera silenziosa e assolutamente pacifica, che in Italia sono ancora molte le persone ad avere a cuore i princìpi – non a caso definiti “non negoziabili” – che costituiscono la base della nostra società: la vita, la famiglia e l’educazione. “Mentre il relativismo dilaga e molti sembrano rimanere indifferenti – scrivono le Sentinelle in Piedi –, c’è una rete da Nord a Sud che non solo informa e forma, ma che è pronta a farsi vedere, uscendo dalle sale dei convegni e dalle sagrestie, uscendo allo scoperto per rivolgersi al cittadino comune e svegliare le coscienze sopite. [...] In silenzio, leggendo un libro come simbolo di formazione continua, le Sentinelle in Piedi invadono le piazze in un modo del tutto nuovo e pacifico, e si mobilitano ogni volta che è minacciata la natura dell’uomo della civiltà. Da Trento a Salerno, da Bisceglie a Trieste passando per Firenze, Napoli e Milano, da Genova a Venezia, questa resistenza di cittadini, pacifica silenziosa e sempre più numerosa, scende in piazza per ribadire che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti”.

Domenica 5 ottobre questo straordinario movimento di popolo vivrà un momento particolarmente importante dal momento che, per la prima volta, le Sentinelle in Piedi manifesteranno contemporaneamente in circa cento città d’Italia. Tante persone saranno simbolicamente unite per riaffermare – con G. K. Chesterton – che “le foglie sono verdi in estate”: ossia che la famiglia è una sola, che i bambini hanno bisogno di un papà e di una mamma, che essere maschio o femmina non è frutto di una scelta o di un’influenza culturale, che la libertà di coscienza e di espressione vengono prima di qualsivoglia ideologia e non possono essere messe a tacere troppo facilmente.

In tutto questo le Sentinelle in Piedi sono confortate dalla consapevolezza che la loro mobilitazione sta producendo i frutti desiderati: non è infatti un caso se la discussione al Senato del ddl Scalfarotto è momentaneamente “congelata”, così come non è stata vana la mobilitazione delle Sentinelle trentine, alla cui presenza va in parte attribuita la sospensione delladiscussione, presso il Consiglio Provinciale di Trento, del ddl locale sull’omofobia.

Mantenere desta la coscienza e avere il coraggio di portare avanti le proprie idee è quindi necessario, oggi più che mai. Ma soprattutto, oltre che per la società nel suo complesso, è un’azione utile innanzitutto per chi decide di “metterci la faccia” vegliando in piazza, in quanto comporta una nuova presa di coscienza circa i valori sui quali vale ancora la pena scommettere. Ed è anche per questo motivo che, in chiusura, ci sentiamo di rivolgere a tutti l’appello a scendere in piazza con le Sentinelle in Piedi domenica 5 ottobre. 


 

15 settembre 2014

Un Rosario per l'Italia

di  don Mauro
Brescia, città vivace e un po' ingessata, provinciale e all'avanguardia, pudica e sfrontata, la città che si prepara a veder beatificato il suo Montini, ma intanto invita Kung l'eretico a discettare; la città che dà i natali alle Sentinelle in Piedi, ma dove la Giunta vota iniziative gay-friendly a porte chiuse e ne diffonde gli esiti con due mesi di ritardo in barba a trasparenza, rappresentanza e spirito della democrazia. In questa città trascurata e promettente venerdì sera si è avviata una nuova iniziativa di piazza: Rosario per l'Italia.

Venerdì, 12 settembre, data in cui ricorre la memoria della decisiva battaglia tra le truppe del principe polacco Giovanni III Sobiesky e le armate islamiche, scontro in cui non tanto gli uomini, quanto la potente mano di Maria Ausiliatrice è stata mossa a soccorso della civiltà. Mi piacerebbe che questo fosse chiaro e precisato: Vienna, Lepanto, Poitiers non sono nostalgici ricordi di guerre sante e  massacri più o meno benedetti, sono tappe di gratitudine verso il Cielo, per la protezione accordata di volta in volta al Popolo di Dio, quel Popolo chiamato a testimoniare la Carità e la Pace che è Cristo, ed a subire la persecuzione fino alla fine dei tempi. Questo popolo di era in era, onde non lasciarsi travolgere dalla apostasia o dalla violenza, torna a rivolgersi a sua Madre, al sicuro aiuto che il Figlio stesso ci ha lasciato mentre pendeva in croce. Ora a Brescia, urbe di Arnaldo e dei Tovini, qualcuno ha deciso di riprovarci, con la tenacia grezza ma mirata tipica di queste zone, qualcuno ha deciso che è giunto nuovamente il momento di invocare Maria per risolvere un problema che non è fatto primariamente di tasse, scuole, partiti, arcobaleni e veglie in piedi, ma piuttosto di fede, di civiltà e di spirito.

Rosario per l'Italia raccoglie un appello, l'appello che più di un intellettuale cattolico ha promosso negli ultimi mesi: pregare la Madonna per la salvezza dell'Italia e degli italiani, disperando ormai di qualsiasi troppo corrotta risorsa umana; un invito che in fondo nasce dalle stesse promesse di Maria a Fatima e non solo. Già don Bosco, che dell'Ausiliatrice dei cristiani fu devoto senza pari, e tanti santi con lui ricordavano il potere di intercessione pressoché smisurato che si lega alla preghiera del santo Rosario. E allora ecco lo scorso venerdì un drappello pronto a sfidare pioggia e freddo per radunarsi di fronte al portone del Duomo cittadino, incurante degli schiamazzi della movida in piazza, a pregare Maria e pregarla per l'Italia. Disposti a semicerchio, anzi, a dirla tutta, disposti a file di tre come le schiere angeliche del Giotto nella Cappella degli Scrovegni, i cinquanta convenuti, gente coinvolta alla spicciolata tra bacheche virtuali e parrocchiali, popolo che sale dal basso, giovani e adulti di ambienti diversi ma di fede condivisa, si sono lasciati guidare in una recita calma e meditata, aderente alle indicazioni della Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di san Giovanni Paolo II. Un lumino in mano, strappato dal vento; un'icona mariana verso cui rivolgersi; una lista di intenzioni preparate dagli organizzatori e annunciate dalla guida; la gioia di lucrare l'indulgenza plenaria per sé o per i propri defunti; un minuto di silenzio ad ogni mistero: Rosario per l'Italia non vuole essere una improvvisata né un gesto circoscritto, vuole essere invece una formula ben codificata, che possa diffondersi in tutta la Penisola secondo uno schema comune e facilmente riconoscibile, deve essere un impegno a promuovere simili preghiere nei nostri ambienti religiosi e domestici. Per questo le dedichiamo un articolo, vantando l'anteprima della notizia, ma soprattutto auspicando che possa essere un evento sempre più diffuso.
Fine della predica, sperando di avervi convinti, e di vedere presto in tutte le piazze e i cortili d'Italia i gruppi a semicerchio col lumino che si affidano alla Madonna, per strappare al Cielo quel soccorso invincibile, senza il quale è probabile che il nostro Paese non possa più farcela

Certo, mi direte, ma come si fa a promuovere Rosario per l’Italia? Su questo e sulle varie indicazioni tecniche ritorneremo a parlare fra pochissimi giorni, quando gli ideatori ci indirizzeranno al sito e a simili supporti. Per oggi basti esserci addentrati nello spirito della faccenda.


 

26 giugno 2014

27 giugno: le Sentinelle in piedi tornano a Roma



 
Appuntamento in “notturna” venerdì 27 giugno, dalle 21 alle 22, nella suggestiva cornice di Piazza San Silvestro per la seconda veglia romana delle Sentinelle in Piedi.

Di nuovo in piedi, per un’ora, leggendo un libro per difendere la libertà di pensiero e di espressione e tutelare la famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna, minacciate dal ddl Scalfarotto e dal testo sulle unioni civili, in discussione al Senato, che introduce un regime simile al matrimonio fra persone dello stesso sesso.

In particolare il ddl Scalfarotto è ideologico perchè non definisce cosa debba intendersi per omofobia e transfobia, lasciando così al giudice il più ampio arbitrio sul punto. E perché già oggi il Codice penale offre adeguate tutele, prevedendo anche aggravanti, per fenomeni di intolleranza a sfondo sessuale.

Il ddl Scalfarotto dopo l’approvazione alla Camera è ancora fermo in Commissione Giustizia del Senato, rallentato forse, tra le altre cose, anche dalla rapida diffusione delle Sentinelle, realtà che in poco tempo è riuscita a organizzare decine di veglie in tutta Italia, con il coinvolgimento di migliaia di cittadini.

Dopo aver riempito con 400 persone piazza del Pantheon, le Sentinelle in Piedi di Roma veglieranno pacificamente – con l’auspicio che non ci siano disturbi e provocazioni da esponenti di associazioni LGBT, come invece successo a Lecce, Siena e Modena – per far sentire, in silenzio, la loro voce, consapevoli che questo è il modo migliore per stimolare la riflessione su importanti tematiche e contrastare pericolose derive ideologiche.

(Comunicato Stampa delle Sentinelle in piedi - Roma)

 

10 giugno 2014

Le "Sentinelle in piedi" vegliano anche a Perugia

Con questo articolo inizia la sua collaborazione con Campari&deMaistre Roberto De Albentiis, perugino, classe 1991.

Sabato 7 giugno si è tenuta a Perugia, nella centralissima Piazza IV Novembre, la seconda manifestazione cittadina delle Sentinelle in Piedi (qui la pagina FB del gruppo perugino); come ormai ben si sa, si tratta di gruppi di manifestanti che da un anno si riuniscono nelle piazze italiane (prendendo esempio da uguali esperienze francesi e statunitensi) protestando, silenziosamente e simbolicamente, contro il ddl Scalfarotto e le eventuali proposte di legge a favore del matrimonio gay. Ogni manifestazione dura un’ora, ed è basata sulla lettura silenziosa di un libro (portati da casa o forniti dagli organizzatori), a simboleggiare l’aspetto pacifico e culturalmente diverso rispetto alle boutades pro-LGBT.
 

04 aprile 2014

Sabato tutti al Pantheon!

a cura di Luigi Corsello

Sabato 5 aprile, dalle 17 alle 18, le Sentinelle in Piedi veglieranno in Piazza del Pantheon per difendere la libertà di espressione, messa in pericolo dal ddl Scalfarotto. Ne parliamo con Enrico, il giovane portavoce dell’incarnazione romana delle Sentinelle in Piedi.
 

01 aprile 2014

Sentinelle in piedi a Perugia: un'altra vittoria sulla propaganda omosessualista

di Giorgio Mariano
Il 29 marzo scorso in piazza della Repubblica a Perugia, le “Sentinelle in piedi” hanno riportato un’altra significativa vittoria contro l’assordante propaganda di pochi (ma ben finanziati) attivisti lgbt del gruppo “Omphalos” (dal greco «ombelico»). Le sentinelle, schierate in una silenziosa e pacifica battaglia di cultura, hanno dimostrato ancora una volta che è il buon senso e la retta ragione a guidare la maggior parte degli italiani. Lungi, infatti, dall’asservimento ai dettami omosessualisti “gay-friendly”, i manifestanti, provenienti da varie parti della provincia e della regione umbra, hanno testimoniato con la correttezza e la compostezza che è loro propria il valore dei principi che difendono.

Non si può dire lo stesso del fronte avverso. Gli attivisti lgbt, infatti, si sono infiltrati fra le fila delle sentinelle ed hanno cominciato a gridare e sbraitare: «fascisti, intolleranti, andate via, non vi vogliamo!». Questa sì che è tolleranza… Da un lato una protesta silenziosa con un semplice libro in mano, segno di cultura e di autentico “libero pensiero”, il quale altro non è che la retta ragione, dall’altro uno sparuto gruppo dell’arcigay e arcilesbica che ha preso a saltellare con i tamburelli lasciandosi andare a provocatorie manifestazioni oscene (tipo baci fra maschi). In tutto 10, dico 10, attivisti lgbt chiassosi, come tutte le minoranze intolleranti della storia, di fronte a 300 sentinelle silenziose e compatte come una falange oplitica.

L’“Umbria Journal” ha pubblicato un comunicato stampa per conto dell’associazione “Omphalos” il giorno stesso della manifestazione, dichiarando espressamente che le Sentinelle in Piedi non sarebbero altro che “un gruppo di clerico-fascisti reazionari”. Ora, dato che le Sentinelle in Piedi non parlano ma vegliano silenziosamente in piedi con un libro in mano, sarebbero così gentili lor signori di indicarci dove si troverebbe la prova di una cosiddetta reazione “clerico-fascista” ammesso che sappiano esattamente di cosa parlano o cosa questi termini significhino? Non solo. Il suddetto comunicato stampa è stato diramato il 29 marzo alle ore 18:22, come consultabile dal sito dell’“Umbria Journal” . Ciò significa che è stato per lo meno scritto 10 minuti prima della pubblicazione, per gli ovvi tempi tecnici necessari alla redazione. Peccato però che la manifestazione delle Sentinelle, cominciata alle 17:30 circa, si sia conclusa alle ore 18:35. Un semplice errore dovuto ad una “ansiosa fretta” (poco credibile) o un autentico caso di allineamento dei media all’ideologia gender? Ciò che contribuisce a mettere in ridicolo la donchisciottesca battaglia dell’associazione “Omphalos” sono le dichiarazioni che essi stessi hanno rilasciato nel loro comunicato. Affermano: “riteniamo che sia dovere dei mezzi d’informazione garantire l’esattezza delle notizie divulgate, al fine di evitare strumentalizzazioni dell’opinione pubblica”. Alla faccia! Visto che hanno pubblicato una notizia prima che il fatto fosse concluso dando perdipiù notizie generiche e infarcite di accuse pregiudiziose (clerico-fascisti reazionari) ci chiediamo se sia questa l’“informazione esatta”, libera da “strumentalizzazioni” che associazioni lgbt di tal fatta vorrebbero instaurare nella nostra Italia.

Molti, invece, i passanti che, alla vista di un popolo silenzioso e soprattutto di un popolo “in piedi” ben radicato nella realtà oggettiva, stabile ed immutabile, si sono fermati ammirati ed anzi, si sono messi benevolmente a rispondere alle grida stridule dei pochi facinorosi attivisti. “Il silenzio uccide”, hanno gridato i pochi dell’“Omphalos”, dimostrando disprezzo e ignoranza per gli autentici combattenti per la libertà. Tempo fa un uomo saggio dichiarò: “Se urli tutti ti sentono... Se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino... Ma se stai in silenzio solo chi ti ama ti ascolta” (Mohandas Karamchand Gandhi).


A proposito della “disinformazione” e delle “strumentalizzazioni”, poi, vorrei ricordare ai fautori dell’ideologia gender ciò che lo stesso Gandhi amava ripetere ai suoi, una regola che ha portato alla liberazione del suo popolo: “Il rumore non può imporsi sul rumore. Il silenzio sì”. Dunque, attivisti lgbt, omosessualisti anonimi e non, enti pubblici e privati, attenti a voler soffocare il silenzio volontario di una intera nazione, poiché non può essere sconfitto…