Nel
2013 la Francia ha ricevuto un colpo mortale con l’elezione del premier
François Hollande, probabilmente il peggior presidente degli ultimi decenni,
tanto da far rimpiangere non solo Sarkozy, ma perfino Chirac e Mitterand. Il
leader socialista infatti sta mantenendo, alla lettera, tutte le più gravi
promesse elettorali: varo del matrimonio tra omosessuali con annessa adozione
di bambini, destabilizzazione della famiglia e rilancio dell’aborto di massa, indottrinamento
omosessista delle nuove generazioni nelle scuole di Stato, permissivismo su
droga e alcool, euro-mondialismo tecnocratico, asse del male col presidente americano Obama, persecuzione della
Chiesa e di tutti i recalcitranti. Le
recenti elezioni francesi hanno però registrato un crollo netto della
popolarità del presidente – nel frattempo giunto già alla terza relazione
sentimentale (senza matrimonio né religioso né civile) – e hanno visto
l’affermazione della destra anti-socialista e dell’astensionismo. Segno che la
società civile inizia a scuotersi e a comprendere chi è davvero dalla parte del
popolo e chi dalla parte delle élite.
Ma
la Francia del 2013-2014 è anche il paese in cui si sono registrate le più
grandi proteste di piazza contro la dittatura liberal-socialista in atto in
tutta Europa. La Manif pour tous (Manifestazione per tutti, contro le
nozze gay), il Jour de Colère (Giorno di Collera, contro la repressione
del dissenso), la Marche pour la vie
(Marcia per la vita, contro aborto ed
eutanasia) e la stessa manifestazione per la soppressione delle Femen (il gruppo terrorista che ha
interrotto messe, profanato chiese, sradicato crocifissi, colpito a sangue
pastori della Chiesa nel silenzio-assenso dei giornali del sistema) hanno dato
voce ai milioni di francesi scontenti dalla politica mondialista e massonica
dei poteri forti imperanti. Abbiamo
già fatto cenno alla creatività e alla fantasia con cui i nostri commilitoni
gallici hanno sfidato l’oppressione e hanno risollevato il cuore dei buoni e
degli onesti. Tra le tante forme di protesta quella degli Hommen (gli anti-Femen)
ha colpito nel segno: molti ragazzi col volto coperto, intervengono, anche se non invitati, nei
contesti più vari per imporre una voce diversa, e ciò attraverso scritte
applicate sul dorso e sul petto. Un’altra riuscitissima idea è quella dei Veilleurs, ovvero Coloro che vegliano, i quali si ritrovano in un luogo simbolico di
una città francese, e silenziosamente esprimono il loro dissenso dalla cultura
di morte egemone. Ma esistono altre forme di lotta come Les Antigones, Printemps
Français, etc. Di recente è sorta perfino una televisione su internet, TV-Libertés, per contrastare le menzogne
dell’informazione ufficiale e che non a caso ha sede in Russia, terra di
libertà e di non conformismo.
Nella
nostra Penisola molti giovani volenterosi hanno preso il testimone e hanno
creato prima la Manif pour tous Italia e poi le Sentinelle in piedi, assimilabili ai Veilleurs francesi.
I
giovani della Manif hanno adottato
sia il nome che il logo dei patrioti transalpini, ed hanno espresso l’intenzione
di ripetere la vibrante protesa francese contro ogni legge che permetta
l’unione tra due persone dello stesso sesso. I militanti delle Sentinelle in piedi invece si ritrovano
periodicamente in una piazza centrale di una provincia d’Italia (finora
Cremona, Trento, Perugia, Milano, Brescia, Firenze, Piacenza, Terni, etc.) e si mettono a
leggere un libro per un’ora circa, mostrando ai passanti compattezza e dignità.
Il messaggio che si vuole veicolare sta nell’opposizione silenziosa e ragionata
(il libro infatti è simbolo del pensiero, del tutto assente nella propaganda
gay), ma anche ferma come statue contro leggi e decreti che, dichiarando di
voler punire l’inesistente omofobia, in realtà mirano alla repressione
dell’eterosessuale, specie del cattolico e del patriota.
E’
nota a tutti l’opposizione della Chiesa cattolica all’omosessualità – e non solo alle nozze gay – e così gli
anticlericali di sempre vorrebbero prendere due piccioni con una sola fava: decretando
l’illegalità dell’omofobia, si desidera sia spingere il pensiero della gente
nel senso dell’accettazione del matrimonio tra invertiti, sia perseguitare tutti
coloro che credono al Vangelo e alla comune morale dei popoli.
A
Roma, sabato 5 aprile 2014, nella piazza del Pantheon, oltre 500 persone hanno
manifestato assieme alle Sentinelle in
piedi. In silenzio, dopo che uno speaker aveva ricordato le ragioni di
civiltà per cui si era scesi in piazza, ragazzi e ragazze, hanno passato un’intera
ora leggendo un libro, senza muoversi, e formando delle lunghe colonne umane,
accanto a quelle maestose della Chiesa dei Santi e dei Martiri (ex Pantheon
romano). I libri più gettonati erano quelli di autori come Gianfranco Amato,
Costanza Miriano, Francesco Agnoli, etc. Segno che una contro-cultura cattolica
oggi esiste, anche per il merito di case editrici come Fede & Cultura, Sugarco, Lindau, D’Ettoris, Mimep, Amicizia Cristiana e altre. Una
decina di omosessuali hanno protestato a poca distanza dalle Sentinelle, usando la squallida arma del
ricatto morale. Infatti esponevano un triangolo rosa sul petto, simbolo che,
secondo alcuni storici, sarebbe stato usato nei campi di concentramento
tedeschi per individuare i prigionieri con tendenze omosessuali. Grazie a queste
forme di ostentato vittimismo, questi soggetti vorrebbero divenire intoccabili
e al riparo da ogni critica: chi li critica infatti non capirebbe il loro
sofferto dramma interiore! Ma in realtà, quei giovanotti arzilli e maleducati,
non parevano affatto provenire da un tetro Lager tedesco, ma piuttosto da uno
dei loro malsani club e circoli, in cui come noto si offende Dio e la morale in
ogni modo possibile.
Ci
auguriamo che queste proteste anti matrimonio gay e più in generale anti
sistema continuino, si diffondano per ogni dove e divengano l’inizio di una
rivolta spirituale che ricacci nell’ombra gli artefici della dilagante cultura
di morte. Ma tutte le cose umane hanno dei limiti e anche queste forme di
protesta ne hanno. Benché si leggano libri in piazza, temo che a casa si
facciano pochi studi di approfondimento sulle questioni familiari ed etiche.
Non basta però “navigare” e saltare da un sito all’altro per rispondere ai
nostri avversari sul piano giuridico, filosofico, morale, teologico, scientifico,
etc. Secondariamente non basta essere contro il Decreto Legge Scalfarotto e le
altre leggi bavaglio. Queste leggi sono
sbagliate anzitutto perché promuovono l’omosessualità e solo poi perché
cercano di censurare i loro critici e i cattolici. La battaglia è già persa se
viene giocata sul mero campo della libertà
di espressione, concetto troppo equivoco e generico per essere il terreno
dello scontro e della vittoria. E se i pedofili manifestassero per la libertà di espressione della pedofilia
su internet, noi cattolici dovremmo sostenerli o lottare strenuamente per la
sacrosanta censura? La risposta è fin troppo ovvia, e dunque non tutte le libertà di
espressione sono equivalenti; certo la libertà di dire la verità va sempre
salvaguardata, ma non sempre va protetta la libertà di insegnare l’errore.
Immaginiamo che lo Stato stabilisca così: l’insegnante cattolico è libero di
insegnare che esistono solo due sessi (maschile e femminile), ma l’insegnante
laico è libero di insegnare la teoria del gender e l’esistenza di molte forme
di sessualità (gay, trans, queer, etc.). Ebbene dovremmo accettare questa visione in nome
della libertà di espressione o dovremmo lottare per il trionfo della verità
(ovvero del matrimonio monogamico indissolubile)? Ci auguriamo che tra le
zelanti Sentinelle italiche non ci
siano dubbi al riguardo e che se si è scelto di partire dalla difesa della
libertà di espressione è solo per far breccia nel muro di gomma del sistema,
per poi annichilirne a poco a poco le pretese e le folli derive ideologiche.
Nel
1976 Gianfranco Morra scriveva: “[la religione] si trova di fronte a un angoscioso
aut-aut: o essa si adegua alla mentalità dell’epoca, mettendo da parte tutto
ciò che la caratterizza in quanto religione, per ottenere in tal modo un
piccolo inefficace sterile spazio nella cultura, come fenomeno meramente
psicologico o come strumento di progresso sociale; oppure essa si mantiene
ferma alla propria ineliminabile vocazione soprannaturale, scontando con
l’emarginazione e la persecuzione la propria eroica e coerente fedeltà” (Marxismo e religione, pp. 14-15). La Manif, le Sentinelle e le altre forme di lotta che Dio ispira siano il
sussulto di una nuova coerenza con la logica del Vangelo e non un ennesimo
sterile compromesso con il mondo e il potere.