di Francesco Filipazzi
La macchina di Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, è stata devastata l’8
novembre a Viareggio, mentre il proprietario stava tenendo un convegno “Omofobia
o Eterofobia? Gendercrazia: a rischio la libertà di espressione”.
Quasi per una beffa del destino dunque, coloro che vorrebbero
precludere all'avvocato Amato la sopraccitata libertà, hanno pensato bene di
dare ragione al titolo. La macchina è stata rovinata, i vetri rotti
e una portiera sfondata. Il contenuto non è stato rubato, segno del
fatto che l’atto era volto a intimidire i giuristi per la vita e
non era un tentativo di furto. L’intolleranza dei sedicenti
tolleranti dunque torna a colpire in modo ben poco pacifico con uno
schema ormai collaudato. Le vittime non sono persone belligeranti, ma
persone che come Amato semplicemente esprimono la propria idea. Lo stesso è ormai
vittima di contestazioni continue quando si sposta.
La tolleranza a colpi di
bastonate negli ultimi mesi è piuttosto in voga. Le Sentinelle in Piedi sono state attaccate fisicamente in modo indegno, durante la
manifestazione di Cento Piazze Per l’Italia e un paio di casi
alcuni veglianti sono stati feriti e hanno dovuto ricorrere a cure
mediche. A Rovereto ad esempio una sentinella è stata pacificamente
colpita al volto e ha riportato la rottura del setto
nasale, mentre un anziano prete, anche in questo caso pacificamente,
è stato ricoperto di uova e buttato per terra.
Questo genere di azioni è
purtroppo tollerato dalle autorità italiane da anni, mentre invece
si può finire alla sbarra per una frase sbagliata. La condizione di totale
impunità per i militanti pro gender è storia antica. Nel 2011 per festeggiare l’elezione di Pisapia, alcuni giovani dei centri
sociali fecero incursione in una chiesa, interrompendo la Santa Messa
e urlando porcherie di ogni tipo. A quanto pare il prete si era
espresso contro i matrimoni gay. Anche in quel caso di arresti e
processi nemmeno l’ombra.
La situazione è violenta
in tutta Europa e anche in Nord America. Le autorità, completamente
soggiogate al politicamente corretto e ai capitali di chi sostiene la
teoria del gender (come Soros, uno degli uomini più ricchi di Wall
Street e finanziatore dei Radicali e dunque di Bonino e Pannella), sembrano accettare qualsiasi forma di violenza da parte di persone
che cianciano di libertà e tolleranza e poi si comportano come
scimmie selvagge. D’altronde i loro maestri sono gli illuministi e
i giacobini che parlavano di libertà mentre tagliavano teste e
spargevano fiumi di sangue.
In Francia ad esempio, le Femen che hanno profanato Notre Dame, entrando a urlare porcate, nude e sporche, sono state assolte e sono neanche state condannate a pagare
i danni materiali che avevano provocato agli arredi sacri. D’altronde
queste ragazzine, finanziate anch’esse da Soros, sono note per le
loro azioni volgari e violente, contro chiunque. L’arcivescovo di Bruxelles, Andre Joseph Leonard, ad esempio è stato vittima di
un’aggressione, impunita, ma la sua risposta è stata una
preghiera, che ha depotenziato totalmente l’azione delle donnacce
che se ne andarono con le pive nel sacco, per poi ritornare qualche
mese dopo tirando una torta in faccia, sempre al povero Leonard.
Quest’anno ci è andato di mezzo il cardinal Rouco, arcivescovo di Madrid, che ha avuto l’ardire di parlare di aborto.
Purtroppo la situazione
non è delle più rosee, in quanto oltre alle pressioni psicologiche
e le ripercussioni lavorative pesanti, i non allineati alla
propaganda gender, che va di pari passo con quella abortista ed
eutanasista, sono dei bersagli indifesi. Chiunque li attacchi e
faccia loro del male, danneggi le loro macchine, rompa i loro nasi e
li aggredisca in altra maniera, è sicuro di rimanere impunito e ciò
è molto grave, perché pone i militanti contrari al gender e pro
life di fronte a una scelta. Smettere di far sentire la propria voce
o continuare a proprio rischio e pericolo. Alcuni probabilmente
abbandoneranno la battaglia, temendo ripercussioni per i propri
familiari e per sé stessi, ma il grosso della Compagnia rimarrà
dritta a difendere pacificamente la posizione, a prendersi uova e
schiaffi, solo per aver parlato delle proprie idee.
Fra questi siamo sicuri
che ci sarà anche Gianfranco Amato, uomo di grande coraggio, che sta
sacrificando molto per la causa in cui crede e a cui va tutta la
solidarietà della redazione, dei collaboratori e dei lettori di
Campari&DeMaistre.
sì...mi chiedo fino a che punto dovremo continuare "PACIFICAMENTE"...vabbè vabbè vabbè, io porgo anche l'altra guancia, ma chi mi sta vicino, specie se inerme, IO LO DIFENDO. I cavalieri pregavano ma la spada la tenevano pronta...
RispondiEliminaLa viltà e la malvagità dei sostenitori dell' "omofollia" è connaturata alla loro ideologia. In altri termini: dato ciò che pensano, non possono che comportarsi così. E' l'antichissimo, demonico odio gnostico per il creato e la legge naturale.
RispondiEliminaTutta la mia solidarietà all'avvocato Amato. E concordo con il post precedente: la strategia mitissima, pacificissima del mondo "pro-famiglia" è sempre quella giusta? E si scegliesse una strada più militante e meno silenziosa?
Se rispondi fisicamente non ne esci più. I media saranno sempre dalla loro parte... Uno 'nostro' aggredito da 50 persone verrà tacciato di essere un provocatore o addirittura sarà riconosciuto reo di aver frapposto il suo braccio fra il pugno democratico e la sua faccia anti democratica.
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