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26 gennaio 2016

Le comiche acrobazie di Forza Italia in tema di diritti civili


di Nicola Tomasso

Nell’animato dibattito sulle nozze di Sodoma e la compravendita di bambini ed uteri, colpisce l’inquietante gioco d’equilibrismo che il partito di Silvio Berlusconi pratica quotidianamente. Alcuni esponenti di Forza Italia, piuttosto indecisi su quale versante gettarsi per recuperare qualche briciola di consenso, si muovono con cautela, malcelata preoccupazione, attendendo ansiosi la fine del dibattito e il voto in aula così da poter tornare sorridenti a rilasciare le loro dichiarazioni. Altri invece, non riescono proprio a tacere e, per evitare di scontentare parti di elettorato, danno come si suol dire un colpo al cerchio ed uno alla botte. È il caso del presidente Silvio Berlusconi che, parlando alla presentazione del libro di Myrta Merlino “Madri”, ha dichiarato che «lo stato deve lasciare ad ognuno il diritto di scegliere», puntualizzando che «essendo noi aperti al riconoscimento dei diritti anche delle coppie omosessuali, in questa situazione ci siamo trovati a confrontarci su posizioni diverse». Basta dare uno sguardo alle dichiarazioni degli ultimi anni per cogliere il disorientamento interiore dell’ex presidente del consiglio in tema di diritti (meglio dire privilegi) civili. Frasi dette a metà, ragionamenti largamente ambigui, se non contraddittori, scombussolamento mentale causato da questa schizofrenia comunicativa: dichiarare una tal cosa o l’esatto contrario a seconda dei contesti in cui ci si trova.
Un caso ancora più eclatante e, oserei dire, sconcertante è quello di Gianfranco Rotondi, presidente – udite udite! – di un movimento dal nome “Rivoluzione Cristiana”. Intervistato dal conduttore di un noto programma di Radio 1, il parlamentare ha dichiarato che la legge sulle unioni civili è necessaria per evitare vuoti normativi (ragionamento pericolosissimo, oltre che paradossale) e che il grande merito della Democrazia Cristiana è stato quello di tradurre in atti legislativi le istanze etiche poste nel dibattito pubblico (ricordate aborto, divorzio etc.?). Ha dichiarato inoltre che il suo è l’unico movimento politico che si rifà alla dottrina sociale della Chiesa! Chissà, forse ci sarà sfuggito: non è che anche SEL si rifà alla dottrina sociale della Chiesa, considerando la vicinanza e la comunanza di intendi con Rivoluzione Cristiana?
Il terzo ed ultimo gruppo di Forza Italia è quello esplicitamente a favore del disegno di legge (Brambilla & co.), e forse anche quello meno ipocrita. È il gruppo che interpreta in pieno la concezione liberale e che sistematicamente smentisce quanti per troppi anni hanno creduto – illudendosi – in una pseudo-destra moderna e snella che potesse incarnare i valori del rispetto della vita, della famiglia, ma soprattutto della realtà (ricordate Chesterton?).
Non si comprende bene a cosa serva oggi un voto contrario al ddl Cirinnà se si è convinti della bontà del matrimonio agli omosessuali. Nascondersi dietro la libertà di coscienza dei singoli parlamentari è un modo subdolo di scavalcare le questioni. Un partito politico che non ha le idee chiare su temi che toccano lo statuto ontologico e biologico della persona non potrà mai avere una concezione solida della società e dell’economia, di una politica, per dirla bergoglianamente, che serve l’uomo e non si serve di esso.
Cara Forza Italia, gli italiani che sabato scenderanno in piazza non sono mossi da interessi di tatticismo politico o da inafferrabili congetture costituzionali, ma da una radicata convinzione secondo cui la famiglia è una sola, il matrimonio è uno solo, i bambini non sono oggetto da mercificare. Sono convinti che in nome della libertà individuale non si può giustificare qualsiasi cosa, che esistono valori non negoziabili che la realtà ci impone. Sono convinti che le cose vanno chiamate con il loro nome, senza ambiguità e senza ipocrisia. Sono convinti che l’attacco alla famiglia e alla vita che si sta attuando sarà l’assalto finale dell’uomo contro l’uomo, il quale dopo la deposizione di Dio ha fretta di annientare anche la realtà. Ma sono anche convinti che, per tutte queste ragioni, combatteranno fino alla fine, senza abbassare la guardia, con le armi della verità e del buon senso, con quello spirito di fierezza e di dignità di chi non antepone i propri interessi e le proprie poltrone alla difesa della vita.
 

02 luglio 2014

Il grottesco tradimento del Berlusconi pro gay

di Marco Mancini

Dapprima Francesca Pascale e Vittorio Feltri hanno aperto la strada, annunciando sabato scorso la propria iscrizione all’Arcigay, con lo scopo di combattere “le battaglie in favore dell'estensione massima dei diritti civili e della libertà” della lobby arcobaleno. Poi è seguito, puntualissimo, l’annuncio del Capo: “quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno per tutti”.
 

31 marzo 2014

Storace, il (grande) bluff

di Federico Catani
I bluff muoiono. E che Francesco Storace fosse un bluff ce ne eravamo accorti da un pezzo. Il leader de La Destra, dopo mille giravolte, ha deciso finalmente di scoprire le carte e farci sapere cosa vuole dalla vita: una poltrona. Il 29 marzo, infatti, al Comitato centrale del partito, il grande Ciccio Storace ha decretato che alle prossime elezioni europee i candidati del suo piccolo movimento verranno inseriti nelle liste di Forza Italia. Il motivo? La commovente lettera che Silvio Berlusconi (cui va sempre la nostra umana simpatia) gli ha inviato chiedendogli di unirsi a lui nella lotta per la democrazia e la libertà. 

Ma come? Una semplice missiva avrebbe mandato all'aria tutti i proclami (che forse seguivo solo io) sui temi forti della destra sociale? E il ritorno ad Alleanza Nazionale? E la lotta all'euro e ai poteri forti di Bruxelles? E le battaglie per la sovranità nazionale? E le critiche contro il relativismo etico e culturale? Vendute per un piatto di lenticchie. Ragazzi, si stava scherzando! Ora sappiamo che quando Storace faceva il prezioso, adducendo obiezioni ridicole, con Giorgia Meloni, non era perché ci tenesse davvero alla ricostruzione di un grande partito di destra in Italia. Il vero motivo della sua ritrosia a fondersi, come sarebbe stato logico, con Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale era il non voler perdere i suoi privilegi, le sue rendite di posizione, il suo potere. Ma ve lo immaginate uno come Ciccio che si rimette in gioco, per di più lasciandosi guidare da una pischella della Garbatella? Non sia mai! Eppure la scelta operata nel 2007, quando si staccò dalla vecchia An dell'ormai morto e sepolto Gianfranco Fini fu lungimirante, perché profetica. All'epoca si trattò di un gesto ammirevole, coerente, di grande coraggio. Un coraggio e una coerenza che non ebbero i vari La Russa, Alemanno e nemmeno Giorgia Meloni. Oggi però la situazione è cambiata e bisogna prenderne atto. La politica è anche sapersi adeguare alle mutate situazioni. 

Se fino alle ultime elezioni politiche La Destra poteva ancora costituire un punto di riferimento per i non allineati che facevano sul serio (ricordiamoci che Fratelli d'Italia era su posizioni molto più moderate sino a non molti mesi fa), ora non è più così. Non si può blaterare ancora di fascismo e poi andare a braccetto con la Brambilla, la Carfagna e Verdini. Non si può essere "sociali" e vivere con Brunetta, Galan e Bondi. In poche parole, non si può rifondare un polo di destra candidandosi con la nuova Forza Italia. Non faccio analisi politiche complicate. Parlo la lingua del cuore, come fa qualcun altro. Ciò che manca all'Italia, lo vediamo, è un Partito della Nazione, davvero conservatore, capace di difendere gli interessi della Patria. Ebbene, oggi come oggi, pur con tutti i limiti che ci possono essere, questo partito è solo e soltanto Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. Avrei voluto che i responsabili de La Destra e magari anche quelli di altri piccoli raggruppamenti aderissero al progetto della Meloni con convinzione, mettendo da parte campanilismi e ripicche da quattro soldi. Purtroppo però non si può ragionare con gente che non ragiona. Non si può chiedere razionalità a chi non ce l'ha. Soprattutto, non si possono rivolgere inviti a chi ha già fatto la sua scelta di comodo, infischiandosene di un popolo in cerca di punti fermi. E quindi, ognuno per la sua strada. Ma nessuno venga più a parlare di fedeltà all'ideale, di passione politica e di bene comune. Storace ha dimostrato di pensare solo e soltanto al suo tornaconto personale e, quel che è peggio, ha preteso e pretende di mascherare questo meschino interesse con la scusa della coerenza. Vergognati Ciccio! Gli eventi del prossimo futuro ti faranno cadere, più di adesso, nel cimitero dei politicanti falliti. La tua fine politica è quella di Mastella. 

A questo punto mi permetto di rivolgere un appello ai nostri lettori. Alle prossime europee, votiamo per Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale! Ci piaccia o meno, è l'unico movimento nazionale (la Lega rappresenta solo il Nord e nemmeno tutto) che ultimamente ha preso posizioni forti. Sui valori etici è affidabile; sulla sovranità monetaria e nazionale è chiaro, avendo finalmente detto NO all'euro e a questa Europa di burocrati massoni; su temi tradizionali di destra come sicurezza, immigrazione e attenzione ai ceti in difficoltà possiamo stare tranquilli; e infine, la dirigenza è composta principalmente da gente giovane, in gamba, fresca e sveglia, senza alcun legame particolare con un passato forse ingombrante (ma senza per questo rinnegare nulla di una storia gloriosa). Insomma, che manca? Cosa ci dovrebbe far ancora tentennare? Se continuiamo a fare le pulci e ad essere schizzinosi, guardando sempre la pagliuzza nell'occhio altrui e fingendo di non accorgerci delle travi che ci sono in giro, non andremo mai da nessuna parte. L'ottimo, dice il proverbio, è nemico del bene. Pertanto, anziché cercare con la lente il partitino dello zerovirgola, che non avrà mai alcuna influenza, cominciamo a dare fiducia, sostenere e incoraggiare un movimento piccolo, sì, ma con buone speranze di crescere. Il rischio è altrimenti quello di rinchiudersi in una torre d'avorio, puntando il dito contro tutto e tutti e pensando di essere gli unici appartenenti ad un'eletta schiera di perfetti. Un atteggiamento tipico di certi ambienti. Che poi, alla fine, spesso nascondono altri obiettivi e finiscono per imboccare la strada scelta da Storace. Quod Deus avertat! 
 

19 novembre 2013

Fedeltà è più forte del fuoco

di Federico Catani
I dossier per far partire la macchina del fango contro Angelino AlFini, cioè Alfano, ce li abbiamo. La redazione di questo blog li ha ricevuti non da zio Tibia Alessandro Sallusti, che pure ne è in possesso, ma direttamente dai servizi segreti del nostro amico Putin (noi ovviamente schifiamo i servizi americani e ancor di più il Mossad, e non c'è bisogno di spiegare perché).