di Federico Catani
Pubblicato il 31 marzo 2014
I bluff muoiono. E che Francesco Storace fosse un bluff ce ne eravamo accorti da un pezzo. Il leader de La Destra, dopo mille giravolte, ha deciso finalmente di scoprire le carte e farci sapere cosa vuole dalla vita: una poltrona. Il 29 marzo, infatti, al Comitato centrale del partito, il grande Ciccio Storace ha decretato che alle prossime elezioni europee i candidati del suo piccolo movimento verranno inseriti nelle liste di Forza Italia. Il motivo? La commovente lettera che Silvio Berlusconi (cui va sempre la nostra umana simpatia) gli ha inviato chiedendogli di unirsi a lui nella lotta per la democrazia e la libertà.
Ma come? Una semplice missiva avrebbe mandato all'aria tutti i proclami (che forse seguivo solo io) sui temi forti della destra sociale? E il ritorno ad Alleanza Nazionale? E la lotta all'euro e ai poteri forti di Bruxelles? E le battaglie per la sovranità nazionale? E le critiche contro il relativismo etico e culturale? Vendute per un piatto di lenticchie. Ragazzi, si stava scherzando! Ora sappiamo che quando Storace faceva il prezioso, adducendo obiezioni ridicole, con Giorgia Meloni, non era perché ci tenesse davvero alla ricostruzione di un grande partito di destra in Italia. Il vero motivo della sua ritrosia a fondersi, come sarebbe stato logico, con Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale era il non voler perdere i suoi privilegi, le sue rendite di posizione, il suo potere. Ma ve lo immaginate uno come Ciccio che si rimette in gioco, per di più lasciandosi guidare da una pischella della Garbatella? Non sia mai! Eppure la scelta operata nel 2007, quando si staccò dalla vecchia An dell'ormai morto e sepolto Gianfranco Fini fu lungimirante, perché profetica. All'epoca si trattò di un gesto ammirevole, coerente, di grande coraggio. Un coraggio e una coerenza che non ebbero i vari La Russa, Alemanno e nemmeno Giorgia Meloni. Oggi però la situazione è cambiata e bisogna prenderne atto. La politica è anche sapersi adeguare alle mutate situazioni.
Se fino alle ultime elezioni politiche La Destra poteva ancora costituire un punto di riferimento per i non allineati che facevano sul serio (ricordiamoci che Fratelli d'Italia era su posizioni molto più moderate sino a non molti mesi fa), ora non è più così. Non si può blaterare ancora di fascismo e poi andare a braccetto con la Brambilla, la Carfagna e Verdini. Non si può essere "sociali" e vivere con Brunetta, Galan e Bondi. In poche parole, non si può rifondare un polo di destra candidandosi con la nuova Forza Italia. Non faccio analisi politiche complicate. Parlo la lingua del cuore, come fa qualcun altro. Ciò che manca all'Italia, lo vediamo, è un Partito della Nazione, davvero conservatore, capace di difendere gli interessi della Patria. Ebbene, oggi come oggi, pur con tutti i limiti che ci possono essere, questo partito è solo e soltanto Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. Avrei voluto che i responsabili de La Destra e magari anche quelli di altri piccoli raggruppamenti aderissero al progetto della Meloni con convinzione, mettendo da parte campanilismi e ripicche da quattro soldi. Purtroppo però non si può ragionare con gente che non ragiona. Non si può chiedere razionalità a chi non ce l'ha. Soprattutto, non si possono rivolgere inviti a chi ha già fatto la sua scelta di comodo, infischiandosene di un popolo in cerca di punti fermi. E quindi, ognuno per la sua strada. Ma nessuno venga più a parlare di fedeltà all'ideale, di passione politica e di bene comune. Storace ha dimostrato di pensare solo e soltanto al suo tornaconto personale e, quel che è peggio, ha preteso e pretende di mascherare questo meschino interesse con la scusa della coerenza. Vergognati Ciccio! Gli eventi del prossimo futuro ti faranno cadere, più di adesso, nel cimitero dei politicanti falliti. La tua fine politica è quella di Mastella.
A questo punto mi permetto di rivolgere un appello ai nostri lettori. Alle prossime europee, votiamo per Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale! Ci piaccia o meno, è l'unico movimento nazionale (la Lega rappresenta solo il Nord e nemmeno tutto) che ultimamente ha preso posizioni forti. Sui valori etici è affidabile; sulla sovranità monetaria e nazionale è chiaro, avendo finalmente detto NO all'euro e a questa Europa di burocrati massoni; su temi tradizionali di destra come sicurezza, immigrazione e attenzione ai ceti in difficoltà possiamo stare tranquilli; e infine, la dirigenza è composta principalmente da gente giovane, in gamba, fresca e sveglia, senza alcun legame particolare con un passato forse ingombrante (ma senza per questo rinnegare nulla di una storia gloriosa). Insomma, che manca? Cosa ci dovrebbe far ancora tentennare? Se continuiamo a fare le pulci e ad essere schizzinosi, guardando sempre la pagliuzza nell'occhio altrui e fingendo di non accorgerci delle travi che ci sono in giro, non andremo mai da nessuna parte. L'ottimo, dice il proverbio, è nemico del bene. Pertanto, anziché cercare con la lente il partitino dello zerovirgola, che non avrà mai alcuna influenza, cominciamo a dare fiducia, sostenere e incoraggiare un movimento piccolo, sì, ma con buone speranze di crescere. Il rischio è altrimenti quello di rinchiudersi in una torre d'avorio, puntando il dito contro tutto e tutti e pensando di essere gli unici appartenenti ad un'eletta schiera di perfetti. Un atteggiamento tipico di certi ambienti. Che poi, alla fine, spesso nascondono altri obiettivi e finiscono per imboccare la strada scelta da Storace. Quod Deus avertat!