Avete presente il trambusto in
cui ci si imbatte di tanto in tanto durante la Santa Messa (ovviamente parliamo
del Novus Ordo), nel bel mezzo dei Riti di Comunione, dopo il Pater
Noster e immediatamente prima dell’Agnus
Dei? “Scambiatevi un segno di pace” diventa un po’ una sorta di “tana
libera tutti”: sacerdoti che abbandonano il presbiterio per passare, come
rockstar al termine di un concerto, a salutare tutti i fan intervenuti, fedeli
che si spostano dal proprio banco in prima fila per raggiungere il cugino di
secondo grado seduto all’inizio della navata, canzonette schitarrate per
l’occasione o bambini convocati all’altare per fare un po’ di spettacolo.
Insomma, basta guardare qualche filmato (es. qui) per rendersi conto
del ridicolo che spesso circonda un momento che, in teoria, dovrebbe essere
propedeutico alla distribuzione della Comunione, cioè della Presenza Reale di
Colui che solo può darci la pace, la vera pace, “non come la dà il mondo”.
Se è vero che, come la
madre di Joseph Ratzinger era solita ricordare a suo figlio, ciò che è
stupido non può essere cattolico e viceversa, da tutto questo si può percepire l’avanzato
stato di protestantizzazione in cui, volente o nolente, versa certa liturgia
post-conciliare. Se poi si pone mente al carattere giudaizzante di buona parte
delle canzonette, la sensazione diventa certezza: come osservò l’ebreo Bernard
Lazare, infatti, “la Riforma, sia in Germania che in Inghilterra, fu uno di
quei momenti in cui il Cristianesimo si ritemprò alle fonti ebraiche. Con il
protestantesimo lo spirito ebraico trionfò” (cfr. i contributi ripubblicati da Andrea Giacobazzi nel suo ultimo volume, Anche se non sembra). E allora più Evenu Shalom per tutti:
A Roma si cerca, di tanto in tanto,
di tappare qualche falla, non sempre con tempestività. L’8 giugno scorso, la
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha emanato una
circolare (qui
il testo completo) indirizzata a tutte le Diocesi, contenente alcune
linee-guida su “L’espressione rituale del dono della pace nella Messa”. Essa
chiarisce, innanzitutto, che il segno di pace non è affatto un momento
indispensabile della celebrazione eucaristica, ma “si può omettere e talora
deve essere omesso”, qualora lo consiglino ragioni di opportunità. Quindi si
procede a una stretta nei confronti degli abusi, raccomandando di evitarne almeno
tre: l’introduzione di un “canto per la pace”, lo spostamento dei fedeli dal
loro posto e l’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a
qualche fedele.
Tutti i media hanno ripreso,
peraltro con qualche settimana di ritardo, la circolare, attribuendo a Papa
Francesco la paternità dell’idea di questa maggiore sobrietà. Tutto risolto,
allora? Francesco è divenuto un tradizionalista liturgico? D’ora in avanti,
soprattutto, non dovremo più aspettarci abusi? Non è proprio così.
Innanzitutto, come chiarito
sopra, la circolare è stata emanata dalla Congregazione per il Culto Divino, presieduta
dal card. Antonio Canizares Llovera. Considerato di orientamento “conservatore”
(ma neanche troppo), tanto da essere soprannominato “piccolo Ratzinger”, Canizares
è stato promosso ut amoveatur ad
Arcivescovo di Valencia qualche giorno fa: soluzione non sgradita
all’interessato, che pare intendesse tornare in patria, anche se avrebbe
preferito la sede di Madrid. Insomma, più che una delle prime decisioni di
Francesco, la circolare sul “segno di pace” sembra l’ultima di Benedetto XVI:
nel testo, infatti, si afferma che essa è il frutto di una riflessione
richiesta proprio da Ratzinger nell’Esortazione Apostolica Sacramentum
Caritatis del 2007, pubblicata a conclusione del Sinodo sull’Eucarestia,
dove già si osservava che “è stata rilevata l'opportunità di moderare questo
gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione
nell'assemblea proprio prima della Comunione. È bene ricordare come non tolga
nulla all'alto valore del gesto la sobrietà necessaria a mantenere un clima
adatto alla celebrazione, per esempio facendo in modo di limitare lo scambio
della pace a chi sta più vicino” (par. 49). Certo, Papa Francesco ha approvato
la circolare, ma su questa scelta, tutto sommato abbastanza scontata, non è il
caso di fantasticare più del necessario.
A prescindere dagli orientamenti
liturgici del Santo Padre, tuttavia, l’elemento problematico è quello della
completa inefficacia, già sperimentata in passato, di siffatte “circolari”:
come le grida manzoniane, esse continuano a denunciare gli abusi, senza che
però questi vengano sanzionati come dovrebbero. I Vescovi sono nel migliore dei
casi timorosi o inadempienti, mentre nel peggiore rifiutano di conformarsi alle
direttive provenienti da Roma; i sacerdoti peggio ancora. A quanti e quali
abusi, spesso decisamente oltre il limite del sopportabile, siamo costretti ad
assistere nelle parrocchie? Chi li reprime? Chi si assicura che la liturgia
venga celebrata come Dio comanda? Nessuno, appunto.
Del resto, oggi i preti cantano “Mamma Maria”
sull’altare, guadagnandosi l’affetto di numerosi
fan e partecipando ai
talk show della domenica pomeriggio. Oppure benedicono
le “fedi” dei travestiti, facendoci rimpiangere ogni giorno di più quel
sant’uomo di don Oreste
Benzi che, alla domanda su cosa pensasse dei transessuali, rispondeva, con tutto
il realismo e il buon senso di cui è capace il cattolico: “Devono curarsi”.
E se nessuno ha il coraggio di assumere provvedimenti nei confronti di soggetti
del genere, pensiamo forse che qualcosa potrà cambiare riguardo al segno della
pace? Inutile farsi illusioni: la crisi della liturgia (e della Chiesa) si prospetta
ancora molto lunga.
Pubblicato il 06 settembre 2014
Mancini mostri un livore che non ho visto nemmeno nei mangiapreti meglio foraggiati dai sovietici. Il segno di pace accettalo e scambialo con cuore aperto.
RispondiEliminaMancio rossobruno!
EliminaDue sono gli strumenti dell'anticattolicesimo: il cattolico modernista e il cattolico tradizionalista (Mons. Ballestrero)
RispondiEliminaÈ un detto molto acuto ma i danni maggiori in questa epoca li fanno sicuramente i primi.
EliminaI tradizionalisti avranno mille difetti e fisse ma se non era per loro non avrei mai conosciuto il lato migliore del cattolicesimo.
I modernisti mi hanno fatto perdere la fede e i tradizionalisti mi hanno aiutato a riguadagnarla, tanto mi basta sapere.
Alcune considerazioni sparse sull'irritante "scambiatevi il segno della pace", che devo subire quando, impossibilitato ad assistere alla S. Messa di sempre, sono costretto ad assistere alla messa postconciliare:
RispondiElimina1) lo "scambiatevi il segno della pace" è uno pseudo rito a-liturgico, presente, nel rito tradizionale, solo nelle messe pontificali, solo accennato e solo tra i presbiteri;
2) veicola una visione irenistica e falsamente comunitaria, totalmente assente nella liturgia e nella dottrina tradizionale. In altri termini, contribuisce a trasmettere, consapevolmente o inconsapevolmente, un "pacifismo", in senso lato, i cui risultati li vediamo bene nella totale, colpevole arrendevolezza della Chiesa riguardo alle persecuzioni contemporanee;
3) è fastidioso liturgicamente, perché interrompe, nel "nuovo" rito romano, la concentrazione per la S. Comunione (nel "nuovo" rito ambrosiano è collocato, fortunatamente, nella disgrazia, prima);
4) è irritante socialmente, perché non vado a Messa per "fare amicizie", ma per assistere al Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo. Non per dilettarmi di bovine transumanze di idioti sorridenti e socializzanti ("chi ha detto che io voglio stringerti la mano, o sconosciuto cretino?").
Aggiungo: forse complice un certo decadimento antropologico dei frequentatori della messa modernista (e pour cause), mi trovo a dover affrontare fedeli beoti che, quando costretto a frequentare tali messe, vogliono a tutti i costi "porgermi il gesto della pace". Non vale che mi rintani nell'angolo in fondo della chiesa, non vale che assuma un atteggiamento contemplativo e persino estatico: no, partono da lontano e giungono fino a me con sorrisino idiota per dirmi: "pace a te, fratello". Insopportabili.
Lo confesso: al solito cretino che voleva, a tutti i costi, "porgermi il segno della pace" una volta ho risposto con un saluto romano. Non escludo di farlo ancora. Almeno è più sano ed evito le sudaticce mani dei fedeli postconciliari. E poi, almeno per me, è più "comunitario".
Ma, ovviamente, il discorso va collocato in un, necessariamente severo, giudizio sulla messa conciliare. Abbiamo perso la consapevolezza che Bello e Vero sono intrinsecamente consistenti e sussistenti: la nuova messa è brutta, sciatta, superficiale di per sé. L'anarchia liturgica aggiunge caos a caos, bruttezza a bruttezza.
I canti, senili nelle voci, infantili nei contenuti, ridicoli nella musica. Il protagonismo e la puerile "creatività" di molti sacerdoti. La perversa volontà di sostituire il raccoglimento e l'adorazione con una demagogica (e dottrinalmente pericolosa) "partecipazione". Le prediche infinite, insulse, a-dottrinali e inutili. Peraltro ripetute protagonisticamente più volte durante la messa. Casule di plastica svolazzanti e braccia pelose esibite. Chierichette femmine. Il boyscouttesco (vabbeh, stanno tornando di moda, ritorneremo a citare Bernard Show) "teniamoci la mano" durante il Padre Nostro, quasi peggio della mani aperte di derivazione pentecostale e carismatica. Il piccolo-borghese "buona domenica" del prete alla fine. Vuole che gli portiamo anche le pasterelle domenicali? Il Tabernacolo spostato (è meglio che non veda?).
Per non parlare, ed è ovviamente la parte più grave, degli errori e delle ambiguità dottrinali del Novus Ordo: dalla Consacrazione, al "...per voi e per tutti", al "...che toglie i peccati dal mondo" e altri. E la rinuncia alla lingua sacra per il volgare.
La perdita del senso del Rito, della sua severa austerità, della contemplazione, è significativo della grave crisi della Chiesa di oggi.
"4) è irritante socialmente, perché non vado a Messa per "fare amicizie", ma per assistere al Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo. Non per dilettarmi di bovine transumanze di idioti sorridenti e socializzanti ("chi ha detto che io voglio stringerti la mano, o sconosciuto cretino?"). "
Elimina"dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono"!
del resto, sono solo cazzate comuniste, no?
comunque mi piacerebbe incontrati una volta a messa, così per farmi 4 risate.. ti immagino come un vecchietto incarognito in un angolo, incazzato con il mondo che fa il saluto romano se uno gli si siede accanto
Silente presidente onorario del CICRISDP: Cattolici Incacchiati Che Rifiutano Il Segno Di Pace.
EliminaCaro anonimo delle 8:43. Poche considerazioni in risposta, perché di più la sua volgare arroganza non merita:
Elimina1) non sono, anagraficamente, un "vecchietto incarognito", persino alla luce del giovanilismo imperante. Inoltre il suo desiderio di incontrarmi a messa è oggettivamente improbabile a realizzarsi, visto che io frequento, salvo rari casi, la S. Messa di sempre e non la messa postconciliare e modernista;
2) lei può citare strumentalmente il Vangelo quanto vuole, ma rimane il fatto che lo "scambiatevi il segno della pace" è un "rito" ("rito"?) assente nella S. Messa di sempre, fissata per sempre dal Concilio Tridentino e risalente ai tempi apostolici;
3) veicola un Cattolicesimo distorto, irenista, orizzontale e falsamente "comunitario", ben lontano dalla verticalità della vera S. Messa: la sostituzione di un Altare (sacro e sacralizzato con le reliquie) orientato a Dio, con un "banchetto" anonimo e volgare orientato "al popolo" ne è una palese dimostrazione;
4) sì, lo pseudo-rito - ripeto, a-liturgico, non documentato storicamente, non presente nella messa "apostolica - è disturbante sotto il profilo sacrale, liturgico, devozionale e sociale - ed è emblematico di una chiesa conciliare e postconciliare che rifiuta il sacro per il profano, la verticalità dell'Adorazione per l'orizzontalità di un "comunitarismo" vago, ambiguo e a-dottrinale. E' puro protestantesimo;
5) lei lo ha volgarmente detto: sì, le sue sono solo "cazzate comuniste", in senso lato, ma non troppo.
Silente...troppo giusto!! sottoscrivo in toto...
EliminaHo scoperto da poco e ora leggo assiduamente questo ottimo sito. Parlate pero' delle persecuzioni cristiane in m.o. Non di queste stupidaggini.perdonate lo sfogo.luca
RispondiEliminaCaro Luca, purtroppo la persecuzione nei confronti dei cristiani mediorientali è sotto gli occhi di tutti e parlarne senza correre il rischio di diventare banali è molto complicato. Comunque abbiamo toccato in parte il tema in alcuni pezzi di politica internazionale, pubblicati di recente.
EliminaInoltre, qualche settimana fa abbiamo lanciato un'iniziativa di sensibilizzazione, dal titolo "Siamo tutti nazareni": http://www.campariedemaistre.com/2014/08/siamo-tutti-nazareni-la-nostra.html
Voi lettori potete richiedere la spedizione di spillette con la "n" araba, inviando via Paypal un'offerta libera che ci aiuti a coprire i costi di acquisto e spedizione. La somma che avanzerà sarà devoluta ai nostri fratelli mediorientali tramite il Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). Tutti i dettagli dell'operazione saranno rendicontati sul blog.
Sperando di aver fatto cosa gradita segnalandoti l'iniziativa, ti ringraziamo per l'attenzione e ci auguriamo che continui a seguirci!
La Redazione
Al superficiale "meditate etc." che cita (se la citazione è vera) un altrettanto superficiale Ballestrero, ricordo che la Tradizione, assieme alla Parola, rappresenta la Rivelazione. Chi nega la Tradizione, nega la Rivelazione, cioè l'essenza e la ragion d'essere della missione salvifica della Chiesa.
RispondiEliminaLa Chiesa, o è tradizionalista, o non è.
intanto, nella cattolicissima croazia http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_06/zagabria-prima-unione-civile-gay-e8cef430-35a3-11e4-bdcf-fc2cde10119c.shtml
RispondiEliminaCaro Luca, condivido l'apprezzamento per questo blog, come pure le preoccupazioni nei riguardi dei Cristiani perseguitati.
RispondiEliminaMa non posso condividere il considerare "stupidaggini" la preoccupazione sulla dignitosa celebrazione della S. Messa. Parliamo del centro di tutta la nostra fede, che dovrebbe attirare i nostri cuori ogni istante, e che dovrebbe spingerci a esser ogni giorno migliori, a non sprecare nemmeno un momento della nostra esistenza, per esser sempre più degni di parteciparvi. Perché chi non mangia il Corpo di Cristo non avrà la vita eterna. Quei Cattolici, in fondo, che stanno morendo in questi giorni, lo fanno proprio per questa fede, non per altro. E la banalizzazione della Celebrazione in fin dei conti oltraggia il sacrificio di tutti coloro che per Essa sono morti.
Ora, sono due le condizioni che Cristo ha posto per la salvezza:
1. Nutrirsi del Suo corpo;
2. Dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi ecc.. perché chi aiuta un povero, aiuta il Signore presente in lui.
Entrambi condizioni essenziali, sebbene coinvolgano diversamente consacrati e laici, nessuna delle due stupida o secondaria.
Condivisione alla lettera di quanto scritto dall'ottimo Mancio, specie ove mette il dito sulla piaga parlando dei ritardi della repressione degli abusi. L'abuso certo non toglie l'uso, ma se non è corretto, tende a sostituirlo e la messa, da sacrificio del Signore e momento di formazione spirituale del fedele diventa una festa carismatico-comunitaria...
RispondiEliminaEMR
Sulla crisi liturgica contemporanea consiglio l'ottimo e-book di Luigi Martinelli "Le forme del sacro".
RispondiEliminaUrban
ahahaha io ci divenni ateo a forza di quella messa e di quel tipo di "cattolicesimo", per fortuna Dio volle che incontrassi dei tradizionalisti dopo.
RispondiEliminaAncora oggi i miei peggiori ricordi della messa sono le canzoni con la chitarra e il famigerato segno di pace che mi è ancora molto sgradevole quelle poche volte che devo sentire la nuova messa (cioè solo in vacanza e ai funerali).
P.S. Meno male che Ratzinger ha permesso la messa di sempre a S.S. Trinità dei pellegrini perché altrimenti i lefebvriani erano dall'altra parte di Roma