di Robert Hugh Benson
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. (Matteo 5, 9).
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla
terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada (Matteo 10, 34).
Abbiamo visto come la chiave per interpretare sia i
Paradossi del Vangelo che quelli del Cattolicesimo sia la stessa e che la Vita che li produce sia al tempo stesso
Divina e Umana. Andiamo ora a vedere come questa chiave risolverà i
paradossi del Cattolicesimo, specialmente quelli che ci sono contestati dai
nostri avversari. Ai nostri giorni il Cattolicesimo non è più ritenuto tanto
assurdo, da parte degli uomini intelligenti, da non poterne discutere. Coloro
che restano fuori dai confini della Chiesa giustificano la loro scelta con
motivazioni ben argomentate, e fanno accuse precise che è nostro dovere confutare
se non vogliamo riconoscerle fondate.
Non c’è dubbio che chi
vive al di fuori delle mura della Città della Pace non può saper nulla della vita
che vi si conduce, nulla dell’armonia e della consolazione che solo il
Cattolicesimo può dare. Tuttavia ad un certo punto può darsi benissimo che
questi osservatori esterni possano conoscere, di questa città che guarda verso
il cielo, del posto che occupa nel mondo, della sua grande influenza sulla vita
umana in genere, possano conoscere qualcosa di più dei credenti che vivono in
pace al suo interno. Partiamo allora dalla considerazione che non
necessariamente le loro valutazioni siano del tutto errate. Può darsi che essi
abbiano colto degli indizi che a noi siano sfuggiti e delle relazioni che, o
troppo facilmente diamo per scontate, oppure non riusciamo a vederle per
niente. Ed è possibile che questi atti d’accusa vengano usati come prova della
nostra falsità.
1 – Bisogna dire che l’obiettivo principale di tutte le religioni del mondo degne di questo
nome è sempre stato quello di promuovere e stabilire la pace tra gli uomini.
In modo superiore alle altre è stato fin dai primi tempi anche l’obiettivo del
Cristianesimo. […] Possiamo allora dire che la pace fa parte della stessa
essenza del Cristianesimo, e la suprema benedizione discende sugli operatori di
pace che saranno chiamati figli di Dio.
Eppure, se ci
rivolgiamo al Cattolicesimo, siamo costretti a vedere in esso non un elemento
di aggregazione, ma di disgregazione, non la figlia della pace, ma la madre
delle discordie: «Vi è forse oggi – ci vien fatto osservare con enfasi
retorica – una sola fra le tormentate regioni d’Europa le cui miserie non
dipendano almeno in parte dalle rivendicazioni del Cattolicesimo? […] Guardate
indietro nella storia e scoprirete che fu sempre così. Che cosa perturbò tanto
spesso la vita politica dell’Inghilterra dal dodicesimo al quindicesimo secolo
e la divise poi nettamente in due parti nel sedicesimo, se non la resistenza
deliberata di una nazione adolescente contro la tirannia di Roma? Che cosa
determinò il periodo delle guerre religiose in Europa, l’incendio di
Smithfield, gli strumenti di tortura di Elisabetta, lo spargimento di sangue
della Notte di S. Bartolomeo, se non questa intollerabile ed intollerante
religione che sempre rifiutò di venire a patti anche con i più ragionevoli dei
suoi avversari? Se consideriamo bene le cose per definire con precisione le responsabilità,
possiamo anche ammettere che, naturalmente, in questi esempi descritti non sia
stata la Chiesa Cattolica ad aggredire; ma infine è giusto dire che fu lei l’infelice
causa di questo inarrestabile diluvio di sofferenze umane. Quanto stranamente
dissimile dalla religione di Gesù Cristo, dobbiamo allora dire, è questa
religione della discordia, benché tutti questi diritti e opposizioni di natura
dogmatica e morale poggino sulla mansuetudine del Pover’Uomo di Nazareth!
Se oggi il vero Cristianesimo nel suo nascondimento è
ancora presente da qualche parte, non è certo nella Chiesa Cattolica che lo
troviamo; possiamo invece trovarlo nel nostro stesso paese, o in ogni altro,
tra le persone miti e misericordiose, tra uomini cioè che lottano per la pace
ad ogni costo, uomini in cui rifulgono le virtù della tolleranza e della carità
e che, ben più di altri, meritano di essere chiamati figli Dio come
in una delle beatitudini».
2 – Se dalla Vita della Chiesa Cattolica passiamo a
considerare quella di Gesù Cristo, in un primo momento abbiamo l’impressione,
in verità, che l’accusa che ci viene rivolta sia giustificata. Non possiamo smentire le accuse dei nostri
critici: ognuna di quelle testimonianze storiche è vera; è certamente vero che
il Cattolicesimo è stato occasione di spargimento di sangue ben più di quanto non
lo siano state l’ambizione e la gelosia umane. Ed è vero anche che Gesù
Cristo pronunciò quella benedizione sugli operatori di pace; che ingiunse ai
suoi seguaci di aspirare alla pace; e che, nel momento più alto della sua
glorificazione, diede loro quella Pace che solo Lui poteva concedere. Però, se
guardiamo più da vicino, troviamo che il caso non è così semplice. Perché,
innanzi tutto, quale fu l’effetto
diretto e immediato della Vita e della Personalità di Gesù Cristo sulla società
nella quale visse, se non la produzione degli stessi dissensi, dello stesso
spargimento di sangue, delle stesse miserie di cui si fa colpa alla Sua Chiesa?
Fu proprio per questo che fu consegnato nelle mani di Pilato: «Egli eccita
il popolo. Egli pretende di essere Re. Egli è un demagogo polemico, un cittadino
sleale, un pericolo per la Pace Romana».
Né in verità mancano i pretesti a sostegno di queste
accuse. Non era certo il linguaggio di
un pacifista moderno, del moderno “Cristiano” tollerante, che veniva fuori
dalle Divine labbra di Gesù Cristo: “Andate a dire a quella volpe”,
esclamava riferendosi al governatore del Suo popolo. “Voi sepolcri
imbiancati, pieni di ossa di morti! Voi, vipere! Voi, ipocriti!”: questo
era il linguaggio che usava rivolgendosi ai rappresentanti della religione d’Israele.
È per caso lo stesso linguaggio che viene usato oggi tra i maggiori esponenti
del pensiero religioso? Sarebbe tollerato oggi un linguaggio come questo dai
pulpiti dei pacifisti Cristiani, anche solo per un istante? È possibile immaginare
discorsi più infiammabili, sentimenti più “anticristiani” (come verrebbero
definiti oggi) di questi che furono espressi dallo stesso Divino Fondatore del
Cristianesimo? E che dire della scena stupefacente nella corte del tempio,
quando Egli rovesciò i banchi dei cambiavalute? Il significato, poi, di queste
parole e di questi sistemi, è piuttosto esplicito: “Non prendete abbagli” grida
ai pacifisti moderni che pretendono di essere i soli a rappresentarlo, “Non
prendete abbagli. Io non son venuto a portare pace ad ogni costo:
vi sono cose assai peggiori della guerra
e dello spargimento di sangue. Io sono venuto non a portare la pace ma
la spada, sono venuto a dividere le famiglie, non ad unirle, a
frantumare i regni, non a consolidarli; sono venuto a mettere la madre contro
la figlia e la figlia contro la madre; non sono venuto a stabilire la
tolleranza universale, ma la Verità universale”.
Come possiamo risolvere, allora, questo Paradosso? In che
senso è possibile che il significato della Personalità del Principe della Pace,
e conseguentemente il significato della Sua Chiesa, a dispetto della loro pretesa
di essere amici della pace sarebbe invece non la pace ma la spada?
3 – Rispondiamo a queste domande.

Così come non ci
sarebbero conflitti se essa fosse una società puramente umana. Se fosse semplicemente
il prodotto di un processo di elevazione morale avviato dal basso, la
risultante della più squisita concezione religiosa del mondo, la più eminente
rappresentante del massimo livello di preparazione spirituale, potrebbe ugualmente
venire a compromessi, sospendere quelle Norme e restarsene in silenzio.
Ma essa è al tempo
stesso Umana e Divina, e la sua conflittualità è indubbia e inevitabile in quanto
la Chiesa risiede fra i regni di questa terra che sono, almeno ai nostri giorni,
costituiti su basi esclusivamente umane. Gli uomini di Stato e i re, ai
nostri giorni, non fondano la loro politica su concetti soprannaturali. […]
Quando sono nelle loro vesti ufficiali essi si dichiarano né a favore né contro
la religione: “La religione è una faccenda privata e il governo ne resta al di
fuori”, essi dicono; o in ogni caso devono esprimersi in questi termini, anche
quando non lo pensano. Ed è per abitare in questo tipo di mondo, in questo
modello di società umana che la Chiesa Cattolica è stata costituita. Anch’essa
è un regno che, anche se non di questo mondo, risiede tuttavia in esso.
3.2 – La
Chiesa Cattolica è anche Divina. Il suo messaggio contiene, occorre dirlo,
verità soprannaturali rivelate direttamente da Dio; la sua costituzione è
soprannaturale e soprannaturali sono le basi su cui poggia. Essa non è
organizzata come se la realtà fosse racchiusa tutta in questo mondo. Al
contrario: essa mette il regno di Dio indiscutibilmente al primo posto e il
regno terreno al secondo; la Pace di Dio al primo e la concordia umana al
secondo.
Perciò, ogni
qualvolta i suoi princìpi soprannaturali vengono in conflitto con i princìpi
naturali, essa è costretta a divenire motivo di discordia. La sua legge sul
matrimonio – per limitarci ad un esempio – è in conflitto con quelle vigenti
nella maggior parte degli Stati moderni, ed è di nessuna utilità cercare di convincerla a modificare i suoi
princìpi: sarebbe come chiederle di cessare di essere soprannaturale, di
cessare di essere se stessa. Come potrebbe modificare quello che ritiene essere
il suo Messaggio Divino?
Ancora, poiché la Chiesa Cattolica è organizzata su basi
soprannaturali, vi sono elementi soprannaturali nella sua stessa costituzione
che, al pari dei dogmi, non possono assolutamente essere modificati.
Recentemente in Francia avrebbe potuto ottenere, se solo avesse voluto, il
regno di questo mondo. Le fu offerto infatti di conservare le sue
stesse proprietà, le sue chiese e i suoi edifici, se avesse rinunciato al
principio che la lega spiritualmente al Vicario di Cristo. Con quale facilità
se fosse stata solo umana avrebbe potuto conservare i suoi beni! Come
inevitabilmente avrebbe modificato – secondo i princìpi umani – la propria costituzione
al fine di conservare intatte le sue stesse proprietà! Ma come del tutto
impossibile, fu invece, che una tale Società, la quale oltre ad essere umana è
anche divina, accettasse un tale mercanteggiamento!
Coraggio dunque! Noi
desideriamo la pace sopra ogni cosa, ma – dobbiamo specificare – la Pace di
Dio, non quella pace che il mondo, dal momento che può dare, può
anche ritogliere; non la pace che dipende dall’armonia della natura
con la natura, ma quella della natura con la grazia. Pertanto, fino a quando il mondo sarà diviso nella
sua fede; e il mondo, o una contrada, una famiglia o anche una singola persona,
agirà in questa discordanza dei princìpi naturali e divini, la religione
Cattolica, che è soprannaturale, porterà non la pace ma la spada. E
questo avverrà fino alla fine del mondo, fino alla catastrofe di Armageddon che
lo distruggerà definitivamente.
Pubblicato il 01 gennaio 2013
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