
Tempo fa mi ero ripromesso di
presentare al lettore di Campari e De Maistre l'ultimo libro di Thilo Sarrazin, L'Europa
non ha bisogno dell'Euro. In che modo un sogno politico ci ha condotti alla
crisi. Il libro è già uscito un mese fa e mi recai a comprarlo qui a
Bruxelles il primo giorno in cui era disponibile. Poi, preso dagli impegni, ho
trascurato questo mio proposito. Ci ritorno ora per una notizia di
attualità.
Secondo
il quotidiano Libero, il vescovo di Vicenza, S.E. Beniamino Pizziol, avrebbe
criticato le politiche del governo tedesco, in quanto egoistiche e non solidali
verso il resto d'Europa.
Chi scrive parte da un
pregiudizio molto positivo verso la Germania e la sua leadership attuale, ed è
rimasto abbastanza sconcertato alla lettura di questo giudizio. Certo, è
possibile che Libero non sia fedele al pensiero del vescovo - la cosa non mi
sorprenderebbe affatto. Eppure non diminuisce il mio sconcerto nell'apprendere
che un vescovo esprima giudizi di condanna sulla politica economica di un paese
democratico e civile come la Germania.

Se l'analisi di Sarrazin è corretta, l'egoista è chi propone manovre di easing quantitativo, o che vorrebbe l'introduzione di Eurobond - il cui costo graverebbe sui lavoratori tedeschi e olandesi, le cui tasse dovrebbero pagare gli interessi più alti che Germania e Olanda dovrebbero pagare per onorare i loro debiti. Questa manovra non si sa quanto possa essere efficace (le scuole economiche su questo punto, come è noto, si dividono); ma sembra abbastanza evidente che difficilmente si possa definire 'giusta' una simile operazione, in cui chi è meno produttivo non è incoraggiato a migliorare e chi è produttivo deve pagare di più. Sarà forse solidarietà, secondo il vescovo di Vicenza, ma è difficile capire se possa portare davvero lo sviluppo di cui i più deboli hanno bisogno.
Naturalmente ci sono altre letture della realtà della crisi europea,
secondo le quali gli yields alti delle obbligazioni di stato dei PIIGS sono
frutto di manovre speculative (qualunque cosa significhi il termine
'speculativo') e non frutto di un divario di competitività tra il cuore
d'Europa e la sua periferia. Se questo è vero, gli interventi implicitamente
auspicati dal vescovo sarebbero forse risolutivi della questione.
La cosa incredibile è che il
vescovo, con questo suo intervento, prende implicitamente posizione
nell'attuale dibattito tra economisti circa la crisi. Forse non ha coscienza
dell'esistenza di un dibattito e si fida soltanto di quel che legge sui
giornali italiani (se leggesse la FAZ o anche la Bild, evidentemente, la sua
lettura della realtà sarebbe diametralmente opposta). In altre parole, ancora una volta si ha l'impressione che la
chiesa italiana brilli per cialtroneria: il vescovo, come pure chi scrive, non
ha alcun titolo per fare una analisi della situazione, e fidarsi di quel che si
legge sui giornali, senza intuire la complessità del dibattito, è quantomeno
ingenuo.
Ed eccoci allora al libro di
Sarrazin. Thilo Sarrazin è un ex membro del consiglio della Bundesbank, la
Banca centrale tedesca. Sarrazin è noto nella sua patria per le posizioni
anticonformiste - sull'immigrazione, ad esempio, si espresse in toni à la Biffi, attirandosi gli strali dei
sostenitori di quel che in Germania si chiama Multikulti.
In Europa braucht den Euro nicht
(Deutsche Verlags-Anstalt, Monaco, 2012), Sarrazin sostiene che l'errore
compiuto dalla Germania è stato appunto l'indulgere a quella 'generosità' alla
quale il vescovo di Vicenza la vorrebbe richiamare.
Sarrazin pensa che la generazione
di politici come Kohl e Schmidt commise l'errore di volere a tutti i costi
l'unione monetaria prima di avere realizzato una autentica integrazione tra le
economie che oggi costituiscono l'Eurozona. Sarrazin fornisce dati
agghiaccianti: la produttività media di un lavoratore italiano (dati
Bundesbank) è il 66% della produttività di un lavoratore tedesco! Sarrazin rivela che la Bundesbank
di Tietmayer si oppose con vigore al sogno di Kohl, denunciandone
l'infattibilità, ma il senso di colpa
per gli orrori del nazifascismo e il desiderio di non ripeterli più, secondo
Sarrazin, si sostituirono a una fredda analisi economica della situazione, e
portarono Kohl a spingere l'acceleratore per l'integrazione monetaria.
Ma il sogno, spiega Sarrazin, era inevitabilmente destinato a naufragare, proprio perché il sud dell'Europa ha bisogno di riforme strutturali per riconquistare competitività. Ed è per questo che la Germania si oppone (e deve opporsi, secondo Sarrazin) a Eurobonds e a quantitative easing, altrimenti i PIIGS non si riformeranno e il declino del continente, sotto la spinta di inflazione incontrollata, sarà inarrestabile. Con tutte le coseguenze sociali che ne seguiranno.
Chissà se il vescovo di Vicenza legge il tedesco. Se sì, forse bisognerebbe regalargli questo libro, che farebbe pensare parecchio anche tanti giornalisti della periferia europea, che non sanno fare altro che chiedere a Merkel di inflazionare il debito. Non so se Sarrazin ha ragione, ma ha tanti argomenti a sostegno della sua tesi. E mi pareva giusto segnalarvi questo suo libro.
Nel libro ci sono anche molte chicche per drogati di politica come il sottoscritto. Ne segnalo una che ci riguarda da vicino: 'ho conosciuto Mario Monti all'inizio del 2003 [...]. Nella sua accuratezza e nella sua precisione mi sembrava un tedesco, soltanto più elegante e più gentile' (p. 453, n. 60).
Nota: ringrazio l'amico Marco Grazzi, economista dell'università di Bologna, che, pur non condividendo mezza riga di quel che ho scritto, ha avuto la pazienza di rileggere il mio pezzo e di comunicarmi le sue impressioni.
Ma il sogno, spiega Sarrazin, era inevitabilmente destinato a naufragare, proprio perché il sud dell'Europa ha bisogno di riforme strutturali per riconquistare competitività. Ed è per questo che la Germania si oppone (e deve opporsi, secondo Sarrazin) a Eurobonds e a quantitative easing, altrimenti i PIIGS non si riformeranno e il declino del continente, sotto la spinta di inflazione incontrollata, sarà inarrestabile. Con tutte le coseguenze sociali che ne seguiranno.
Chissà se il vescovo di Vicenza legge il tedesco. Se sì, forse bisognerebbe regalargli questo libro, che farebbe pensare parecchio anche tanti giornalisti della periferia europea, che non sanno fare altro che chiedere a Merkel di inflazionare il debito. Non so se Sarrazin ha ragione, ma ha tanti argomenti a sostegno della sua tesi. E mi pareva giusto segnalarvi questo suo libro.
Nel libro ci sono anche molte chicche per drogati di politica come il sottoscritto. Ne segnalo una che ci riguarda da vicino: 'ho conosciuto Mario Monti all'inizio del 2003 [...]. Nella sua accuratezza e nella sua precisione mi sembrava un tedesco, soltanto più elegante e più gentile' (p. 453, n. 60).
Nota: ringrazio l'amico Marco Grazzi, economista dell'università di Bologna, che, pur non condividendo mezza riga di quel che ho scritto, ha avuto la pazienza di rileggere il mio pezzo e di comunicarmi le sue impressioni.
Pubblicato il 20 giugno 2012
Gili for President!!!
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