di Luca Gili
Tutto è bene quel che finisce bene, dicono i grandi giornali
europei. Qui a Bruxelles, città risvegliatasi sotto un temporale piuttosto
violento, si tira un sospiro di sollievo.
In Grecia i socialisti e Nea Democratia avrebbero le forze
per formare un governicchio in stile Romano Prodi 2007, con una maggioranza
risicata, ma pur sufficiente. E, soprattutto, l'Olanda ha perso contro il
Portogallo, con grande gioia dei fiamminghi, che seguono gli Europei solo per
gufare contro i vicini olandesi.
Però le cose, come sempre, non sono tanto semplici. Innanzi
tutto il Pasok ha annunciato di non voler formare un governo con i conservatori
di Nea Democratia; le trattative per la formazione del governo si fanno quindi
piuttosto complicate.
E poi incombe una domanda: ha fatto bene la Grecia a
scegliere di restare nell'Euro?
Secondo ogni evidenza, sembrerebbe di sì. L'uscita
incontrollata della Grecia dall'eurozona avrebbe portato a una svalutazione
immediata della nuova dracma, con un impoverimento generale del popolo greco -
un effetto molto più violento di quello indotto dalle manovre di austerità.
Senza contare che un default greco avrebbe creato problemi
molto gravi anche ai paesi dell'Eurozona.
Tutto è bene quel che finisce bene? Sì e no. La Grecia deve
affrontare una stretta fiscale molto forte, impostale dalla troika costituita
da Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europea.
Quale giudizio dare, da cristiani, della situazione cupa
nella quale stiamo vivendo?
Alcuni pensano che l'impoverimento generale al quale noi
PIIGS stiamo andando incontro non sia in sé un male: c'è chi butta la cosa sul
piano moralistico (il Vangelo elogia i poveri e altre corbellerie del genere),
e c'è chi, più avveduto, pensa che la povertà ci costringerà ad attaccarci a
ciò che davvero conta, cioè a Cristo, dal quale spesso la ricchezza, con le sue
preoccupazioni, ci distrae.
Questa seconda riflessione, in sé corretta, non deve però
indurci a credere che la ricchezza sia in sé un male. A questo proposito a me
piace ricordare che san Tommaso, nel suo trattato sulla grazia, osserva che i
beni temporali possano essere meritati dall'uomo presso Dio, sia pure
accidentalmente (cf. Summa Theol. Ia-IIae, qu. 114, a. 10). San Tommaso non
dice certo che il successo mondano è una conseguenza dello stato di grazia -
certe sciocchezze, come ben ci ha spiegato Weber, le hanno tirate fuori i
protestanti. Il nostro santo, più semplicemente, osserva che i beni temporali
possono essere utili per operare il bene e vivere una vita di grazia; in quanto
tali, essi possono essere meritati presso Dio: "tantum enim dat Deus viris
iustis de bonis temporalibus, et etiam de malis, quantum eis expedit ad
perveniendum ad vitam aeternam" (Summa Theol. Ia-IIae, qu. 114, a. 10,
resp.). Ciò che noi dobbiamo avere di mira è l'unica cosa che conta: la vita di
grazia e la vita eterna, cioè la comunione con Cristo in questa terra e poi in
cielo. Tutto ciò che facciamo deve mirare a questo obiettivo e le nostre
preghiere devono essere rivolte ad ottenere a noi i beni indisepnsabili per
vivere in modo virtuoso.
Alle volte Dio permette un male temporale, perché ne venga
un bene maggiore spirituale. Questa è una verità molto scomoda, ma cruciale nel
cristianesimo. Forse è possibile che la povertà verso la quale noi europei del
Mediterraneo andiamo incontro ci sia utile per farci riscoprire l'importanza
della vita spirituale; se è così, noi non cesseremo di considerare la povertà
un male (contro i pauperisti de noantri), ma chiederemo a Dio la forza di
sopportarla, nella certezza che Egli non ci abbandona e che tutto opera per il
nostro bene più autentico e vero.
Penso che questo sia quel che deve avere in mente il
cristiano di fronte a questa caotica situazione europea. E, con questa convinzione,
deve adoperarsi con responsabilità anche per migliorare la situazione
'temporale' in cui si trova a vivere.
Il voto greco mi pare una importante presa di
responsabilità, che va proprio in questa direzione; e ciò va solo a onore di
questo grande popolo, in cui la forte tradizione cristiana non si è affatto
spenta.
In attesa di vedere come evolverà la situazione economica e
politica, ci sono sempre gli Europei di calcio, che ci riservano ai quarti lo
scontro tra la Germania, forte e competitiva, e la Grecia, vittima di politici
irresponsabili e corrotti, ma forte nella sua grande dignità.
Chi scrive tifa Grecia, più che altro per simpatie
filosofiche.
Pubblicato il 19 giugno 2012
Grande Gili =) (anche a posteriori)
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