di Alberto Calabrò
Massimiliano Tresoldi ha,
nel 1991, un grave incidente d’auto. Piomba in coma. Dopo dieci
anni si risveglia, in condizioni di gravissima disabilità per i
danni causati dal trauma al cervello.
Il 4 novembre 2013 va in
onda a “La vita in diretta” su Rai 1 un servizio su di lui. La
chicca arriva in chiusura: prende la parola Alda D’Eusanio, ospite
in studio. Riporto le sue parole:
“Rivolgo un appello
pubblico a mia madre. Mamma, se dovesse accadermi quello che è
accaduto a Max ti prego: non fare come la mamma di Max. Quella non è
vita. Dirò una cosa controproducente, come volete, ma tornare in
vita senza poter più essere libero, indipendente, soffrire, avere
quello sguardo vuoto… quando Dio chiama, l’uomo deve
andare. (Un ospite le fa notare che evidentemente Dio non l’ha
chiamato, perché Max è ancora vivo, e lei così ribatte) No, sono gli uomini
che l’hanno tenuto in vita. Gli uomini e la medicina.”
Parte il putiferio.
Il mondo in difesa di
Massimiliano, il mondo, così pronto ad accogliere la scienza
bollando ogni credente come animale medioevale, scopre quello che è
chiamato “effetto mamma”: la capacità di chi, in coma, è in
grado di percepire voci e affetti. Detto meno romanticamente, in coma
non diventi un “vegetale” ma resti una persona. Tutti chiedono il
rogo della strega, non si può dire una cosa così dura, non dopo
aver guardato per alcuni minuti quello “sguardo vuoto”.
Le parole di Alda mi
ripugnano. Ma la rispetto. E pure tanto.
Perché quell’orda di
persone che ora la vorrebbe alla gogna è la stessa orda che ogni
giorno sbraita che l’aborto è un traguardo di civiltà. Sceglie,
l’orda, e con coscienza, d’infischiarsene di quella scienza da
lei osannata, che da 40 anni dice a tutti noi che una forma di vita è
identificabile a partire dal suo codice genetico; e finge di non
sapere che il feto ha codice genetico completo, ed è quindi un
essere umano. Anche se non lo vediamo, anche se, come dicono loro
(con ben poco piglio scientifico) “non ha forma umana, quindi non è
umano”.
Hanno scelto, quattro
anni fa, di acclamare la morte di Eluana Englaro come un traguardo di
civiltà. Eluana era una donna in coma irreversibile per colpa di un
grave incidente. Nel 2009, con decreto della Corte D’Appello di
Milano, è stata soppressa. Le hanno staccato il sondino che la
alimentava e buonanotte, niente più acqua né cibo. E’ morta
letteralmente di sete nel giro di pochissimi giorni. Per lei niente
“effetto mamma”, niente servizi in tv, niente barricate in difesa
di una legge (la nostra, italiana, non quella del Vaticano che
quest’orda tanto odia) che - almeno finché non saranno promulgate
leggi su testamento biologico ed eutanasia – identifica quello che
è accaduto come “omicidio del consenziente”. Un modo tecnico per
definire l’omicidio di una persona che ti chieda espressamente di
essere ammazzata.
Consenziente con tutte le
riserve, perché il “consenso” della poveretta sarebbe stato
dedotto da sue dichiarazioni non documentate con certezza, rilasciate
17 anni prima e pronunciate in circostanza di grave turbamento
emotivo: avrebbe infatti detto, davanti alla sofferenza di una
persona cara ridotta in coma, che al coma avrebbe preferito la morte.
Ma discutere sulla validità del suo consenso è un vezzo da
giuristi; anche se questo fosse stato documentato e certificato da un
notaio, il fatto sarebbe comunque inquadrabile come “omicidio del
consenziente” con l’aggravante che è avvenuto con il placet di
una Corte D’Appello.
Dove eravate allora,
maledetti, quando quei togati decidevano di insozzare la vostra
(laica) legge penale? Dove siete ora, quando milioni di bimbi sono
soppressi quando la (laica) scienza medica (non vi siete mai chiesti
perché ci siano tanti medici obiettori?) li considera uomini fatti e
finiti?
Non vi interessa,
l’importante è combattere tutto ciò che piace all’odiato
Vaticano, e se questo significa sputare sulla legge penale decretando
un omicidio, pazienza. Se questo significa ammazzare bambini,
pazienza. Siete prostitute ideologiche. Se la Chiesa Cattolica
iniziasse a sensibilizzare i fedeli sui pericoli del fumo, come segno
di “libertà e indipendenza” iniziereste a fumare come animali,
vi fareste il bagno nel catrame, vi fareste i gargarismi con
l’asfalto. Visto che denti neri ho? Mica seguo quei medioevali dei
preti, io.
Vi fermate solo quando
l’etichetta v’impone un certo comportamento. E l’etichetta,
dopo un servizio di svariati minuti con i sorrisi e i mugugni di un
povero diavolo, v’impone di mostrare un senso di pietà che non
avete. Voi, vermi, che se la mamma di Massimiliano si fosse rivolta a
un Tribunale per farlo sopprimere come Eluana vi sareste schierati
con lei. Felici di poter essere ancora una volta trasgressivi contro
la “morale medioevale dei preti”.
Alda è come voi, ha solo
polverizzato la regola del non andare oltre all’etichetta. La
rispetto perché è sincera, nella sua freddezza. Ha messo in piazza
la vostra disumanità, e questo vi fa infuriare.
Ammettetelo, voi che di
vuoto non avete lo sguardo ma lo spirito.
E smettetela.
Pubblicato il 08 novembre 2013
Tanto duro ed esplicito quanto bello. Uno dei migliori articoli. Grazie per la chiarezza.
RispondiEliminaEdo