di Franciscus Pentagrammuli

Fra i notabili partecipanti, il presidente dell’UMP, Jean François Copé, il capogruppo del medesimo partito all’Assemblea Nazionale, Christian Jacob, e gli ex ministri Xavier Bertrand e Brice Hortefeux; un centinaio di parlamentari in totale; poi, un gruppo di rappresentanti del FN, guidati da Bruno Gollnisch, cui si aggiungano vari politici di partiti minori, fra i quali spicca l’ex-governatore della Vandea, il visconte Philippe de Villiers, e una decina di vescovi francesi, fra cui il cardinale Vingt-Trois di Parigi, e l’arcivescovo Barbarin di Lione (ma non dimentichiamo che hanno partecipato o contribuito alla Manif pour tous anche ebrei, musulmani, protestanti).
Insomma, si è trattato di una manifestazione non
disprezzabile per la quantità dei partecipanti, né per la loro qualità e
varietà, ma il governo, come è ovvio, non mostra di voler tenere conto della
piazza, quando questa non sia d’accordo coi principi del socialismo e/o del
relativismo: "La manifestazione, se uno crede alle immagini e alle cifre
che devono esser confermate, è consistente, ed esprime una sensibilità che deve
essere rispettata, ma non modifica la volontà del governo di avere un dibattito
al parlamento per permettere di votare la legge", ha dichiarato Hollande, mentre
la ministra della giustizia Christiane (sic) Taubira ha fatto sapere che un
referendum sarebbe incostituzionale; il ministro del lavoro Michel Sapin ha reso noto che "Il paese non è diviso a metà", e
l’europarlamentare e segretario del partito socialista Harlem Désir ha affermato: "Il diritto a manifestare è
garantito nel nostro paese, ma ci tengo a ricordare la totale determinazione
dei socialisti a registrare nella legge il diritto per tutti coloro che si
amano a sposarsi ed adottare figli" (ne parlano tanto, ora, i socialisti,
ma quando si trattava di divorzio e aborto, o anche di rivoluzione sessuale, a
voi sembrava ci tenessero in tal maniera, all’amore e al matrimonio?).
Ha commentato Copé, intervistato durante la
manifestazione dal quotidiano le Monde: "Hollande vuole imporre una
riforma radicale calpestando un dibattito. Voler imporre una simile riforma, di
fronte e contro tutti, è pericoloso".
Ed è giunto in rinforzo, pur coi suoi toni democristianeggianti, anche il moderato Bayrou: "In un paese come il nostro, nel momento di crisi in
cui ci troviamo, l’imperativo della conciliazione ed unità del paese è molto
importante", e invita il presidente Hollande a “prestare ascolto ai
manifestanti” e non praticare il “dialogo fra sordi”.
Ha chiosato, infine, l’organizzatrice Barjot: “Se il governo non ci
presterà ascolto, faremo una nuova manifestazione” [fonte: le Monde]

"Miei cari
compatrioti, il mondo politico si è investito di una materia che rimette in
causa l’istituzione universale e atemporale che è la Famiglia: ciò costituisce
una minaccia ai fondamenti stessi della nostra società. L’umanità intera, e in
particolare la nostra storia comune, la storia di Francia, si è basata sul solo
fondamento della famiglia. Mille anni della nostra storia riposano su una
famiglia di cui io sono l’erede, il figlio primogenito, e che io ho l’immensa
responsabilità di rappresentare presso di voi.
[…]
I nostri uomini politici non possono prendersi la
responsabilità di ridefinire le leggi immemorabili dell’umana natura. Certo,
noi dobbiamo adattarci continuamente ai mutamenti della nostra società, ma
certi principii immutabili quale l’unione di un uomo e una donna per fondare
una famiglia ed educare i figli, non possono essere messi in questione.
[…]
La visione dei miei avi, e particolarmente di Ugo Capeto, di
san Luigi, di Enrico IV o ancora di Luigi XIV, era di costruire, nell’interesse
di tutti, una Nazione francese che risplendesse nei secoli. Essa non si fermava
di fronte agli interessi particolari suscettibili di compromettere i suoi
valori fondativi. Il mio rimpianto padre, il principe Alfonso, nella cui linea
io mi inscrivo, diceva che “Non si saprebbe come avere, in una società,
alcunché di stabile e durevole senza il rispetto dei diritti fondamentali della
Famiglia, cellula base di ogni società costituita nell’ordine naturale e
cristiano. Spetta ad ognuno di riflettere su ciò. Possa la divina misericordia
condurre a questa utile meditazione, perché ciascuno riprenda a sperare”.
Io chiamo dunque oggi, al di fuori di ogni posizione
politica partigiana, tutti i Francesi a difendere i valori tanto caramente
difesi nei secoli dai nostri antenati, e a far conoscere il proprio sostegno ai
difensori della Famiglia e dei diritti dei bambini. Ne va del nostro avvenire.
I Francesi devono mostrare l’esempio alle altre nazioni.
Dato a Parigi, l’8 Gennaio 2013,
Luigi, duca d’Angiò”
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