Come è noto, è ormai giunta ad
uno stadio acuto la straziante agonia
del Popolo della Libertà, schiacciato sotto il peso del discredito e del ridicolo
di cui si è ricoperto da solo in questi anni, con un masochismo tale da far
sospettare che si tratti di una questione attinente più al campo della
psichiatria che della politica. Ed ecco, su “La Stampa”, in data 29 novembre
2012, apparire una geniale intervista di Sandro Bondi, il quale, come nel finale di un giallo ben scritto, svela
chi sono i colpevoli della morte prematura di quello che una volta era il
partito di maggioranza relativa ed oggi marcia a tappe forzate verso il Nulla: elementare Watson, è tutta colpa degli ex
AN e dei cattolici!
Il don Abbondio del berlusconismo sferza: «Purtroppo chi proviene da An
ha mantenuto un’identità e un modo di fare politico che mal si conciliano con
il profilo di una forza politica autenticamente liberale e riformista».
E poco più in là: “E sui temi delle libertà personali sono su posizioni di
radicalismo religioso alla Tea party che sono in contrasto anche con il
cattolicesimo”. Ohibò, e pensare che quando mi sono avvicinato al Tea Party
Italia molti amici, oscurantisti come me, mi dissero scuotendo la testa: “Non
sei più il bel reazionario retrogrado che tanto ci piaceva”. Ecco che Bondi fa
giustizia e riscatta il mio buon nome di nemico della modernità!
L’intervistatore però lo incalza, e gli ricorda che i parlamentari vicini
a Comunione e Liberazione o in generale cattolici hanno sostenuto assieme agli
“uomini neri” quelle posizioni. Ed ecco che il poeta della corte di Arcore
sentenzia: “Sì, la parte più confessionale del Pdl che rappresenta solo uno
spicchio del mondo cattolico”. E non è
finita: ce n’è pure per i poveri (e laicissimi) Gaetano Quagliarello e Maurizio
Sacconi, rei di essersi saldati coi “fascisti”, quindi coi cattolici
accusati di essere loro amici, quindi di essere complici con la deriva fondamentalista impadronitasi del Pdl, tanto terribile da far invidia all’ayatollah Khomeyni (e pazienza se lo stesso Bondi firmava proprio insieme a Quagliariello documenti contro la "deriva zapaterista"). Più tardi preciserà che il “mondo cattolico” di cui si
sente parte e che, a sua detta, rappresenterebbe il vero messaggio cristiano, è
quello che si riferisce alla figura del fu cardinal Martini. E qui abbiamo
davvero fatto il Grande Slam!
Mi restano da chiarire due cose:
quali sarebbero le posizioni, tanto arretrate da essere in contrasto persino
con l’arretratissimo cattolicesimo, sostenute dai “clerico-fascisti?” Due
innanzitutto: la scelta di astenersi al referendum del 2005 sulla legge 40 in
materia di procreazione medicalmente assistita e, nel 2009, il tentativo
disperato di salvare la vita alla povera Eluana Englaro. E qui trasecolo.
Per quanto riguarda la legge 40 è vero piuttosto che si tratta di una
legge in contrasto con il Magistero di Santa Romana Chiesa: infatti
permette questa pratica aberrante, laddove una legge “cattolica” la avrebbe
proibita in ogni caso e punito severamente chiunque la praticasse. Sostenere
che una simile legge sia ispirata a fondamentalismo religioso dimostra soltanto
il fondamentalismo dell’autore di una simile dichiarazione. Aggiungasi che fra i maggiori difensori
della legge 40 ai tempi ci fu proprio il nostro pacioso amico. E che il decreto
legge con cui si cercò di sottrarre al boia Eluana Englaro fu approvato
all’unanimità del Consiglio dei Ministri, di cui Bondi, Ministro dei Beni
Culturali, era membro. E non c’è da sospettare che il nostro Sandro avesse
votato a denti stretti, magari per evitare divisioni in un momento
delicatissimo: trionfalmente dichiarò che quella decisione rappresentava il
vero atto di nascita del Pdl, allora non ancora formalmente costituito in
partito! Ma Bondi non ha problemi di questa fatta: è vero, spiega in una
dichiarazione successiva all’intervista, la legge 40 lui ha contribuito ad
approvarla, ma poi “è stata recentemente bocciata da una sentenza della Corte
Europea”. Ne deduciamo che Bondi si fa
dire cosa pensare non dalla propria coscienza ma da questo o quel tribunale,
e se viene emessa una sentenza in contrasto con sue precedenti convinzioni, non
critica la sentenza ritenendola sbagliata, ma azzera le frequenze del proprio
cervello. Quanto ad Eluana: “La mia coerenza e la mia onestà intellettuale
giungono fino al punto di ammettere che sul decreto riguardante Eluana la mia
posizione è stata un errore”. Coerenza
ed onestà intellettuale dovrebbero spingerlo a fornire anche una spiegazione
del suo voltafaccia, cosa che però non fa.
Ora, il motivo di riprendere
queste dichiarazioni (simili a quelle rese nelle stesse ore da Giancarlo Galan
ed altri esponenti del Pdl) non sta
nell’importanza (nessuna) del personaggio che le rende, ma nel fatto che Bondi
notoriamente, parla e agisce in nome e per conto di Berlusconi. Le
intenzioni di quest’ultimo non sono ancora state esplicitate, ma sembra chiaro
che l’ormai mitico “minuto di trenino” dovrà attendere. E sembra ormai chiaro
che stia pensando di ricostruire, anche se non si sa bene come, un partito che
sia più che mai una setta di propri adoratori fanatici, “scomunicando” gli
adepti più tiepidi del culto alla sua persona. E la lista degli “scomunicati”
pare che coincida proprio con i “fondamentalisti” sferzati da Bondi, per il
quale i “temi etici” non sarebbero
dunque che un pretesto come un altro per ingenerare una rottura.
Non posso non nascondere, da
militante del Pdl, la mia desolazione nei confronti di un leader con
annesso entourage, che dimostra di considerare quelle questioni che
investono la natura umana nella sua essenza con un cinismo ed una noncuranza
tanto glaciali. In un precedente articolo ho avuto modo di scrivere che fra i
meriti (o, forse, fra i non demeriti) di Berlusconi ci fosse quello di avere
frenato in Italia la degenerazione del diritto in senso nichilista. Avevo ben
presente che tale posizione di non belligeranza fosse dovuta non tanto a
condizioni intime di Berlusconi e dei suoi adepti, ma alla consapevolezza che,
essendo cattolici una buona parte dei propri elettori, non fosse politicamente
furbo scontentarli. Del resto la visione berlusconiana della vita è quella che
si evince dalle trasmissioni delle sue reti, e dunque c’era già da dirsi
fortunati. Et voilà, ecco che per
piccine ragioni di tattica pre-elettorale, quanto di buono ha fatto il
centro-destra in questi anni, diventa un errore, frutto del ricatto dell’Asse
del Male fra fascisti e cattolici.
A questo punto c’è da aspettarsi che la nuova “Forza
Italia 2.0”, o come cavolo si chiamerà, rischi di essere piuttosto un “Partito
Radicale 2.0”. A quel punto manderò il Cavaliere, Bondi e tutta la
banda a farsi friggere due volte: una volta come cattolico e l’altra come ex AN.
Pubblicato il 04 dicembre 2012
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