di Isacco Tacconi
Mentre
il film anti-maometto non sarà verosimilmente visto da nessuno ormai clandestino, il film Paradise Faith è stato invece presentato nientepopòdimeno al Festival del Cinema di Venezia, ricevendo per di più il premio speciale
dalla Giuria.
Forse
non tutti ne sono al corrente, dato che le offese
perpetrate alla Chiesa Cattolica e alla Fede di milioni di persone di
tutto il mondo vengono sempre messe a tacere, ma nei giorni scorsi al Festival Internazionale del Cinema diVenezia è stato presentato il film Paradise Faith, di Ulrich Seidl. Il film che vede il suo climax
in una scena in cui la protagonista, l’attrice Maria Hoffstatter, utilizza un crocifisso per masturbarsi.
Le donne
cattoliche di fronte ad uno spettacolo così aberrante e blasfemo si sentono
mortalmente offese, (ma a chi
interessa?) poiché va a toccare il loro cuore nel profondo, nella fede nel Cristo
Crocifisso morto per tutti. La particolarità di quanto accaduto è che i
giustizialisti della Fede, pronti come sempre a brandire come forconi Crociate, pedofilia ecclesiastica, caccia alle streghe ecc. (ormai luoghi
comuni da amici del baretto), non si rendono conto che nessuna donna cattolica
si è comportata o si comporterebbe mai come hanno fatto le modelle attiviste di Femen abbattendo crocifissi con la sega elettrica, come
successo meno di un mese fa in Ucraina, dinanzi al simbolo della Cristianità. Né tantomeno irromperebbero in una Moschea ballando davanti al
mullah che predica, come invece hanno fatto le ribelli Pussy Riot lasciandosi andare a balli ed insulti sull'altare della più importante Chiesa Ortodossa di Mosca, luogo sacro per milioni di
russi. Ma vogliamo parlare della rappresentazione teatrale Sul
concetto di Volto di Dio di Romeo Castellucci, messo in scena a Milano in gennaio, in cui i protagonisti concludono lo spettacolo con il lancio di escrementi
contro il volto di Cristo che campeggia sul palco per tutta la durata dello
spettacolo?
Chi scenderebbe in campo a
denunciare le ingiustizie che si stanno perpetrando in tutto il mondo contro i cristiani, non solo nei
paesi musulmani ormai, ma anche
in Europa a causa di una Cristianofobia imperante e sempre più sfacciata? Come si può
tacere dinanzi a spettacoli così dissacranti e irriverenti, in mezzo ad un
clima di apparente buonismo e tolleranza, che tollera tutti, tranne gli
appartenenti alla Fede Cattolica? E le
donne, sempre attente a rivendicare i propri diritti e a lottare, giustamente,
contro la reificazione del proprio corpo, come dovrebbero sentirsi dinanzi ad
una mancanza di rispetto così profonda che le vede semplicemente come oggetto
di passioni perverse e protagoniste di un atto blasfemo sfacciato e vergognoso?
Se dinanzi all’intolleranza mostrata da un filmino, che sembra aver infangato la figura di Maometto, tutti - atei, cattolici
e non-cattolici - sono stati pronti a levare al cielo grida di sdegno
stracciandosi le vesti e invocando la tolleranza religiosa, quali parole
possiamo noi esprimere dinanzi all'odio che travolge in un colpo solo l’immagine del Cristo Crocifisso e la figura della donna? Sinceramente le parole vengono meno dinanzi a tanta indifferenza: soprattutto nel mondo cattolico ed ecclesiastico, dal
quale non è uscita neanche una parola di disapprovazione o almeno di rammarico. “A forza di
silenzio l’umanità è marcia!”, diceva Santa Caterina da Siena.
Per concludere mi piacerebbe citare un pensiero di Mons. Freppel che credo si
adegui perfettamente ai tempi che stiamo vivendo: “I cani abbaiano per i loro padroni e voi non volete che lo facciamo
per Cristo. Non capiscono nulla di queste virtuose indignazioni soltanto coloro
che non ritengono che la verità sia il bene maggiore di questo mondo,
l’interesse supremo davanti al quale deve cadere ogni rispetto umano”.
Pubblicato il 21 settembre 2012
E' triste dirlo, ma lo scontro di civiltà che stanno creando è uno scontro di inciviltà in cui i paesi occdentali stanno facendo la parte dei barbari. Quello che è successo ai mussulmani non è neanche paragonabile agli affronti continui contro Gesù, per non parlare della sua Chiesa e del Papa. Nelle vignette di Charlie Hebdo il principale bersagliio è stato il Papa, anche nelle ultime tanto criticate, come in mille altri giornali simili tipo (si chiama Male pensa un pò) di Vauro e altri. Non interessa a nessuno, si vede che solo la violenza è la loro lingua, violenza che vogliono provocare ad arte, e che nei cattolici si trasforma in codardia però. Purtroppo la situazione della gente comunque è peggio di quello che sembra: pochi giorni dopo la premiazione del "film" (io rinchiuderei in un centro di igene mentale questi cosiddetti artisti)questo è stato proiettato in un Cinema al centro di Roma, abbiamo organizzato un volantinaggio semplice davanti al Cinema come Militia Christi spiegando il contenuto e il vilipendio che si stava consumando a pochi metri, una signora al nostro volantinaggio ci ha detto di vergognarci che limitiamo la libertà di espressione.
RispondiEliminaSto diventando allergico alla parola libertà, vedendo le offese e i crimini che si compiono i suo nome.
Armando
Articolo magistrale, grazie!
RispondiEliminaEdoardo da Torino
Grazie Mille ragazzi! diffondete, diffondete! :)
RispondiEliminaConcordo in pieno ed esorto l'Autore a proseguire su questa strada: chi tace acconsente e S. Caterina da Siena aveva ed ha perfettamente ragione; la liberta di espressione non puo' violare i limiti del buon senso e del Codice penale italiano!
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