di Federico Catani
Chi mi conosce sa che con la mia città natale ho un rapporto leopardiano di amore e odio. Tuttavia, quando c’è una buona notizia bisogna darla. Ebbene, nella mia Jesi, cittadina di 40mila abitanti situata in provincia di Ancona, è successo un fatto che ha dell’incredibile.
Un centro da sempre dominato da forze anticlericali e laiciste, massoniche e di sinistra (ma alle ultime elezioni comunali ha vinto un gruppo di liste civiche!) che non di rado hanno contagiato persino il mondo cattolico, oggi si pone all’avanguardia per quel che riguarda la difesa del diritto alla vita. Dal mese di agosto, infatti, nell’ospedale della mia città tutti e dieci i ginecologi della struttura, guidati dal prof. Angelo Curatola, si sono dichiarati obiettori di coscienza, causando la sospensione del “servizio” di interruzione volontaria di gravidanza. Inutile dire che si è gridato allo scandalo.
Chi mi conosce sa che con la mia città natale ho un rapporto leopardiano di amore e odio. Tuttavia, quando c’è una buona notizia bisogna darla. Ebbene, nella mia Jesi, cittadina di 40mila abitanti situata in provincia di Ancona, è successo un fatto che ha dell’incredibile.
Un centro da sempre dominato da forze anticlericali e laiciste, massoniche e di sinistra (ma alle ultime elezioni comunali ha vinto un gruppo di liste civiche!) che non di rado hanno contagiato persino il mondo cattolico, oggi si pone all’avanguardia per quel che riguarda la difesa del diritto alla vita. Dal mese di agosto, infatti, nell’ospedale della mia città tutti e dieci i ginecologi della struttura, guidati dal prof. Angelo Curatola, si sono dichiarati obiettori di coscienza, causando la sospensione del “servizio” di interruzione volontaria di gravidanza. Inutile dire che si è gridato allo scandalo.
Sulla
cronaca locale del quotidiano Il
Messaggero e tra le file della CGIL si è parlato di “diritti” negati alle
donne e di mancata attuazione della “legge” 194/78. Evidentemente i sostenitori
della soppressione dei bambini nel grembo materno avrebbero piacere che si
continuasse con la strage degli innocenti. Sul Messaggero del 4 settembre scorso si è scritto con rammarico che “la sospensione del servizio sarebbe solo
l’epilogo di una situazione già in crisi da anni: con il turnover dello scorso
anno, i medici jesini non obiettori erano rimasti in tre e, per quanto in
sofferenza, il servizio (…) riusciva ancora a programmare quattro interventi alla
settimana. Meno della metà comunque rispetto ad alcuni anni fa”. Il
quotidiano proseguiva paventando il rischio che ora si possa tornare alle
soluzioni “fai-da-te” che la 194 vorrebbe contrastare per tutelare la salute
della donna. A Jesi infatti, ad essere sospesa è l’ultima fase del “servizio”,
ovvero l’intervento vero e proprio effettuato in reparto. La prima fase,
invece, quella consultoriale, è ovviamente ancora in funzione. Lo scandalo è
stato così grande da richiedere l’intervento dell’assessore regionale alla Sanità
Almerino Mezzolani, per “garantire che
nei prossimi giorni possa operare un medico non obiettore proveniente dall'ospedale
di Fabriano”. Insomma, pare di capire che per i sostenitori della 194 (che
in troppi ancora, anche in casa cattolica, si ostinano a voler difendere) gli
aborti debbano continuare per il “bene” di tutti. E sembra pure che l’obiezione
di coscienza non sia un diritto da salvaguardare. Ad ogni modo, per il momento tutto
sarà un po’ più complicato e questo è un passo avanti. Tra l’altro, sarebbe
bello sapere il nome del macellaio, pardon, del “medico” che si renderà
disponibile per ammazzare i bambini. Si potrebbe organizzare qualcosa, qualche
sit-in, qualche gogna mediatica, ma questo è forse pretendere troppo in un contesto come quello italiano
in generale e marchigiano in particolare. Speriamo almeno di riuscire a portare
un gruppo di volenterosi a Roma il 12 maggio 2013, alla Terza Marcia Nazionale
per la Vita (incominciamo a fare pubblicità!!!).
In
conclusione, occorre notare che nell’ospedale di Jesi da anni si raduna un
gruppo di laici impegnati a pregare a difesa della vita. Inoltre, dal 25 marzo
scorso, giorno dell’Annunciazione, il nostro vescovo, mons. Gerardo Rocconi, ha
dato inizio all’Adorazione eucaristica perpetua nella centralissima chiesa dell’Adorazione
in Piazza della Repubblica. Nel giro di pochi mesi tutti i ginecologi si sono
dichiarati obiettori di coscienza. Solo un caso?
Pubblicato il 13 settembre 2012
sì, solo un caso.
RispondiEliminae qua andiamo alla mia personalissima opinione che sono sicuro non sia condivisa dagli autori e dalla stragrande maggioranza degli utenti di questo blog.
Il diritto per i ginecologi (e infermier) all'obiezione di coscienza è sacro ed inviolabile per qualunque medico abbia iniziato il suo percorso di studi PRIMA dell'entrata in vigore della legge 194.
Se il medico iniziato la tua specializzazione in ginecologia DOPO l'entrata in vigore di tale legge, sapeva che i ginecologi, in italia praticano anche gli aborti. SE per la sua coscienza questo non va bene, poteva fare un'altra specilizzazione (ce ne sono tante: cardiologia, neurologia etc.) ma NON ginecologia.
e ora crocifiggetemi pure.
Ma è la stessa legge 194 ad aver (giustamente) previsto il diritto del personale medico di non praticare aborti (all'articolo 9). Quindi la tua obiezione non sussiste.
RispondiEliminaTra l'altro, non credo che l'attività del ginecologo sia limitata all'ambito abortivo (per cui o pratichi interruzioni della gravidanza o non fai niente), quindi l'apporto personale di coloro che intendono esercitare detta attività è comunque presente, anzi è comunque preponderante.
@Anonimo Più che altro, seguendo il tuo ragionamento e osservando il trend "obiettore", più che una carenza di ginecologi abortisti avremmo una carenza di ginecologi...
RispondiEliminaPer non far mancare il mio obolo alla "crocifissione", aggiungo: molti medici abortisti sulla carta, di casi documentati ce n'è davvero parecchi, hanno smesso di esserlo non per resipiscienze o ragioni morali, ma semplicemente perché non se la sono più sentita di continuare a perpetrare quegli infanticidi.
RispondiEliminaParlarne dagli schermi è facile, ma quando si tratta di commettere quell'atto, tutta l'evidenza omicida del gesto emerge come un pugno nello stomaco. 194 o non 194 fare il boia non è una passeggiata, e nessuno vi è mai stato obbligato, non si vede perché lo dovrebbero essere i ginecologi.
Ad abundantiam, chi si iscrive a medicina, lo fa con il giuramento di Ippocrate come magna carta professionale, non con il codice di diritto penale. Se una legge, come la 194, permette la violazione dell'etica medica (oltretutto la permette e basta, non è che la ordini), un medico, che prima di tutto è appunto un medico, non un fariseo del codice, ha tutto il diritto di restare medico in scienza e coscienza senza che alcuno lo pressi, 194 alla mano, per trasformarsi in carnefice.
La cosa strana, riguardo lìobiezione di coscienza, è che, se non ci fosse per legge (194)...ci sarebbe lo stesso!
RispondiEliminaChe accadrebbe infatti, se non fosse espressamente prevista e regolamentata? Se la legge 194 non l'avesse introdotta come un qualcosa di speciale? Di fronte ad una richiesta, ad ogni singola richiesta, il medico avrebbe la possibilità di scegliere, in scienza e coscienza. In tutti gli altri casi clinici, è così. Non è che un paziente col mal di pancia e un po' di febbre, va in ospedale e "ordina" l'appendicectomia, come fosse un crodino al bar. Ogni volta il medico ascolta, esamina, valuta, e poi decide se è il caso di operare o meno. Così è per la prescrizione del più semplice antibiotico, e per il trapianto di fegato. Certamete, ascoltando il paziente, rispettando le sue convinzioni, raccogliendo il consenso informato...ma la scelta professionale è del medico. E se il medico A non ritiene utile l'appendicectomia, magari il collega B ha un atteggiamento più interventista. Solo per le Interruzioni Volontarie di Gravidanza è stato introdotto un (per me assurdo) sistema di "o sempre, o mai" per cui i medici abdicano alla loro funzione di decidere caso per caso. Si ritiene davvero che le posizioni etico-deontologiche-professionali possano essere solo due? Non è prevista quella che, se si facessero davvero dei sondaggi ben fatti, sarebbe forse la posizione prevalente, tra i medici e nella gente. Molti hanno una posizione che non è quella del femminismo d'assalto (l'utero è mio!), e non è neppure quella della Chiesa cattolica (mai). L'obiezione di coscienza esclude che si possa avere atteggiamento diverso tra una donna che scopre di avere un feto malformato, magari già con due fratelli malati, o una donna stuprata, e un'altra che intende rimandare la gravidanza perchè ha prenotato una crociera. Sono casi estremi,ma oggi la legge è così.
Enrico Delfini
@Enrico Delfini
RispondiEliminahai una concezione profondamente sbagliata di cosa prevede la legge 194.
Ti consiglio di informarti su testi giuridici "veri".
spiegami.
RispondiEliminaSono davvero interessato a capire. Sono profondamente contrario all'aborto. Ma non riesco a leggere la 194 in modo diverso. So bene che è una legge fatta male, e che molti articoli rendono impossibile, nei fatti, qualsiasi strategia seria di prevenzione. Ma ci sono anche affermazioni di principio assolutamente accettabili e condivisibili. Tra le cose sbagliate, io vedo la norma dell'obiezione di coscienza. che ha consentito al mondo cattolico di "chiamarsi fuori", senza presidiare la attuazione delle norme e delle affermazioni dell'articolo 1.
Enrico