di Marco Mancini
Tra i fenomeni che ci capita di
osservare nella variegata fauna del mondo politico-culturale, quello dei
liberali pro-euro è sicuramente uno dei più stravaganti. Si tratta di quella
categoria umana che, ossessionata dal terrore che lo Stato “stampi moneta” per
finanziare la demoniaca “spesa pubblica improduttiva” e convinta da Milton
Friedman che tutto questo possa generare la terribile e pericolosa
“inflazione”, preferisce non solo affidare le chiavi della politica monetaria
ai burocrati di Francoforte piuttosto che ai propri rappresentanti eletti, ma
soprattutto accetta di buon grado che il prezzo della moneta, che come tutti i
prezzi dovrebbe liberamente rispondere alla legge della domanda e dell’offerta,
sia invece “amministrato” e fissato per decreto in pieno stile sovietico.
Insomma, per difendere il portafoglio si può anche rinunciare ai principi del
liberalismo. Chiaro però che, quando da “liberali” ci si trova a difendere
l’irresponsabilità del potere di un cervellone burocratico decisamente lontano
dai cittadini e un sistema di prezzi amministrati, si incorra in qualche
contraddizione, che i “libberali de noantri”, volenti o nolenti, sono costretti
a superare nel più classico dei modi, ovvero attraverso la menzogna e la
disinformazione.
Pubblicato il 12 agosto 2014
