di Isacco Tacconi
L’ultima
trovata legislativa proviene dall’infelice penisola iberica, la quale sprofonda
ancor più insieme alla mezzaluna dei Paesi Bassi nell’irrazionalità inumana di
una società che non ha futuro.
Lo
scorso febbraio il parlamento spagnolo ha varato una legge che vieta l’aborto
dei cuccioli di gorilla e, contemporaneamente, impedisce la sperimentazione
sugli embrioni dei suddetti primati. Un atto di grande sensibilità per i nostri
amici animali i quali certamente hanno tirato un sospiro di sollievo per lo
scampato gorillicidio. Tanto che un nutrito branco di primati aveva invaso
Madrid e il loro portavoce aveva dichiarato alla stampa :«Siamo felici che il
governo abbia riconosciuto il diritto di noi scimmie e tutti nella giungla
stanno esultando, ma ora vorremmo che il governo, come promesso in campagna
elettorale, proteggesse anche i nostri amici umani correggendo la legge
sull'aborto ed eliminando la sperimentazione con cellule embrionali».
D’altra
parte è bene ricordare che nel 2010 il governo Zapatero aveva approvato una
legge che permette alle ragazzine fin dai sedici anni di abortire liberamente
senza il permesso dei genitori e senza neanche che questi siano messi al
corrente; inoltre dà la possibilità alle donne di far ricorso all’aborto entro
le 14 settimane dal concepimento per qualsivoglia motivazione, entro la 22esima
per gli interventi cosiddetti “terapeutici”. Una bella terapia di morte non si
nega a nessuno.
Ignacio
Arsuaga, capo branco dei gorilla manifestanti membri dell’Associazione per il
Diritto alla Vita, dichiarò «Vogliamo
che il governo protegga gli uomini e la loro vita fin dal concepimento così
come protegge le scimmie». Sembra una scena del film “Il Pianeta delle scimmie”
di J. Schaffner con il mitico Charlton Heston (unico uomo che si comporta da
uomo), in cui sono gli uomini ad essere trattati come animali stupidi e senza
intelletto. Con la differenza che nel film erano le scimmie a rivoltarsi contro
di essi e a soggiogarli con la forza, mentre qui, nel mondo reale, sono gli stessi
uomini che si sottomettono volontariamente alle scimmie alle quali, di per sé,
non fregherebbe una mazza se i cuccioli degli uomini vengono ammazzati
dai loro stessi genitori.
Ѐ il mondo alla rovescia
in cui circolano ambulanze 118 per animali feriti, cuccioli di cane e di gatto
vestiti come bambini in fasce e portati a spasso (l’ho visto con i miei occhi) dentro
una carrozzina con tanto di cappottina parasole e in cui, parallelamente,
nelle cliniche vengono soppressi i membri della specie umana per i motivi più
disparati (non lo voglio, non è il momento, non ho tempo, non ho soldi, sono
troppo giovane, sono troppo vecchia ecc…).
Stato
ed enti locali si prodigano in campagne ed agevolazioni per il mantenimento di
cani e gatti, sconti sulle pensioni estive per animali (pure le vacanze!) pur
di non abbandonarli, cibi biologici a km 0 dal produttore al consumatore (cane)
il quale apprezzerà particolarmente la carne bovina di prima scelta e le
verdurine fatte lessare apposta per lui. E c’è da dire che questi prodotti non
sono per nulla economici, però chissà perché per gli amici a quattro zampe i
soldi si spendono, non così per i bambini in arrivo. Ugualmente
i prodotti per i neonati, dai pannolini agli omogeneizzati, costano un occhio
della testa. Lo sanno le giovani mamme che molto spesso per il nutrimento dei
propri figli devono andare a risparmio o ricorrere ad associazioni di
volontariato e sostegno come i CAV, non certo allo Stato che non dà sussidi in
merito. Però un cane non è un «trauma
psicologico», non lo
si può uccidere né tantomeno abbandonare, per lui i sacrifici si fanno anzi, si
devono fare.
Campagne
contro la vivisezione e la sperimentazione animale per la lotta alle malattie
degenerative umane e si, invece, alla sperimentazione embrionale umana, con la
perdita del 90% degli embrioni prodotti. “In Italia dei circa 71mila embrioni
di uomo prodotti nel 2005, ben 65.000 sono morti, o in vitro o dopo il
trasferimento, per mancato attecchimento nel corpo della madre”[1].
In questo modo la vita umana appare né più né meno un bene di consumo da
comprare o rigettare a piacimento: esseri umani in provetta si, gorilla no.
Si
vuole creare un artificiale giardino di Eden in cui l’uomo non è né più né meno
un animale uguale agli altri anzi, se possibile meno degli altri. La nota
fattoria di Orwell insegna: ci sono sempre animali «più uguali degli altri», i gorilla ad esempio! Quella
umana in definitiva sembra essere la meno tutelata nonostante sia la più alta e
perfetta forma di vita presente sulla faccia della terra e nell’intero universo. Sulla
differenza uomo-animale rimandiamo ad un precedente articolo.
Comunque
in Spagna, per la commozione degli animalisti, gli attivisti gorilla hanno
dimostrato più premura per i figli degli uomini degli uomini stessi. La
manifestazione si chiuse, infatti, con un coro delle scimmie: «Bisogna essere
un gorilla per non essere abortiti». Ma
dato che di scimmie urlatrici e scimmioni travestiti ne abbiamo abbastanza
pieno il parlamento, alla fine della giostra c’è da chiedersi: quando
cominceranno gli uomini a difendere i propri di «cuccioli»?
Mi farò scrivere sulla carta d'identità "gorilla". Non si sa mai: metti che vogliano fare esperimenti su di me o eutanasizzarmi senza il mio consenso? Così almeno sarò tutelato!!!
RispondiEliminafaccio mio il grido: «Bisogna essere un gorilla per non essere abortiti».