Come forse sapete, lo scorso 17
maggio è stata celebrata la
Giornata internazionale contro l’omofobia, introdotta
dall’Unione Europea nel 2007. Si tratta di una delle festività laiche che
compongono il fitto calendario dell’unica religione alla quale siamo
ancora obbligati a prestare pubblico culto, ossia quella del
politicamente corretto.
Nell’ambito degli eventi
organizzati per una giornata tanto importante (se avessero potuto prevederla,
De Gasperi e Adenauer si sarebbero senz’altro impegnati con ancora maggiore
slancio nel loro disegno europeista), il presidente del Senato Pietro Grasso si è degnato di rivolgere un pensiero anche ai bersagli polemici della
ricorrenza, i famosi “omofobi”. E, bontà sua, non si è limitato ai canonici
due minuti d’odio di orwelliana memoria, ma si è mosso a loro compassione: gli
“omofobi”, infatti, sono malati, sopraffatti “da un'irrazionale paura, dal
terrore di uscire di casa, dall'ansia di avere tra i [loro] compagni di scuola,
di lavoro, tra i [loro] amici, i [loro] familiari, una persona omosessuale.
Diciamocelo, sono cittadini meno uguali degli altri, sono chiusi nel loro
guscio, si frequentano solo tra loro, non allargano i loro orizzonti né il loro
cerchio di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati
all'università, gli spogliatoi delle palestre”.
Non è ben chiaro in quale mondo
viva il presidente Grasso. Noi, che viviamo nell’Italia del 2013, fatichiamo a
immaginare che possano esistere individui colti “dal terrore di uscire di casa” per il rischio di incontrare una persona omosessuale. Non crediamo che tali
fenomeni possano darsi in natura e rimaniamo allibiti per il fatto che un uomo
intelligente come il presidente del Senato, già procuratore nazionale
antimafia, possa lasciarsi andare ad affermazioni di tale enormità. Vero è che,
se personaggi del genere esistono davvero, possono essere a buon diritto
definiti malati: ma allora che senso ha la giornata internazionale contro
l’omofobia? Che senso ha chiamare la società alla mobilitazione contro una
manciata di individui affetti da una qualche turba mentale? Si organizza forse
una giornata internazionale contro l’agorafobia? No, tutto questo non ha decisamente
nessun senso.
A meno che Grasso non sia, in
realtà, un nostro agente provocatore, infiltrato nei gangli del sistema per
distruggerlo dall’interno. In effetti, egli dà una definizione rigorosa ed etimologicamente corretta di
omofobia: si tratta esattamente di quella roba lì. Di una “paura irrazionale”
che nulla ha a che vedere con l’idea che, sulla base della ragione, ciascuno
può farsi sull’omosessualità, o con la legittima opposizione al riconoscimento
delle unioni gay. E’ possibile che, proprio lanciando un allarme tanto ridicolo
e fuori da qualsiasi senso della realtà, la seconda carica dello Stato voglia
demistificare e smascherare l’intero apparato ideologico e propagandistico che
ruota attorno al tema della “lotta all’omofobia”. Magari, come Machiavelli nell’interpretazione
foscoliana, Grasso finge di essere al servizio del Principe (di questo mondo),
ma in realtà “gli allori ne sfronda, ed alle genti svela di che lacrime grondi
e di che sangue” l’ideologia omosessualista. Un po’ come il Cossiga degli
ultimi anni, che nelle sue dichiarazioni, rilasciate tra il serio e il faceto,
accennava come se niente fosse a verità scomode e tabù.
Se così è – e a questo punto ci
pare l’ipotesi più plausibile, sicuramente più plausibile rispetto a quella che
vedrebbe il Nostro credere davvero all’esistenza di folle immense di “omofobi”
definiti in quei termini –, vale senz’altro la pena di ringraziarlo: la sua è
un’opera meritoria. Deve solo fare attenzione, però, a non esagerare: se
continua a spararle così grosse, il suo gioco potrebbe presto essere scoperto.
Sia più prudente, presidente Grasso: lei è il nostro uomo all’Avana. Sarebbe
triste se dovesse fare la fine di quelli che abbiamo già perso in Alaska e a
Salonicco.

Bravo Marco. Permettimi però di citare Lui.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=rin9w6QZTes
tratto da
http://traccedelsacro.altervista.org/omofobia-un-po-di-paura-ce/
Onore al camerata Marco!
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