di Marco Mancini
Ecco, dunque, lo scoop del
giorno: Gesù era sposato. Probabilmente,
con Maria Maddalena. E non è Dan Brown a dirlo, ma un’autorevole studiosa
dell’Università di Harvard, tale Karen King.

La notizia, pubblicata dal “NewYork Times”, ha fatto ovviamente il giro del mondo. E, girando girando, è
diventata ormai certezza inconfutabile. “Gesù era sposato con Maria
Maddalena, ecco la prova”, strilla l’agenzia AGI; “La moglie di Gesù”, titola
il Post; “Uno studio di Harvard: Gesù era sposato”, decreta con sicumera
qualche altro giornaletto on-line.
Ora, noi non siamo né storici, né coptologi,
né luminari di qualche altra stramba disciplina. Da profani, però, ci limitiamo ad osservare, tra il divertito e
l’indignato, la solita strategia di disinformazione di massa. La procedura
ricorda una scena dell’indimenticabile film di Totò “Destinazione Piovarolo”,
in cui la notizia della caduta di una piccola pietra, passata di bocca in
bocca, diventava addirittura una terribile frana.
I titoli, come detto, non lascerebbero infatti spazio a dubbi. Poi, andiamo a scorrere il testo dell’articolo del NYT. E qui scopriamo che la faccenda è un po’ più complessa. Di certo, c’è che questa tipa ha studiato – non si sa chi gliel’abbia fornito – un frammento in lingua copta, probabilmente risalente al IV secolo dopo Cristo. In questo frammento Gesù pronuncerebbe le parole “mia moglie” e, più avanti, “è degna di essere mia discepola” (o qualcosa del genere). La King ha sottoposto il frammento a un limitato gruppo di studiosi, che ne hanno in gran parte attestato l’autenticità. Di quelli che hanno effettuato la review per il suo paper, però, due hanno sollevato dubbi, in particolare su questioni di grammatica, traduzione e interpretazione.
Ma ammettiamo pure che il
frammento, già pretenziosamente ribattezzato dalla storica “Vangelo della
moglie di Gesù”, sia autentico. In primo luogo, per me profano sorge una
questione. Nel Vangelo di Matteo (Mt 12, 46-50), alcuni discepoli annunciano a Gesù che sua
madre e i suoi “fratelli” lo cercano. Gesù risponde: “Chi è mia madre e chi
sono i miei fratelli? […] Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e
madre”. Non potrebbe darsi che il
frammento appartenga a un brano del genere, in cui Gesù utilizza l’espressione
“moglie” in senso figurato?
In secondo luogo, è la stessa
King ad ammettere che il frammento non sarebbe affatto la prova che Gesù era
sposato, ma solo del fatto che alcuni cristiani possedevano una tradizione
secondo la quale Gesù sarebbe stato sposato. Del resto, rilancia però la
studiosa, non abbiamo neanche la prova che non lo fosse. Quindi, chi ce lo può
dire? Forse era sposato, forse no.
Intanto lasciamo che i giornali titolino.
Ovviamente, suona ridicolo che una storica di Harvard assegni a una lunghissima
tradizione confermata da tutte le Chiese di origine apostolica e suffragata
dalle fonti più antiche la stessa credibilità di un frammento di dubbia
autenticità, risalente al IV secolo dopo Cristo e quindi infarcito, come buona
parte dei Vangeli apocrifi, di influenze gnosticheggianti. Ed è piuttosto
spassoso vedere come tutti i sedicenti razionalisti, quelli che “se non vedo
non credo”, quelli che “viva l’obiettività della scienza”, si buttino ora sulla
notizia, prestando dunque facile credito a una favoletta.
Una favoletta, però, tutt’altro che innocua. E’ lo stesso articolo
del New York Times a sottolineare che tale
dibattito è oggi particolarmente rilevante, perché la Cristianità continua a
interrogarsi sul “ruolo della donna nel ministero” e sui “limiti del
matrimonio”. La discussione, scrive la giornalista Laurie Goldstein, è –
cerco di tradurre – “particolarmente animata nella Chiesa Cattolica, dove,
nonostante le richieste di cambiamenti, il Vaticano ha ribadito l’insegnamento
per il quale il sacerdozio non può essere aperto alle donne e agli uomini
sposati in virtù del modello istituito da Cristo”. A parte che l’obbligo di
celibato per i sacerdoti è una semplice norma disciplinare e ha, dunque, una
portata ben diversa rispetto al divieto di ordinare donne, si capisce che,
insomma, è proprio qui che si vuole andare a parare.
La Chiesa, insomma, è sessuofoba e maschilista, vieta ai preti di
sposarsi e alle donne di diventare sacerdotesse. Così facendo, va contro la
volontà di Gesù, come dimostra un frammento copto del IV secolo in cui, guarda
caso, si salvano proprio le espressioni “mia moglie” e “lei è degna di
diventare mia discepola”. E se la tradizione apostolica dice il contrario, è chiaramente tutta una congiura della Chiesa. E poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata...
Aveva decisamente ragione il nostro Chesterton: quando la gente non crede più in Dio, non è che non creda più a niente. Semplicemente, finisce per credere a tutto.
Pubblicato il 19 settembre 2012
Marco Mancini da applausi.
RispondiEliminaG.O.
La studiosa è totalmente ignorante, non sa cosa significhi "GNOSTICISMO" evidentemente..
RispondiEliminaA questo punto ritengo sia d'uopo istituire un premio per le tesi di laurea che trattano delle marmotte che confezionano cioccolata!
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