di Marco Mancini
Mentre il PdL pare in preda a una
sorta di cupio dissolvi, tra
frettolosi rientri in campo e tentazioni di nostalgici ritorni al passato, il
principale partito del centro-sinistra, che dovrebbe approfittarne e fare man
bassa alle prossime elezioni, non sembra passarsela tanto meglio.
Sabato scorso, all’Assemblea
Nazionale del PD, è andato in
scena un durissimo scontro: oggetto del contendere il tema della
regolamentazione delle unioni omosessuali. Il documento
preparato dalla Commissione Diritti del partito, frutto di un lungo negoziato
in cui un ruolo centrale è stato giocato dalla presidente Rosy Bindi, è stato infatti
ritenuto troppo moderato dagli esponenti democratici più vicini alle istanze
omosessualiste, sebbene in esso vi sia un chiaro richiamo alla creazione di “speciali
forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da
quelli matrimoniali, ivi
comprese le unioni omosessuali”.
Così Paola Concia, Ignazio
Marino, Ivan Scalfarotto e diversi altri non solo hanno votato contro il
documento (definito
dal barese Enrico Fusco “antico, arcaico, offensivo della dignità delle
persone”), ma hanno anche presentato un ordine del giorno in cui si impegnava il partito “a inserire
nel suo programma elettorale, sulla scia di quanto fatto in Francia da
Hollande, l'estensione dell'istituto del matrimonio civile alle coppie
omosessuali”. Quando la Bindi e Marina Sereni hanno dichiarato inammissibile
l’odg, dal momento che riguardava una materia su cui l’Assemblea si era già
espressa, peraltro affermando tesi contrarie, è scoppiata la bagarre, a stento
placata dall’intervento del segretario Bersani.
Lo scontro interno ai
democratici, in realtà, ci interessa molto poco. Decisamente più stimolante è
riflettere sul tema che ha determinato l’emergere della contesa. Non che non lo
avessimo già capito da tempo, anche guardando a quanto succede fuori dai
confini italiani, ma sabato ne abbiamo avuto la definitiva conferma: quello delle c.d. “coppie di fatto” non è
altro che uno specchietto per le allodole.
Per anni ci è stata propagandata
la necessità di offrire tutele e riconoscere presunti “diritti civili” alle
unioni extra-matrimoniali, eterosessuali o omosessuali che fossero. Per anni
abbiamo dovuto ascoltare subdoli ricatti morali sul povero tizio che non poteva
assistere il proprio compagno o la propria compagna in ospedale, né ereditarne
l’appartamento. Hanno fatto appello a una malintesa e pelosa carità, per
spingere anche i cattolici a sostenere la causa del riconoscimento pubblico
delle coppie di fatto. Ora l’Assemblea Nazionale del PD
approva un documento in cui si promettono “speciali forme di garanzia” proprio
per sovvenire a questo tipo di problemi. E
qual è la risposta della lobby omosessualista? No grazie, siete arcaici. Il
riconoscimento delle unioni di fatto non ci basta più: vogliamo direttamente il
matrimonio. Mai la famosa teoria del piano inclinato, considerata roba per
catto-complottisti, ha trovato una conferma più chiara.
Paradossale che a fare le spese
di tutto questo, finendo per essere tacciata di omofobia da un Grillo che ha improvvisamente
abbracciato la causa delle nozze omosex, sia proprio Rosy Bindi, la “cattolica adulta” per eccellenza. Quella che
considerava i DICO nientemeno che “semi
di bene” e si augurava che nei gay prevalesse “l’ispirazione alla
visione cristiana dell’amore”, dimenticando che la “visione cristiana”, espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica,
ritiene gli atti omosessuali “intrinsecamente disordinati […], contrari alla
legge naturale” e chiarisce che essi “non sono il frutto di una vera
complementarità affettiva e sessuale [e] in nessun caso possono essere
approvati” (CCC, 2357). I principi, affermava la pasionaria di Sinalunga, “si investono, si trafficano, si
negoziano, per trarne maggiore frutto”. Fino a un certo punto, però: qualche
giorno dopo fu la stessa Bindi, nella migliore tradizione del
cerchiobottismo, a ricordare con la sua consueta dose di arroganza che “il
desiderio di maternità e paternità un omosessuale se lo deve scordare”.
Non aveva capito, la povera Rosy,
che chi pensa di poter cedere sul poco si troverà prima o poi a cedere su
tutto. Il tema delle unioni di fatto non
riguarda la pensione di reversibilità o la visita in ospedale, ma una visione
dell’uomo, della famiglia e della società. Questa è la posta in gioco,
questo il vero obiettivo della lobby omosessualista e dei suoi compagni di
viaggio: il sovvertimento del diritto naturale. E su questi principi, cara Rosy, i cattolici non negoziano. Del resto,
ce l’ha insegnato Nostro Signore: “sia invece il vostro parlare sì sì, no no:
il di più viene dal Maligno” (Mt 5, 37).
Pubblicato il 17 luglio 2012

Come scrive oggi D'Agostino su Avvenire, esistono innumerevoli soluzioni giuridico-patrimoniali per tutelare le convivenze. Ben più drammatico è il volto odierno del matrimonio. Non è forse il matrimonio narcisistico, diritto unicamente soggettivo, privo di ogni valore e dovere sociale, ignaro del bene della prole? E lo vogliono chiamare civile. Ma di quale civiltà? Ai brandelli dell'istituzione matrimoniale mira la rivendicazione di certi diritti. Anzitutto su questo noi cattolici non dovremmo scendere a negoziati.
RispondiEliminaTendenzioso. Ne hai scritti di migliori.
RispondiEliminaBravissimo Mancini.
RispondiEliminaE bravo anche Tiziano :D ciao!!
@Tiziano: hai perfettamente ragione. Purtroppo, mai come su questi temi "tout se tient". E il filo conduttore è, come ho sottolineato più volte, la fuga dalla responsabilità.
RispondiElimina@Alessandro: perché tendenzioso?
Il problema è che una forza che si definisce progressista. riformista e di sinistra (centro-sinistra) non può sui diritti civili essere retriva, ferma su posizioni clerico-fasciste... è una questione di coerenza... se i cattolici del PD non ci stanno, vadano da un'altra parte a fare le loro battaglie, magari candidino il Cardinal Bagnasco come premier per l'Italia, tanto le battaglie che fanno sono quelle della CEI... ad ogni modo in Europa le forze di sinistra e di centro-sinistra fanno battaglie PER l'ampliamento dei diritti civili, in Italia invece siamo sempre indietro... altro che riformisti e progressisti... siamo quasi alla reazione
RispondiElimina@ Torresi: giusto, VOI cattolici NON scendete a compromessi, e fate bene... ma visto che la MAGGIORANZA del paese è a FAVORE dell'ampliamento dei diritti civili, fareste bene a RISPETTARE la volontà della MAGGIORANZA... (se siete democratici), altrimenti trasformate l'italia in una teocrazia e poi comandate voi, ma non potete godere dei benefici della democrazia senza rispettare la volontà della maggioranza...
RispondiElimina@Filippo: ma sei lo stesso che propagandava lo scontro di civiltà tra "Occidente" e Islam? Se sì, direi che si spiegano molte cose.
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