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16 luglio 2014

Il moderno pluralismo e il Cristianesimo

di Fabrizio Cannone
In un editoriale intitolato “I miraggi del pluralismo”, l’intellettuale Bernard Dumont scrive che “nella sua accezione più diffusa, si tratta di un concetto fabbricato dall’ideologia democratica d’origine americana, diventato dopo il periodo della Seconda Guerra mondiale, e soprattutto dopo la scomparsa del regime sovietico, un leitmotiv dell’ordine occidentale e della sua invadente promozione” (cf. Catholica, 124, été 2014, p. 4). Il termine pluralismo ha acquisito una valenza positiva e ottimistica, visto che designa abitualmente l’idea di “convivialità degli individui e delle comunità” nella società, sulla base dell’ipertrofico concetto del “politeismo dei valori”. Il pluralismo contemporaneo è divenuto un modo un po’ aulico per indicare “un regime di tolleranza universale verso tutte le opinioni e tutti gli stili di vita”. Cosa in realtà negata ogni giorno dal sistema: certi stili di vita vengono infatti esaltati, mentre altri vengono pubblicamente disprezzati, ciò che mostra d’emblée la falsità del presupposto pluralista.