La macchina dell’indottrinamento culturale marcia ormai a pieno regime calpestando ogni autentica libertà, anche quelle sancite dalla Costituzione la quale, se soltanto fino a pochi mesi fa veniva celebrata dal simpatico sponsor Benigni come “la più Bella del Mondo” ora è diventata semplicemente “la più Omofoba del mondo”.
Si
chiama “educare alla diversità” l’opuscolo prodotto dall’UNAR (Ufficio
Nazionale Antidiscriminazione Razziale) e messo in circolazione (senza permesso
del relativo dipartimento per le Pari Opportunità!) negli asili e nelle scuole
elementari italiane. Nonostante il sottosegretario all’Istruzione Toccafondi abbia
preso le distanze dall’iniziativa chiaramente ideologica e, nonostante la nota
di demerito pervenuta al direttore dell’UNAR, M. De Giorgi, dal Dipartimento
delle Pari Opportunità, gli opuscoli continuano a circolare indisturbati. Non
solo. La Regione Umbria, per esempio, in accordo con l’associazione “Omphalos Arcigay Arcilesbica", ha lanciato una feroce campagna, a spese dei contribuenti,
per diffondere l’educazione di genere sotto la sempre di moda veste della “lotta
alla discriminazione”. L. Pesaresi, assessore al Comune di Perugia con delega
alle Pari Opportunità, afferma che la “cultura di genere” va “promossa e
inserita nei percorsi educativi”. Il programma prevede incontri su sessualità,
omosessualità, educazione alle differenze, ecc. All’articolo
30 della Costituzione Italiana, tuttavia, si legge espressamente che: “È dovere
e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati
fuori del matrimonio. Nei
casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i
loro compiti”. Ricordiamo, dunque, che istruire ed educare i figli è compito
proprio dei genitori e delle famiglie e non delle scuole o di associazioni
paragovernative allineate ai dettami omosessualisti, i quali, lo vediamo
chiaramente, se ne infischiano della patria potestà e del diritto dei genitori a
fornire l’educazione e la formazione che ritengono più giusta per il corretto
sviluppo umano dei propri figli. No, ora sono gli “specialisti”, i “tecnici”
della sessualità che, entrando a forza nelle scuole, spiegano ai nostri figli
come far emergere il loro “lato gay”.
L’opuscolo
si chiama “educare alla diversità” ma va letto “indottrinare all’uniformità” giacché
ben lungi dalla conservazione e dalla stima della diversità, che sarebbe la mera constatazione della distinzione
fra maschi e femmine, al contrario mira ad appiattire ogni tipo di diversità
anche quelle biologiche, esteriori, evidenti. Si parte cioè da una apparente
lotta alla discriminazione in favore di una presunta “tutela della diversità”
per giungere in definitiva verso l’uniformità di vedute e di pensiero che non
prevede una distinzione netta fra la sessualità maschile e femminile (questa sì è diversità!) bensì verso una confusione sessuale che priva l’individuo della
sua propria identità. Inoltre appare decisamente incoerente questa veste
filantropica della tutela della diversità quando la “teoria del gender” altro
non è che l’avanguardia e l’apripista della “teoria queer” la quale, in
soldoni, concepisce l’essere umano come indeterminato, privo di una sua
sessualità originaria, ma del tutto neutro e asessuato. Ciò significa che il
punto di partenza non è la diversità, legittima, naturale, autentica, reale,
bensì una uguaglianza di fondo che anzi elimina ogni differenza sostanziale. Ci
muoviamo sui binari marxisti della lotta di classe confluita in una vera e
propria lotta alla diversità e alla disuguaglianza e non, come si vuol far
credere, di una tollerante educazione alla diversità. Perché se veramente si
volesse educare alla diversità si terrebbe conto della naturale e ontologica
diversità maschio-femmina, due mondi così vasti quanto maltrattati.
Non
possiamo non notare tutto il lavorio minuzioso e radicale che si sta
pazientemente sviluppando da anni nell’appiattimento di qualsiasi distinzione
la natura ci presenti. A partire da quella fra l’uomo e l’animale
(l’antispecismo), fra l’uomo e la donna (la teoria gender e la teoria queer),
fra ricchi e poveri, capitalisti e operai (le istanze del marxismo), fra gli
intelligenti e i meno dotati, fra l’ignorante e il sapiente (l’egualitarismo
delle qualità), fra i giovani e gli anziani (il mito dell’eterna adolescenza).
In definitiva tutto volge verso l’eliminazione di ogni differenza e
distinzione, ossia verso un’autentica distruzione della diversità. L’attuale
propaganda della “tolleranza” è solo uno specchietto per le allodole finalizzato
all’annichilimento della persona umana privata di ogni riferimento morale,
psicologico, biologico ed esistenziale per ridurlo schiavo delle proprie
passioni e della propria volontà impazzita, criterio ultimo del moderno
concetto di giustizia: io lo desidero, quindi è giusto, di conseguenza, ne ho
diritto! Siamo
dinanzi ad una vera e propria “omocrazia” ossia una “dittatura dell’uguale”
secondo la quale tutto è diverso e uguale a se stesso secondo il principio
gnostico e massonico del solve et coagula
(sciogli e riunisci). Vediamo chiaro come il sole che gli alfieri
dell’ideologia di genere non sono abituati a chiedere: i programmi vengono
semplicemente imposti. Il nuovo subdolo mezzo sono le favole. Solo che non è la
mamma a leggerle, ma un esponente della comunità gay, e la favola non è
innocente, ma ideologica. Non si vuole insegnare una piccola morale, ma il pensiero
unico dell’ideologia gender. Il mezzo per chiudere la bocca agli obbiettori e a
tutti coloro che come dei bruti e retrogradi hanno sempre creduto che la vita scaturisse
solo da un maschio e una femmina è l’accusa di omofobia e di intolleranza.
Ai genitori
e a tutti gli uomini di buona volontà: ribellatevi al pensiero unico, alla
dittatura omocratica e all’omolatria imperante! Non lasciatevi strappare
l’innocenza dei vostri figli sotto il naso! Attenti ai programmi scolastici,
occhio alle “nuove” iniziative e domandate conto di ciò che viene trasmesso
nell’orario scolastico. Il diritto all’istruzione e all’educazione della prole
è nostro, non lasciamo che “altri” corrompano i costumi e le menti delle nuove
generazioni. Difendiamo la vita, difendiamo la famiglia naturale, l’unica vera
famiglia, quella tra un uomo e una donna, e avremo difeso l’integrità della
persona umana.