di Enrico Maria Romano
E’ iniziato di gran carriera il 2020 ed occorre fiutare bene l’andamento
celerissimo del mondo. I social non bastano, e una cosa è l’informazione,
importante ma effimera. Altra cosa è la formazione: più lenta, più
duratura, e più efficace a costruire persone consapevoli e cristiani
adeguati ai tempi. Oggi quindi, come mai prima, leggere si deve. Per
mantenersi liberi e indipendenti dal pensiero dominante (e obnubilante). E
se si deve, si può.
Quindi tra i primi acquisti da fare in queste settimane, non manchi almeno
uno dei libri che, usciti a fine 2019, saranno ancor più utili in questo
2020 ed oltre.
Eccone una selezionata scelta che il buon cristiano e il buon patriota
debbono procurarsi con celerità.
Si tratta di una nuova magnifica edizione del lunghissimo commento che ha
fatto il grande domenicano al quarto Vangelo, scritto dal discepolo
prediletto di Gesù, e spesso chiamato il Vangelo dello spirito o il Vangelo
dell’Amore. La cosa veramente importante è notare quanto il pensiero
teologico medievale fosse impregnato di Bibbia e di esegesi biblica.
Secondo la vulgata, nel senso di opinione diffusa e discutibile, s. Tommaso
e gli altri dottori del tempo (come Alberto Magno, Bonaventura etc.) erano
più aristotelici che biblici, più filosofi che teologi, più razionali(sti)
che cristiani. Questo commentario monumentale, accessibilissimo però grazie
al lavoro di edizione di padre Roberto Coggi op, è la più solenne smentita
di cotali pregiudizi. Fondativo.
Greta ha sonoramente rotto le scatole: diciamolo senza falsi pudori e
pruderie. I timori infondati che inocula nelle masse, anzitutto nelle masse
giovanili facilmente manipolabili – specie in chi propone loro di ridurre
la settimana scolastica da 5 a 4 giorni – debbono cessare. Il Pedretti,
senza ideologismi preconcetti, analizza partitamente i problemi suscitati,
veicolati o sbandierati dalla svedesina più famosa di sempre. L’ambiente,
il surriscaldamento e le sue cause, l’animalismo, il veganismo, la
questione del diesel, il mitico (e satanico) CO2. Certe problematiche sono
false o almeno mal poste (come il rischio di estinzioni delle principali
specie animali). Altre sono vere, come l’inquinamento delle metropoli, dei
mari e dei fiumi, ma catastrofisticamente usate. Altre sono incerte, come
il rapporto tra industrializzazione e riscaldamento globale, e dunque urge
prudenza e coscienza, più che venerdì a spasso. Utile.
Lo storico cattolico ricorda il grande filosofo anticonformista Augusto Del
Noce in occasione dei 30 anni dalla di lui morte (1989). La grandezza e
l’attualità del magistero delnociano sta nell’equilibrio e nell’autonomia
in cui l’intellettuale si mantenne tra Scilla e Cariddi. Da un lato il
marxismo culturale, che dominò in Italia in modo pressoché totalitario dal
1968 alla caduta del muro di Berlino (1989), e dall’altro il pensiero del
progressismo liberal che andava formandosi allora, a cui anche moltissimi
cattolici progressisti diedero una mano. Lui no. Lui rimase integralmente
fedele a Dio-Patria-Famiglia in un mondo ostile, respingendo con forza e
profezia i vari ismi del momento, tra cui l’edonismo, il relativismo etico
e il resistenzialismo, cioè l’idea-mito che la Resistenza fosse il momento
palingenetico della storia recente d’Italia. Formativo.
Un giovane filosofo ci spiega l’importanza della nozione di
senso comune, ovvero dei primi elementi della razionalità, comuni
a tutti gli uomini, dotti e non, e necessari alla formulazione del
giudizio. L’antitesi del relativismo, del pensiero debole (Vattimo) e del
nichilismo valoriale di moda oggi. Tra questi elementi prefilosofici, che
Maritain chiamerà doti (o doni) della natura in noi, ci sono la certezza
dell’esistenza della realtà, di noi stessi e della possibilità della
conoscenza. Si parla anche qui di metafisica spontanea, cioè naturale e
connaturata all’uomo, in quanto homo sapiens. Senza le verità o le
intuizioni prime del senso comune, qualunque ragionamento potrebbe essere
dichiarato opinabile e dunque illusorio. Ma grazie a Dio anche chi
sragiona, volendo, potrebbe ragionare! Filosofico, ovvero tendente alla
saggezza (del lettore).
Il ben noto biografo e mariologo italiano ci presenta la vita di colui che
resterà ancora per molto come il principe degli esorcisti del XX secolo:
padre Gabriele Amorth. La cui biografia finora era poco conosciuta. Ma essa
è ricca e piena di risvolti. Il giovane Gabriele per esempio rischiò da
vicino la fucilazione per fatti di resistenza, in ciò vicino al padre
Mario, tra i fondatori del Partito popolare con don Sturzo. Tra le sue
battaglie successive però ci fu la lotta spirituale contro il comunismo e
l’ateismo. Fu anche grazie a don Amorth se nel 1959 i Vescovi italiani,
sotto la guida di Giovanni XXIII, consacrarono a Catania l’Italia al Cuore
immacolato di Maria. Il che avvenne in prospettiva decisamente antimarxista
e antisovietica. Dal 1986 alla morte del 2016 invece passò alla diuturna
lotta contro il demonio e… contro preti, vescovi e cardinali che a satana
non volevano credere, sopprimendo ogni esorcismo nelle loro diocesi.
Avvincente.
Silvano Panunzio (1919-2010) fu il figlio del giornalista e politologo
Sergio (1886-1944), quest’ultimo membro di primo piano del sindacalismo
rivoluzionario di primo Novecento, nonché intimo amico del cavalier Benito
Mussolini. Il figlio Silvano invece fu una personalità
più versata nelle cose delle spirito e della filosofia, sebbene cedesse
troppo a certe mode esoteriche e simbolistiche. Nel 1946 assieme al
fratello Vito fonda la rivista culturale
Pagine Libere, su cui
scriveranno autori come Gioacchino Volpe, Nino Tripodi, Luigi Ventura e il
rabbino fattosi cattolico Eugenio Zolli. Nel 1976, lanciò la rivista
anticonformista Metapolitica, che durò per 34 anni. Iduna ha ripubblicato i
migliori articoli e saggi del nostro, che sinteticamente possono definirsi
come una critica radicale e impietosa della contemporaneità. Ustionante.
Da ultimo un libro dotto e in lingua francese (ben sapendo che non mancano
né i dotti né i francofoni tra i lettori del nostro blog). Un giovane
sacerdote, che in pochi anni ha accumulato titoli di studi e pubblicazioni
specialistiche, fa la storia delle divisioni (dottrinali, pastorali,
ideologiche) nella Chiesa, che spesso sono diventate divisioni – purtroppo
– dalla Chiesa. E questa storia inizia sin dai tempi apostolici ed è
destinata a durare ancora. L’abbé Berthe mostra la larghezza di vedute che
spesso permise di salvare il gran bene dell’unità cattolica, mentre la
durezza di cuore, degli uni e degli altri, fu la vera causa che a volte
produsse scismi ed eresie. Anche oggi c’è bisogno che nella Chiesa si
mantenga vivo questo doppio binario teologico e giuridico, sia
ad intra che
ad extra: fermezza nel dogma, e solo nel
dogma, elasticità e prudenza nella pastorale, e soltanto in essa.
Consigliabile a tutti coloro che realmente bramano che si faccia un solo
Ovile sotto un solo Pastore.
Pubblicato il 09 gennaio 2020
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