di Giuliano Guzzo
Esistono due tipi di fake news: quelle talmente assurde da essere smascherate subito, e quelle talmente comodeda essere puntualmente ripetute. Appartiene alla seconda tipologia quanto riporta un lungo servizio di iO Donna, rivista femminile facente capo al Corriere della Sera, secondo cui le famiglie di oggi sarebbero «fluide, sostenibili, felici». Lo proverebbe, sempre secondo iO Donna, «Modern Family: com’è cambiata la famiglia in 30 anni», una ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif all’istituto di ricerca Eumetra MR, da cui si evincerebbe che oggi si «sperimentano nuovi modi per vivere insieme, meno verticistici, più collaborativi ed etici. Genitori e figli si sentono vicini».
Esistono due tipi di fake news: quelle talmente assurde da essere smascherate subito, e quelle talmente comodeda essere puntualmente ripetute. Appartiene alla seconda tipologia quanto riporta un lungo servizio di iO Donna, rivista femminile facente capo al Corriere della Sera, secondo cui le famiglie di oggi sarebbero «fluide, sostenibili, felici». Lo proverebbe, sempre secondo iO Donna, «Modern Family: com’è cambiata la famiglia in 30 anni», una ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif all’istituto di ricerca Eumetra MR, da cui si evincerebbe che oggi si «sperimentano nuovi modi per vivere insieme, meno verticistici, più collaborativi ed etici. Genitori e figli si sentono vicini».
Un quadretto confortante. Peccato che non sia supportato da alcun dato. Lo
stesso iO Donna, infatti, spiega che in Italia «il numero dei
figli continua a calare ormai il tasso di fecondità è sceso a 1,29 figli
per donna». Un po’ come se una banca dicesse ai suoi correntisti:
tranquilli, sta andando tutto a meraviglia; ma intanto siete sempre più al
verde. L’articolo, a firma di Cristina Lacava, afferma inoltre che ci sono
sempre più single, con le «le famiglie» che «diventano slim e continueranno
a dimagrire» e che «per i prossimi 15-20 anni aumenteranno sempre di più i
single». E sarebbero buone notizie? Ma soprattutto: in tutto questo la
felicità dove sta? Nel fatto che «il 71 per cento degli intervistati
ritiene che la propria famiglia sia più felice rispetto a quella
d’origine». Nessun dato oggettivo, insomma. Solo interviste, opinioni.
Fortunatamente, oltre a «Modern Family», esistono altre ricerche iO Donna non cita e che raccontano una storia un po’ diversa,
evidenziando i benefici non della vita da single né di quella delle
«famiglie slim», ma di quelle fondate sul matrimonio. La Harvard Medical
School, per esempio, ci ricorda che, dopo aver sondato un campione di
127.545 adulti americani, si è scoperto che gli uomini sposati sono più
sani degli uomini che non sono mai stati sposati; non solo: più a lungo un
uomo rimane sposato, maggiore è il suo vantaggio di sopravvivenza rispetto
ai suoi coetanei non sposati. Vengono così riprese le conclusioni del Journal of Epidemiology and Community Health, secondo cui, tra le
varie condizioni in cui si può trovare un individuo, il non essere mai
stati sposati risulta il più forte predittore di mortalità prematura (2006;
Vol.60(9):760–765). I single saranno pure felici, insomma. Ma muoiono
prima: gran bel risultato.
Che non la vita solitaria o da conviventi, ma quella coniugale sia
positivamente associata alla longevità è stato dimostrato anche da
un’accurata analisi storica di oltre un secolo di documenti francesi – il
1798 e il 1901 – che ha portato gli studiosi ad ipotizzare che ciò accade
perché le donne prediligono mariti nei quali scorgono caratteristiche
associate alla longevità, mentre gli uomini prediligono nelle mogli
caratteristiche associate alla capacità riproduttiva (cfr. Evolution and Human Behavior, 2017;Vol.38(4):536-545). Altri
invece ipotizzano che la longevità delle persone sposate sia associata ai
benefici della stabilità affettiva, non riscontrati nelle convivenze ( Journal of Marriage and Family, 1998 Vol.60 (2):527-536) Il
dibattito è insomma aperto, ma che le care vecchie nozze facciano rima con
più felicità è assodato. Se ne stanno accorgendo – ed è tutto dire – pure i
liberal americani, i più progressisti tra i progressisti.
Degno di nota, a tal proposito, un lungo articolo su Avvenire a
firma di Elena Molinari in cui si evidenzia – dopo decenni di ostilità alla
vita coniugale – il ripensamento in corso tra i liberal in favore del
matrimonio, che è l’esatto contrario della «vita fluida». Basti qui
ricordare che David Blankenhorn, William Galston e Jonathan Rauch, tre
intellettuali di sinistra, sono arrivati a firmare un ‘Manifesto pro
matrimonio’ sulla rivista Washington Monthly in cui affermano che, per la nazione nel suo insieme, il matrimonio è
fondamentale. «Crea famiglia e rafforza i legami sociali. È un’istituzione
che produce ricchezza. Il matrimonio funziona chiaramente come fonte di
felicità e benefici per i bambini». Altro che «fluide, sostenibili,
felici», dunque. Quella è una fake news buona solo per certa stampa
politicamente corretta che, purtroppo, resta letta. C’è da augurarsi che vi
abbocchino in pochi.
Pubblicato il 09 gennaio 2020
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