13 gennaio 2020

A Soncino si stona su Giovanni XXIII

Scrive Paolo Isotta in "La virtù dell'elefante".

Il Papa adoperava il regale Noi e fu l'ultimo pontefice ch'ebbe la cerimonia d'incoronazione secondo l'antica liturgia: interminabile e fastosa, bimbo vi assistetti per televisione a casa di nonno Gino Jacoangeli. Cantava il canto liturgico della Messa con voce limpidissima e intonata e nemmeno in quell'occasione essa si flesse per l'emozione. Adesso tale cerimonia è "in rete" e si resta sbalorditi anche per un'altra cosa: il cardinale Roncalli non aveva mai "studiato da Papa" eppure s'impadronì in poche ore della complicata liturgia dell'incoronazione. Giovanni XXIII fu anche l'ultimo a seguire la severissima liturgia in infirmitate Pontificis, quella che il Papa malato dovrebbe osservare: il che gli aumentò di molto le sofferenze. Il segretario particolare, monsignor Loris Capovilla, ha rivelato che nelle ultime ore egli chiamò a sé il Segretario di Stato, Cardinale Cicognani: questi gli si presentò piangente ed egli disse: Eminentissime Domine quare fles: Laetatus sum in his quare dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus. E' l'incipit del Salmo CXXI: Mi rallegrai per quel che mi fu detto: andremo alla casa del Signore. Se il Concilio Vaticano II non gli fosse sfuggito di mano a causa della malattia, avrebbe avuto ben altro svolgimento: impossibile immaginare con Papa Roncalli la riforma liturgica e l'abolizione del latino. Egli infatti sapeva una cosa che i suoi successori tendono a dimenticare: che senza la Liturgia non c'è Dogma; e la Liturgia è la parte della religione dalla quale io personalmente sono più attratto. Non so se la sua scomparsa dalla Chiesa attuale sia causa o effetto della de-cattolicizzazione (quella che altri chiama scristianizzazione) del mondo contemporaneo: probabilmente ambo le cose. Ed è follia, tale scomparsa, giacché senza Liturgia non c'è nemmeno Tempo e la società attuale vive in uno pseudo-tempo scandito dalle date del consumo.
Questo meraviglioso brano, contenuto in un meraviglioso libro, dà un'idea di quanto Giovanni XXIII sia una figura talvolta banalizzata, anche da parte tradizionalista. Perché ci tocca parlarne (quando in realtà ne parlammo già anni fa)?
Il tema è tornato di moda grazie ad un organista che ha deciso di combattere una crociata al contrario contro un sacerdote di Soncino, ridente località in provincia di Cremona, reo di avere tolto l'altare moderno da due chiese.
Il suddetto organista, nell'intemerata contro quelli che a Soncino coltivano la chiesa che "ha dimenticato i comandamenti", purtroppo non ne fa giusta una e inanella una serie di sfondoni incredibili, che tradiscono una certa impreparazione in materia. Indichiamo il video youtube.

In primo luogo, lasciateci dire che la maglia bianca della salute sotto la camicia, ci fa orrore. Non siamo certo ai livelli di Craxi al congresso del PSI del 1991, che passò alla storia per la canottiera in rilievo sotto la camicia bianca inzuppata di sudore (qualcuno dice che i magistrati decisero di agire dopo aver visto le foto), però un po' di stile ci vorrebbe.

In secondo luogo, sentire che a Soncino viene stigmatizzato il Medioevo culturale fa sobbalzare. Soncino è infatti un borgo famoso per una Rocca medievale perfettamente conservata, che attira ogni anno migliaia di turisti.

Oltre a questo, siamo abbastanza in difficoltà nel confutare le tesi di questo signore, perché probabilmente a rivoltarsi nella tomba non è Giovanni XXIII, ma Bugnini, Lercaro e soci, che vedono la loro opera difesa in modo così maldestro ed elementare. Ce lo immaginiamo il noto liturgista, dal Purgatorio dove soffre (una leggenda narra che Bugnini starà in Purgatorio a purgare fino a quando non sarà abrogato il messale di Paolo VI), soffrire ancora di più, scusandosi a gran voce per aver dato adito a tutto questo.

Giovanni XXIII probabilmente si sta rivoltando nella tomba a sentirsi associato a coloro che hanno eliminato il latino dalla liturgia e girato l'altare. L'ultimo messale tridentino infatti è stato edito proprio da Roncalli, nel 1962, mentre l'altare al popolo e la lingua volgare sono stati introdotti nel 1969, da Paolo VI. Queste introduzioni sono state fatte CONTRO i dettami conciliari. L'organista scrive che la rimozione dell'altare sarebbe al contrario contro i dettami del Vaticano II, senza però citare questi dettami, perché semplicemente non esistono.
Il nostro organista, prima di parlare di "chiesa che si dimentica dei comandamenti" dovrebbe studiare un po' di più e ricordarsi che il Motu Proprio Summorum Pontificum è stato emesso da un Papa, quindi andrebbe rispettato da tutti. Per sopperire alle sue lacune, pubblicheremo altri articoli sull'argomento "altare", continuate a seguirci.

 

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