28 maggio 2019

In Hoc Signo Vinces. Croce e politica non stanno male insieme

di Marco Muscillo
Se non vi siete ancora stufati di leggere articoli e ascoltare opinioni riguardo il comizio elettorale di Matteo Salvini tenuto a Milano sabato 18 maggio, vi prego di permettere anche a me di dire la mia.
Abbiamo passato questi giorni ad ascoltare, com’era presumibile, molte critiche a riguardo dell’uso di simboli religiosi nell’arena politica. Soprattutto i prelati hanno duramente criticato Salvini, accusandolo di usare il Rosario per accaparrarsi voti. Insomma, a molte persone Matteo Salvini è sembrato quasi un anticristo che cerca di usare la religione per i suoi scopi politici, in contrasto però con le sue reali intenzioni che sono piene di odio, di xenofobia, di non accogliere gli ultimi, di fare la guerra al diverso.
Alcuni uomini di Chiesa hanno anche commentato dicendo che assolutamente la politica e la religione devono restare scisse e mai e poi mai i simboli della fede possono essere usati per fare politica.

Da qui vorrei partire con la mia piccola analisi, perché questo a me sembra più un pensiero di stampo liberale (da “libera Chiesa in libero Stato”) piuttosto che un pensiero cattolico. Da che mi ricordi, infatti, i cattolici hanno sempre utilizzato i simboli della fede (la croce, la Vergine, i santi) in campo politico. Senza andare troppo indietro basta andare a guardare già alla nostra storia repubblicana, dove la scena politica italiana è stata dominata da un partito chiamato “Democrazia Cristiana”, il cui simbolo era proprio lo scudo crociato e la cui classe dirigente fu educata da importanti uomini di Chiesa, alcuni dei quali vennero anche esaltati al Sommo Pontificato.
Qualcuno potrebbe obiettare che i politici della DC non facevano di certo sfoggio di Rosari nei loro comizi e che piuttosto erano uomini di profonda fede rispetto a Matteo Salvini, il quale ha ammesso più volte di essere un gran peccatore, di andare a messa due-tre volte all’anno e via dicendo. Tuttavia, bisogna anche guardare ai tempi in cui viviamo, dove la perdita della fede è palesemente evidente e dove purtroppo tutti siamo stati influenzati ed “educati” (passatemi il termine) da una cultura laica, la quale purtroppo diventa sempre più atea e anticristiana.
Anche Matteo Salvini quindi è figlio del suo tempo e pur essendo un battezzato, non è di certo un cristiano modello e né, come molti hanno fatto notare, molte delle sue idee possono dirsi prettamente cristiane.

Ma facciamo un piccolo paragone, ipotizzando per assurdo: mettiamo di trovarci nel III secolo dell’era cristiana, in uno di quei vuoti di potere che si vennero a creare a Roma con l’anarchia militare. Un gruppo di generali, ognuno con le sue legioni al seguito, si contende il potere imperiale. Tutti sono pagani, alcuni di loro apertamente anticristiani, altri invece pur non dichiarandosi sono favorevoli ai sacrifici umani, altri invece come Salvinus di Mediolanum e Georgias della gens Melonia, pur essendo entrambi pagani, sono più aperti verso i cristiani e ne accettano le istanze. A sorpresa, il generale Salvinus fa atto di affidamento alla Vergine Maria davanti alle sue legioni, stanziate a Mediolanum.

Noi, legionari di fede cristiana, chi mai appoggeremmo? Non lo reputeremmo un segno della Provvidenza? E cosa ce ne importerebbe se Salvinus e Georgias Melonia non fossero cristiani?
Le cose insomma cambiano a seconda della prospettiva in cui le si guardano. E a questo punto la domanda viene spontanea: e se il gesto di Matteo Salvini, pur opportunista che fosse, non rientrasse nei piani della Provvidenza?

Siamo nel mese di maggio, mese dedicato alla Vergine Maria e un politico italiano prende in mano un Rosario durante un comizio e consacra pubblicamente sé stesso, il suo Paese e il suo popolo al Cuore Immacolato di Maria. Davvero è qualcosa di una portata eccezionale, soprattutto considerando i tempi difficili in cui viviamo. Quello di Matteo Salvini è certamente stato un atto di gran coraggio.
A me è venuta in mente, in questi giorni, la storia della bandiera europea. Senza che ve la racconti da capo (potete fare una ricerca su google), ad ideare quel modello di bandiera con dodici stelle fu un uomo chiamato Arsène Heitz, un bozzettista che lavorava presso l’ufficio postale del Consiglio d’Europa. Heitz era devoto alla Medaglia Miracolosa e lo spunto per disegnare la bandiera europea fu presa da quella sua devozione. Il numero dodici, poi, fu scelto quasi per casualità dal comitato incaricato e la bandiera a dodici stelle fu adottata ufficialmente il giorno 8 dicembre 1955, giorno dell’Immacolata Concezione.

Noi siamo uomini di fede e per noi il caso non può esistere. Personalmente, sono costretto a credere che la Provvidenza entra nella storia e nei processi politici. Non è quindi la politica ad appropriarsi dei simboli religiosi, ma è la Provvidenza stessa ad agire anche per mezzo della politica. Anche con uomini indegni o lontani dalla Vera Fede (basta ricordarsi di Ciro il Grande nell’Antico Testamento).
E visto che abbiamo fatto un paragone con le epoca romana, perché non ricordarci proprio di Costantino il Grande che vinse la battaglia di Ponte Milvio proprio grazie all’intervento diretto del Signore che in sogno gli suggerì: “In Hoc Signo Vinces”. Non furono le gerarchie ecclesiastiche a scegliere Costantino, non fu qualche vescovo a consigliare all’Imperatore di usare la croce come simbolo, ma fu una decisione presa da Gesù stesso.
Da quel momento in poi la simbologia cristiana entrò a far parte delle vicende politiche. Ricordiamoci il battesimo di re Clodoveo a Reims, ricordiamoci Carlo Magno e il Sacro Romano impero, ricordiamoci anche le lotte del duecento italiano tra guelfi e ghibellini, coi primi che presero a loro simbolo la croce rossa su sfondo bianco e i secondi la croce bianca su sfondo rosso (simboli di San Giorgio e San Michele). Ricordiamoci anche la richiesta (disattesa) che fece Gesù per mezzo di Santa Margherita Maria Alacoque a Luigi XIV re di Francia, di mettere il Sacro Cuore nel blasone reale e negli stendardi.

Insomma a me pare che il Signore non sia tanto contrario al fatto che i simboli della fede si diffondano anche in politica. Anche perché la politica è un mezzo diretto per arrivare al popolo e quindi l’uso di un simbolo che rimanda alla Fede può certamente evangelizzare.
Dirò anche di più, che non siamo noi soltanto a sceglierci i governanti ma che prima di noi è Dio a scegliere o a permettere che una certa persona sia messa a capo di una Nazione. Questo ce lo rammentano anche le Scritture: “La vostra sovranità proviene dal Signore” (Sap 6,3).
Non sempre, poi, la scelta del Signore rispecchia i nostri canoni, o quelli che gli opinionisti della politica vogliono farci credere “buoni”. Ad esempio, se vogliamo credere alle rivelazioni private, avrete sicuramente sentito parlare della Beata Elena Aiello e del suo carteggio con la sorella di Benito Mussolini, Edvige. Se crediamo a Suor Elena, dobbiamo riconoscere che fu il Signore a scegliere Benito Mussolini come guida dell’Italia negli anni ’20 e ’30 e che Mussolini cadde in disgrazia quando non ascoltò gli avvertimenti della suora che gli intimava di non entrare in guerra “perché in Italia c’è il Papa”:
« All'Italia, perché sede del mio Vicario, ho mandato Benito Mussolini, per salvarla dall'abisso verso il quale si era avviata, altrimenti sarebbe arrivata in condizioni peggiori della Russia. In tanti pericoli l'ho sempre salvato; adesso deve mantenere l'Italia fuori della guerra, perché l'Italia è civile ed è la sede del mio Vicario in terra.
«Se farà questo avrà favori straordinari e farò inchinare ogni altra Nazione al suo cospetto. Egli invece ha deciso di dichiarare la guerra, ma sappia che se non la impedirà, sarà punito dalla mia Giustizia! ».
Sembra poi, sempre seguendo la beata, che il cattivissimo Mussolini, dopo un periodo in purgatorio, ora sia anche lui a lodare Dio in Paradiso.

Ma ce ne sono altri di casi simili, in cui la Provvidenza pone degli uomini alla guida delle Nazioni, uomini che pur tuttavia mantengono la propria libertà e quindi possono deviare dalla Volontà divina.

A conclusione del nostro discorso, possiamo certamente dire che Dio agisce nella politica e che ciò che avviene non può considerarsi mai frutto del caso. Può darsi anche che Salvini sia soltanto un opportunista, che non sia nemmeno cristiano, che farà la fine che si merita se si sta prendendo gioco del Signore, ma certamente si può dire che (consapevole o meno) anch’egli sta seguendo la volontà di Dio.
Stiamo almeno a guardare, con attento e realistico interesse, senza illuderci nemmeno troppo. Meglio rimanere sopresi che esserne completamente delusi.
Mi rivolgo anche a quegli uomini di Chiesa che hanno criticato Salvini, ricordando ancora una volta le parole della Scrittura:

“Per questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l'ho messo per iscritto:
«Tutte le opere del Signore sono buone;
egli provvederà tutto a suo tempo».
Non c'è da dire: «Questo è peggiore di quello»,
a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona.
Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca
e benedite il nome del Signore.” (Sir 39,32-35)

Sta a noi essere docili all’azione dello Spirito Santo. Dobbiamo soltanto avere fiducia in Dio e nella Vergine Maria; a tempo debito tutto ci sarà chiaro: il suo Cuore Immacolato trionferà. Scrollarsi di dosso un po’ di cultura liberale, intanto, non farebbe male.


 

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