29 giugno 2017

René Girard: La religione come strumento di Satana. 5/9: La religione come strumento di Satana.

di Hercule Flambeau
Ci sono due aspetti abbastanza evidenti che abbiamo dato per scontato nel precedente paragrafo e che ora dobbiamo affrontare. Tutta la comunità, in preda a conflitti intestini sempre più distruttivi e violenti, scopre la causa e la soluzione dei suoi problemi in un colpevole, un pharmakos come lo chiamavano gli ateniesi, una volta eliminato il quale, la pace torna effettivamente a regnare. Le domande che a questo punto dobbiamo obbligatoriamente porci sono:

a) La vittima era veramente causa della violenza dilagante?
Anche solo il porre questa domanda potrebbe far sorridere più d’uno. Una risposta negativa è ovvia e scontata per noi moderni. Nell’antichità tuttavia il collegamento tra l’omicidio compiuto e i suoi benefici effetti deve aver inebriato anche le menti più elette, lasciando pochi dubbi in merito. I sacrifici, umani e animali, si trovano infatti nella totalità delle culture antiche.
Se anche un osservatore attento e onesto con se stesso avrebbe potuto sollevare qualche dubbio sulla liceità di tale atto di violenza nondimeno uno degli ultimi sostenitori del paganesimo classico, Filostrato, racconta orgogliosamente di come, dopo un primo tentennamento, tutti gli Efesini si decisero a lapidare un povero vecchio mendicante al fine di debellare la peste che affliggeva la loro città. [29]

b) Chi spinse quegli uomini a lanciare la prima pietra? Chi indicò per primo questa comoda scappatoia?
Il problema di ogni anarchia , di ogni violenza anarchica, come fa notare Chesterton, non è tanto nella sua forza dirompente, quanto nel fatto che in se stessa non possiede la facoltà di arrestarsi. [30] Questa caratteristica porterebbe inevitabilmente, in un breve lasso di tempo, all’autodistruzione della violenza stessa, a un’implosione violenta del mondo sociale: fine dei giochi. Ogni regno diviso in se stesso non può durare. [31]

Solo uno , fin dal principio della storia, ha interesse al mantenimento di uno stato perpetuo di violenza, prevaricazione, morte e menzogna: il principe di questo mondo, Satana.
Come dunque il regno della violenza può perpetrarsi senza autodistruggersi? Attraverso l’omicidio di un innocente, coalizzando tutti gli attori su un unico atto di violenza (fosse anche simbolico) volto ad uccidere il colpevole di tutti i mali. Ecco come Satana scaccia Satana. [32] La religione dunque è un meccanismo di perpetuazione della violenza, è lo strumento tramite cui Satana mantiene il suo dominio all’interno di un contesto reso di per sé freneticamente mutevole e mortalmente diviso.

Il Demonio , tramite un ingegnoso costrutto sociale, permette il temporaneo e imperfetto ristabilirsi di un ordine apparente al fine di perpetuare una violenza più grande e duratura: interrompe il coito per prolungare il piacere.

L’innocenza della vittima è un segreto che non può essere rivelato, pena il cadere di tutto il castello di carte, basato sul presupposto della colpevolezza reale della vittima stessa. Come ulteriore assicurazione contro il possibile sorgere di qualunque dubbio, Satana ha suggerito anche la creazione di una narrativa differente, elegante, rispetto alla cruda e prosaica verità. Per questo fin dall’antichità tutte le culture hanno elaborato dei miti.

Il mito non è che il racconto romanzato dell’omicidio mimetico, esso è costruito appositamente al fine di occultare la violenza gratuita per far emergere ciò che la propaganda del Demonio vuole che si tramandi: a) la vittima era colpevole di aver portato il male nella società b) la sua uccisione, in una sfrontata fallacia post hoc ergo propter hoc, è la causa del ristabilirsi dell’ordine c) non essendo possibile a nessun umano né portare tanto scompiglio né risolvere tanto male con la propria morte, è evidente che la vittima fosse un essere soprannaturale, un dio, un eroe… [33]

Ogni mito antico si sostanzia di questi elementi, Edipo, Romolo e Remo, [34] miti e riti presenti in tutte le civiltà a partire dalla coltissima Grecia [35] fino alla Roma patria del diritto. [36] La vittima stessa, tramite l’astuta propaganda Demoniaca, diventa strumento di trionfo dei suoi stessi carnefici.
Girard dichiara che non solo questo perverso meccanismo satanico di alterazione della verità non è mai stato scardinato ma, anzi, non è nemmeno mai stato messo seriamente in dubbio dagli uomini. Da sempre infatti la Storia la scrivono i vincitori e Satana, tramite la menzogna mitica, ha scritto fin dal principio la storia di questo mondo. Dopo tutto “egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna”. [37]
[29] “Apollonio di Tiana era un celebre guru del secondo secolo dopo Cristo, e, negli ambienti pagani, i suoi miracoli erano ritenuti di gran lunga superiori a quelli di Gesù. Il più spettacolare di questi miracoli è certamente l’aver salvato la città di Efeso da un’epidemia di peste, avvenimento di cui possediamo un resoconto grazie a Filostrato, scrittore greco del secolo successivo che ha composto una “Vita di Apollonio di Tiana” (1). Gli Efesi non riuscivano a liberarsi di questa epidemia. Dopo aver tentato molti rimedi inutili, si rivolsero ad Apollonio, che, con mezzi soprannaturali, si recò da loro in un batter d’occhio, dando l’annuncio che il male sarebbe subito cessato: ««Fatevi coraggio, perché oggi stesso metterò fine a questo flagello». E con tali parole condusse l’intera popolazione al teatro, dove si trova l’immagine del dio protettore. Lì egli vide quello che sembrava un vecchio mendicante, il quale astutamente ammiccava gli occhi come se fosse cieco, e portava una borsa che conteneva una crosta di pane; era vestito di stracci e il suo viso era imbrattato di sudiciume. «Apollonio dispose gli Efesi intorno a sé, e disse: ‘Raccogliete più pietre possibile e scagliatele contro questo nemico degli dèi’. Gli Efesi si domandarono che cosa volesse dire, ed erano sbigottiti all’idea di uccidere uno straniero così palesemente miserabile, che li pregava e supplicava di avere pietà di lui. Ma Apollonio insistette, e incitò gli Efesi a scagliarsi contro di lui e a non lasciarlo andare. «Non appena alcuni di loro cominciarono a colpirlo con le pietre, il mendicante che prima sembrava cieco gettò loro uno sguardo improvviso, mostrando che i suoi occhi erano pieni di fuoco. Gli Efesi riconobbero allora che si trattava di un demone, e lo lapidarono sino a formare sopra di lui un grande cumulo di pietre. «Dopo qualche momento, Apollonio ordinò loro di rimuovere le pietre e di rendersi conto di quale animale selvaggio avevano ucciso. Quando dunque ebbero riportato alla luce colui che pensavano di aver lapidato, trovarono che era scomparso, e che al suo posto c’era un cane simile nell’aspetto a un molosso, ma delle dimensioni di un enorme leone. Esso stava lì sotto i loro occhi, spappolato dalle loro pietre, e vomitando schiuma come fanno i cani rabbiosi. A causa di questo la statua del dio protettore, Eracle, venne posta proprio nel punto dove il demone era stato ammazzato»(2). Questo è dunque l’orrendo miracolo. Se l’autore fosse cristiano lo si accuserebbe senza alcun dubbio di calunniare il paganesimo. Ma Filostrato era un pagano militante, ben deciso a difendere la religione dei suoi antenati, e la storia di questo assassinio premeditato gli pareva adatta a rinfrancare i suoi correligionari, e a dar nuovo vigore alla loro resistenza contro il cristianesimo. Sul piano che oggi noi diremmo «mediatico» egli di sicuro non si ingannava: la sua opera ebbe un tale successo che Giuliano l’Apostata la rimise in circolazione nel quarto secolo, durante quello che è stato l’estremo tentativo di salvare il paganesimo.” R. Girard, Vedo Satana cadere come la folgore.
[30] “Il mondo moderno è come il Niagara. E’ splendido, ma non è forte. E’ debole come l’acqua, come il Niagara. L’obiezione a una cascata non è che è assordante o pericolosa o anche distruttiva, è che non può fermarsi […]lo Stato è improvvisamente e tranquillamente impazzito. Dice assurdità e non può fermarsi […] non che una cosa simile non gli era mai passata per il cervello. Eppure pochi giorni è che accetta ciò che è abnorme ma che non può recuperare ciò che è normale […]la definizione di ogni crimine è diventata sempre più vaga e si diffonde come una nube che si spalma e si rarefà su paesaggi sempre più ampi” Chesterton, eugenetica e altri malanni.
[31] “Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina, e ogni casa divisa contro se stessa crolla. 18 Se dunque anche Satana è diviso contro se stesso, come può durare il suo regno?” Luca 11,14-23
[32] «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; ed ogni città o casa, divisa contro se stessa non può durare. 26 Ora, se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro se stesso, come dunque può durare il suo regno?” Matteo 12,22-32
[33] “Satana è il mimetismo nel suo potere più segreto, quello di generare false divinità in mezzo alle quali sorgerà il cristianesimo” R. Girard Vedo Satana Cadere come la folgore. P. 100
[34] Remo venne ucciso poiché aveva effettivamente violato il confine tracciato dal fratello
[35] “Ogni volta che Marsiglia, una tra le più antiche e splendide città greche, era infestata da una pestilenza, un uomo delle classi povere si offriva come capro espiatorio. Per tutto un anno veniva mantenuto a spese pubbliche. Allo spirar dell’anno, veniva vestito con abiti sacri, ornato di sacri rami e condotto per tutta la città, mentre si innalzavano preghiere perché tutti i mali del popolo ricadessero sulla sua testa. Alla fine lo cacciavano dalla città oppure il popolo fuori delle mura lo lapidava a morte.” E ancora “Gli Ateniesi mantenevano regolarmente un certo numero di creature degradate e inutili alle spese dello Stato, e quando cadeva sulla città qualche calamità, come pestilenze, siccità o carestie, sacrificavano come capri espiatori due di questi infelici. Ma tali sacrifici non erano limitati a straordinarie occasioni di pubbliche calamità; sembra che ogni anno alla festa delle Targelie, a maggio, si portassero fuori di Atene e si uccidessero per lapidazione due vittime, una per gli uomini e una per le donne’’ James George Frazer, Il Ramo d’Oro
[36] “Ogni anno, il 14 marzo si portava in processione per le vie di Roma un uomo vestito di pelli, il quale, dopo essere stato battuto con lunghi bastoni, si cacciava via dalla città. Quest’uomo si chiamava Mamurio Veturio, ossia ‘il vecchio Marte’, e poiché la cerimonia aveva luogo il giorno avanti il primo plenilunio di marzo nell’antico anno romano (che cominciava il primo marzo) l’uomo vestito di pelli doveva rappresentare il marzo dell’anno vecchio che veniva cacciato via al principio dell’anno nuovo” James George Frazer, Il Ramo d’Oro
[37] Giovanni 8,37-44
 

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