di Alejandro Abasolo
Dopo il clamore suscitato dal mio ultimo articolo a favore della
famiglia arcobaleno (cioè: quella di Noè), negli uffici della redazione
dei Mienmiuaif hanno dovuto creare un reparto apposta per rispondere
alle telefonate dei lettori arrabbiati. Sono migliaia le lettere che ho
ricevuto con le vostre lamentele, ma altrettante sono state quelle coi
vostri splendidi disegni: siete davvero molto bravi, alcuni di voi
diventeranno degli artisti, ne sono certo. Perdonatemi se non posso
pubblicarli tutti: per ragioni economiche e di spazio siamo obbligati a
inserire solo le pubblicità degli sponsor. Ma per i più belli magari
troveremo un modo!
Oggi – per amicarmi buona parte dei cattolici – voglio dire che ci
sono fin troppi cattolici che non pensano con la propria testa e che
ripetono a pappagallo quello che leggono nei giornali, senza riflettere.
È vero, direte voi, “si tratta di quelli che dicono che la Chiesa
dovrebbe essere aperta agli omosessuali e cose del genere, giusto?”. No,
non mi riferisco a quelli. Mi riferisco ai molti di noi che ce l’hanno
col gender.
Da qualche tempo a questa parte sento discussioni infinite sul fatto
che ci sia o meno il gender nella “Buona Scuola”. Qualcuno dice che il
gender non esiste e partono articoli infiniti per spiegare che il gender
esiste. Qualcuno spiega che genere non è gender. Qualcun altro spiega
che gender è genere.
Ora, sturatevi le orecchie, io ho due figli. Uno in seconda
elementare, l’altro in prima media. Ci tengo a quello che viene detto
loro. Ci tengo a sapere se gli insegnanti dicono cose sulle quali io non
sono d’accordo. CHI CASCO SE NE FREGA SE QUESTE COSE SONO GENDER,
GENERE, O EDUCAZIONE A COLORARE CON LE CAROTE?!!!! (Ho scritto maiuscolo
perché ho urlato nel modo più disprezzante che possiate immaginare).
Mi spiego: se a mio figlio viene insegnato a 10 anni che il sesso è
un atto meccanico con lo scopo di creare piacere e che la nascita di un
figlio è solo una delle tante infinite possibilità che può produrre il
sesso; che a seconda dei gusti e delle proprie necessità si può sempre
ricorrere all’aborto, il quale non è altro che una libera scelta come la
facoltà che scegli di seguire all’università. Ecco, dico, se a mio
figlio vengono insegnate queste cose, e io mi lamento, e una mamma della
scuola mi risponde: “questa roba non è teoria del gender, puoi stare
tranquillo”, secondo voi io dovrei tornare a casa tranquillo? Tanto non è
gender ma educazione a essere una persona educata con quella educazione
che verrà insegnata nella scuola di mio figlio.
Molte delle affermazioni presenti nella cosiddetta “educazione
affettiva” provengono proprio dalle teorie sviluppate all’interno degli
studi di genere. Ma non sono un orrore perché provengono da quegli
studi. Queste affermazioni sono intrinsecamente degli orrori proprio per
quello che significano. Non importa se vengono dagli studi di genere
(teorie gender) o se vengono dagli studi più sofisticati di economia
moderna. Riusciamo a capirlo?
Ho la netta sensazione che non vogliamo prenderci la responsabilità
di valutare le cose da un punto di vista morale. Ci limitiamo a
chiedere: “è gender, o non è gender?”. E partono discussioni infinite
attraverso i media sull’origine di un tale programma scolastico. Anche
se si trattasse del normalissimo programma degli ultimi cent’anni, ma ci
fosse qualcosa di moralmente inaccettabile, dovremmo chiederne la
rimozione, se davvero siamo cristiani. Eppure mi sono sentito dire, da
presunti cristiani, che non dovevo preoccuparmi delle lezioni di
educazione sessuale che volevano propinare a mio figlio perché non si
trattava di “lezioni di educazione sessuale” ma di “normalissime lezioni
di educazione affettiva”.
So benissimo che siete più intelligenti di me, ma lasciate per un
secondo che vi tratti come se non lo foste. Non importa come si chiamano
le lezioni di educazione a qualcosa, quello che importa è se sono o
meno in netto contrasto con l’educazione che io sto dando a mio figlio.
Ripetete con me: “Non importa come si chiamano le lezioni di educazione a
qualcosa, quello che importa è se sono o meno in netto contrasto con
l’educazione che io sto dando a mio figlio”. E, se sono in netto
contrasto, è normale che mi opponga, perché sono i miei figli, perché –
rispondetemi – quale padre sarei se non avessi una forte posizione
morale da trasmettere ai miei figli? Quale padre sarei se delegassi ad
altri la trasmissione di valori morali ai miei figli? Questo è il punto.
Se è gender o non lo è, non ha alcuna importanza.
Vi porgo i miei migliori saluti.
https://mienmiuaif.wordpress.com/2015/10/06/gender-genere-o-educazione-a-colorare-con-le-carote/
Pubblicato il 04 novembre 2015
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