
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati, a livello sociale e politico, da un rifiuto delle istituzioni e del Sistema da parte di una vasta fetta di popolazione. In ogni nazione europea, ma non solo, sono cresciuti tutti quei movimenti che hanno saputo interpretare il malcontento diffuso, nei confronti di coloro che hanno provocato crisi economiche e umane senza pagarne il prezzo, e contro chi ha cercato di cancellare le identità dei popoli proponendo soluzioni multiculturaliste insostenibili.
Nascita del salvinismo
Ciò che in Francia è stato interpretato da Marine Le Pen e dal suo Front National riveduto e corretto, in Italia ha avuto uno sbocco politico in ciò che può essere definito il salvinismo, quel moto popolare che ha portato Matteo Salvini dall'essere il leader della Lega Nord ad essere punto di riferimento di un movimento che va dalle Alpi a Pantelleria.
Di questo fenomeno parla Antonio
Rapisarda in “All'armi siamo leghisti, come Matteo Salvini ha conquistato la
destra italiana”, che analizza come un mondo definito “di destra”, tipicamente
post missino e post aennino, fatto di una miriade di movimenti e associazioni
culturali, pensatoi, riviste e cani sciolti di ogni estrazione, abbia trovato
uno sbocco nella nuova area politica che va formandosi sotto l'ombrello della
Lega Nord. Una mutazione che possiamo definire antropologica, di quella
generazione nata fra gli anni '80 e '90, antimoderna (nel senso evoliano del
termine), a tratti reazionaria e realmente antagonista al Sistema. Una
generazione “nero verde”, incubata in anni e anni di irrilevanza politica
indotta dalle scelte di esponenti nazionali litigiosi e senza visione del futuro, che sotto la
cenere della destra politica ha continuato a bruciare e che, alla prima
occasione, ha scatenato tutta la sua potenza espressiva e ideale, cambiando lo
scenario politico e il modo di pensare di molti.
Un fenomeno che nasce ben prima
dell'exploit elettorale del nuovo corso leghista, ma ha avuto, come spiega
molto bene Rapisarda, legittimazione solo grazie a Salvini e al suo nuovo
rapporto con gli intellettuali, snobbati e svillaneggiati dalla classe
dirigente tipica della destra italiana (in ogni sua declinazione sociale,
liberale, forzista o indipendentista che fosse), se escludiamo pochi casi
isolati.
Il vento di protesta e la Manif
Pour Tous
E' indubbio che il vento di
protesta e insofferenza manifestato in questi anni, sia stato generato anche
dalle nuove politiche familiari, volte alla distruzione dell'istituto della
famiglia per via delle nuove teorie del gender. Il caso francese, con la
nascita della Manif Pour Tous e delle Sentinelle in Piedi, è emblematico.
Milioni di persone nelle piazze di molte città, hanno protestato contro il
governo Hollande, contribuendo alla crescita, direttamente o indirettamente non
ci interessa, del Front National della Le Pen. Si è verificato inoltre un
fenomeno abbastanza particolare, riflesso poi in Italia, per il quale la
protesta, con una connotazione non totalmente religiosa, e a tratti repressa duramente, ha
coinvolto persone di un partito, senza però che il partito partecipasse
ufficialmente alle manifestazioni. Nel nostro Paese è avvenuta la stessa cosa e
Rapisarda, nel paragrafo dedicato, osserva “La
considerano pesantemente sotto attacco. E loro sono pronti a difenderla. La
famiglia “tradizionale”, denunciano, è assediata da ogni lato: con le leggi che
“liberalizzano” il matrimonio omosessuale tendendo a stravolgere il suo
impianto, con le “teorie” sul genere, con l’avanzare del postumano. Su questi
temi la generazione nero-verde ha trovato una trincea dalla quale
combattere contro la deriva materialista e burocratica che tende a
destrutturare la cellula da cui la Storia ha preso verso”.E'
evidente in effetti che, laddove i movimenti clericali hanno totalmente
abiurato al loro ruolo, si è incuneata un'opposizione di natura laica alle
pressioni provenienti dalle élite. Finalmente qualcuno ne ha parlato.
“All'armi siam leghisti” ha il grande merito
di aver aperto una finestra, per la prima volta, su quello strato culturale
“nero-verde” che non si rassegna alla pappa pronta cucinata dai media, ma pensa
e agisce in un modo nuovo, libero da ogni pastoia ideologica e per questo,
nonostante un'apparente eterogeneità, è ormai una comunità omogenea e diffusa,
i cui elementi sono accomunati dalla volontà di non arrendersi mai.
Pubblicato il 21 maggio 2015
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