In occasione delle feste natalizie e del meritato riposo che vi si trova, la Redazione si permette di consigliare alcune opere biblio- e filmo-grafiche ai propri lettori, di modo che, durante queste Sante Feste, colgano l'occasione di rigenerarsi intellettualmente, oltre che spiritulamente nella contemplazione e meditazione dell'Incarnazione del Verbo, principio e fine della storia umana.
“La liberazione del gigante” di Louis de Wohl e "L'Annuncio a Maria" di Paul Claudel (FP)
Oltre
che un gradevolissimo romanzo di avventure, un romanzo storico fatto
di scene e schizzi elegantemente delineati, una breve agiografia
romanzata del doctor angelicus, “La liberazione del gigante” di
Louis de Wohl è un polittico narrativo realizzato nel secolo scorso
quasi ad immagine dei cicli pittorici gotici tardomedievali. Nel
breve romanzo si intersecano le vite di san Tommaso d'Aquino e dei
fratelli, e quella, inventata, del nobile cavaliere inglese Piers
Rudde, sullo sfondo dei grandi sconvolgimenti politici dell'epoca: il
regno virulentemente anticristiano di Federico II di Svevia, le
crociate di san Luigi IX, le dispute filosofiche sulle dottrine di
Aristotele e dei suoi interpreti musulmani, la querelle sugli ordini
mendicanti e l'università parigina.
Accanto
ai grandi avvenimenti ed ai ritratti in alta forma dei grandi
personaggi, imperatore, re, papi, si svolgono le intime e a tratti
commoventi conversazioni ed azioni e meditazioni dei personaggi più
piccoli, tutti attratti attorno alla figura al contempo familiare e
sublime, gigante, di Tommaso.
In
particolare il cavaliere Piers, sempre seguito dal fedele e simpatico
scudiero Robin, così archetipicamente british, funge da fil rouge e
quasi deus ex machina della narrazione, permettendo, con le sue opere
nascoste, lo svolgimento delle diverse storie pubbliche raccontate
dal de Wohl.
Attraverso
l'umile onestà e senso del dovere condotto fino all'abnegazione e
quasi al martirio di questo guerriero agisce qui la Divina
Provvidenza, e se nella sua particolare santità si legge
l'esaltazione della cavalleria cristiana medievale, altri ideali
della Cristianità medievale troviamo rappresentati nel poetico
mystère composto alcuni decenni
prima dal convertito francese Paul Claudel: "L'Annuncio a Maria".
In
quest'opera teatrale di impianto arcaizzante vediamo rappresentata,
sullo sfondo delle fasi terminali della Guerra dei Cent'anni, la
storia naturale e soprannaturale della giovane e bella Violaine, che
dalla iniziale felicità per l'amore ricambiato con il suo promesso
sposo Giacomo e per la semplice e serena vita rurale e cristiana
della famiglia, viene condotta dalla Provvidenza, attraverso la
lebbra e l'abbandono in un eremo, fino al sacrificio riparatore
attraverso cui resuscita la figlioletta dell'aspra sorella Mara e
dell'ex fidanzato Giacomo, e riporta la pace nella famiglia disunita
dalle incomprensioni e dalla lontananza del Padre, Anna Vercors,
partito per un pellegrinaggio a Gerusalemme.
Santità,
conciliazione fra fede e ragione, ideale della cavalleria cristiana,
e sacrificio mistico ed espiatorio ad immagine di Cristo, ecco i
sublimi temi che, incarnati nel meglio della civiltà cristiana
medievale, vengono finemente delineati e riproposti nel XX secolo in
queste due operette, a dimostrazione anche per noi oggi di come sia
possibile un'arte intrisa dell'idea e dell'esperienza cristiana, e di
come anche di qui passi la nuova evangelizzazione.
"Il Natale di Poirot", Agatha Christie (MM)
“A Natale impera lo spirito di buona volontà.
Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la
pace... Sia pure provvisoriamente le famiglie che sono state separate per tutto
l'anno si raccolgono ancora una volta... In queste condizioni, amico mio, deve
ammettere che i nervi possono venir sottoposti a dura prova. Persone che non
hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo... C'è in
loro molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia pour le bon motif, ma sempre ipocrisia.
E lo sforzo per essere buoni e amabili crea un malessere che può riuscire in
definitiva pericoloso”. Hercule Poirot, piccolo investigatore belga dalla testa
a forma di uovo, è il personaggio più noto tra quelli creati dalla scrittrice
Agatha Christie, nota in ambito tradizionalista anche per aver promosso
l’appello degli intellettuali inglesi del 1971 in favore della salvaguardia
della Messa Tridentina. La
frase citata, pronunciata dal protagonista nel romanzo “Il Natale di Poirot”, è
però ben lontana da ciò che siamo soliti associare allo “spirito natalizio”.
Eppure costituisce, più che il segno di un compiaciuto cinismo, il risultato di
una disincantata e realistica analisi sull’inautenticità di tanti rapporti
umani. Del resto Poirot, che Guido Vitiello ha definito “cattolico pessimista alla De Maistre, ossessionato
dal peccato originale”, è innanzitutto un grande esperto di umanità:
“lei saprà tutto su sigarette e cerini, monsier Giraud – dirà in un altro celebre
romanzo (“Aiuto, Poirot!”) a un suo rivale fissato con i nuovi e “scientifici”
metodi investigativi – ma io, Hercule Poirot, conosco il cuore umano!”. La
famiglia, in ogni caso, è al centro di questo giallo: Simeon Lee, un vecchio
milionario, decide di radunare attorno a sé per il Natale tutti i suoi parenti.
Lo scopo, tuttavia, non è quello di un riavvicinamento: Lee annuncia un misterioso
cambio di testamento e si lascia anche andare a sprezzanti giudizi nei
confronti dei figli. Poco dopo viene ritrovato morto nella sua stanza, chiusa a
chiave dall’interno. Poirot, che la Christie colloca alle prese con il Natale anche
nel più suggestivo racconto “L’avventura [o Il caso] del dolce di Natale”, sarà
chiamato dunque a risolvere il mistero, immerso nell’atmosfera classica di una
villa di campagna inglese.
“La notte dei desideri, ovvero il
Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog” di Michael Ende (FF)
Chi fosse in cerca di una favola di Natale da
raccontare ai propri bambini, o un libro da regalare ai figli già capaci di
leggere, troverà nel libro “La notte dei desideri, ovvero il
Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog” di Michael Ende, un’ottima
soluzione.
Il libro narra di un gatto e un corvo, Maurizio e
Jacopo, che devono fermare i loro padroni Belzebù Malospirito
e sua zia Tirannia Vampiria, intenti nel perseguire la rovina del mondo
durante la notte di Capodanno. I due perfidi sono al servizio del Demonio, che
commissiona ai suoi servi un certo numero annuale di azioni malvagie. Belzebù e
Tirannia però sono due perfetti incapaci e quindi sono in ritardo nel
compimento dei loro delitti.
Decidono
dunque di preparare una pozione, il Satanarchibugiardinfernalcolico
Grog di Magog, che esaudisce istantaneamente i desideri di chi ne beve un
sorso, ma al contrario. Dunque i due stregoni contano di desiderare tanto
benessere per l’umanità, in modo da turlupinare i loro animali domestici, che
loro credono ignari della loro cattiveria, ma nel frattempo provocheranno
pestilenze e cataclismi.
I due animali però, dopo una serie di peripezie
durante le quali incontreranno addirittura San Silvestro, riusciranno a
invertire l’effetto del Satanarchibugiardinfernalcolico. I desideri positivi
dei due maghi quindi si avverano alla lettera, provocando l’ira del Demonio e
la loro sconfitta.
"La vita è meravigliosa" di Frank Capra (AC)
Fra i film natalizi per eccellenza, l'opera di Frank Capra rappresenta la storia di
George Bailey, un giovane onesto cresciuto in provincia, con una grande forza
d'abnegazione ed un forte desiderio di avventure e di viaggi. Alla morte del
padre, George rinuncia agli studi universitari (e a tutti i suoi propositi di
evasione) per mandare avanti l’impresa di famiglia, una modesta cooperativa di
risparmio che costruisce case a buon mercato per la piccola borghesia. La vigilia
di Natale, per una sbadataggine del suo socio in affari la ditta si ritrova sull’orlo
del fallimento: a questo punto George, disperato, dopo aver litigato violentemente con la
moglie, decide di uccidersi. Il tentativo di suicidio viene però fermato da un
angelo, che con l’“inganno” gli impedisce di attuare il suo proposito. George
a questo punto esprime il desiderio di non esser mai nato, e l'angelo lo esaudisce, mostrandogli
come sarebbe stato il mondo nel caso in cui egli non fosse nato, in particolare
le conseguenze per le persone che ama.
Gli spunti interessanti sono molti, ma fra i più importanti sottolinerei il carattere fortemente pro-life (in senso lato) del
film: non solo il rispetto della vita umana per il suo valore intrinseco e le
sue potenzialità relazionali, ma pure l’importanza della famiglia (come luogo degli affetti) e della
comunità (come contesto solidale). Come dice l’angelo a George, sconvolto dalle nefaste
conseguenze derivanti dalla sua non-nascita: «la vita di un uomo è legata a tante altre
vite. E quando quest'uomo non esiste, lascia un vuoto».
Un altro aspetto interessante del film è anche l'importanza dell’obbedienza alla realtà, obbedienza
intesa non come esecuzione passiva di un ordine estrinseco, ma come capacità e volontà di rimanere responsabilmente al proprio posto, senza pensare a fughe o evasioni: il protagonista cerca nel desiderio di viaggi in gioventù e nel suicidio davanti alle difficoltà la soluzione al proprio insoddisfacente vivere, o ad un momento di smarrimento, la cui oscurità nasconde il senso della vita. Senso che gli viene donato dall'angelo e che trova nella famiglia e nella comunità, oltre che nella preghiera.
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