Con questo articolo inizia la sua collaborazione con Campari&deMaistre Roberto De Albentiis, perugino, classe 1991.
Sabato 7 giugno si è tenuta a
Perugia, nella centralissima Piazza IV Novembre, la seconda manifestazione
cittadina delle Sentinelle in Piedi (qui la pagina FB del gruppo perugino); come ormai ben si sa, si tratta di gruppi
di manifestanti che da un anno si riuniscono nelle piazze italiane (prendendo
esempio da uguali esperienze francesi e statunitensi) protestando,
silenziosamente e simbolicamente, contro il ddl Scalfarotto e le eventuali
proposte di legge a favore del matrimonio gay. Ogni manifestazione dura un’ora,
ed è basata sulla lettura silenziosa di un libro (portati da casa o forniti
dagli organizzatori), a simboleggiare l’aspetto pacifico e culturalmente diverso
rispetto alle boutades pro-LGBT.
Sono state numerose le veglie in
tutta Italia, alcune anche accompagnate da polemiche e provocazioni (vedasi i
casi di Bergamo, a dicembre scorso, o di Lecce, a maggio), sprecandosi le
accuse, da parte di altri, di “fascismo” (quando, se definiamo banalmente come
“fascista” chi si oppone violentemente all’altro, beh, il “fascismo” non è mai
venuto dalle Sentinelle) e, immancabilmente, dato il tema, di “omofobia”.
Nonostante il generale silenzio
mediatico con cui sono accompagnate queste manifestazioni (e, all’opposto, con
cui vengono dipinte in maniera quasi divertita le contestazioni, come ad esempio
a Lecce), si è da subito riscontrato un discreto successo, cresciuto molto nel
corso dell’anno, e del resto, nonostante tutte le sirene mediatiche e
politiche, si fa presto ad ascoltare e solidarizzare con chi espone
razionalmente e pacatamente i propri punti di vista anziché con chi lo fa (se e
quando, poi, questi punti di vista esistono davvero) in maniera sguaiata e
volgare, quando non, perfino, violenta.
La prima edizione perugina delle
Sentinelle si era tenuta a fine marzo, ma io non ero potuto intervenire a causa
del fatto che mi trovavo addirittura fuori Italia; da amici organizzatori e
partecipanti, e da alcuni video che erano stati girati, però, avevo saputo del
grande successo e, anche, delle grandi contestazioni che erano state rivolte,
da parte dei soliti noti, contro tale veglia.
A questa seconda manifestazione,
invece, ho voluto e potuto partecipare con gioia: dalle 16 alle 17 siamo stati
in almeno 200 a
manifestare, in piedi, con un libro in mano e sotto il primo sole cocente di
giugno.
Verso le 16:30 sono intervenute
manco una decina scarsa di persone (con tanto di tutù viola, parrucche colorate
e calze a rete, giusto per sottolineare l’appartenenza al variegato e
variopinto “popolo LGBT”) a tentare di sabotare la veglia ma, a parte qualche slogan
e una canzonetta stonata, se – usando un parolone – la contestazione di marzo
era stata tragica, questa è stata del tutto ridicola e farsesca.
A coronamento della
manifestazione, c’è stato, alla fine, l’ingresso in Piazza di un corteo nuziale
automobilistico: quale migliore suggello per una manifestazione a favore della
famiglia, del matrimonio e della vita! Ho vegliato molto volentieri
(approfittando anche dell’ora di tempo per leggermi qualcosa di diverso da un
manuale universitario) e ho potuto conoscere numerose persone, e, anche,
rivedere altrettante persone che non vedevo da tempo.
Questa manifestazione è stata la
degna prosecuzione del dibattito attorno al ddl Scalfarotto, che a metà marzo
aveva visto l’intervento dell’Avvocato Gianfranco Amato dei Giuristi per la Vita in un’animata e numerosa
conferenza, e che prima ancora aveva visto, negli anni scorsi, le
manifestazioni in difesa della famiglia portate avanti dalle realtà ecclesiali
e parrocchiali e del deciso Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria,
guidato dall’Avvocato Simone Pillon.
Certo queste forme di protesta
non sono perfette o insindacabili, e hanno anzi suscitato un certo dibattito
anche all’interno del mondo cattolico per la loro aconfessionalità; certo ci
saranno gli spazi e i tempi per affrontare questo dibattito. Però, almeno per
adesso, sembra che questa forma di protesta funzioni: l’aconfessionalità pare
adatta a difendere una battaglia (come quella per la famiglia) che è di diritto
naturale e non semplicemente di questa o quella parrocchia o confessione, e la
numerosa informazione e partecipazione delle persone non può certo essere
squalificata, delegittimata o buttata via!
Tempo fa bisognava difendere Dio
e la Sua Chiesa ,
ma ora, in questo periodo, sembra che si debba addirittura difendere la
semplice ragione naturale e il semplice diritto naturale, un patrimonio comune
che si dava comunque certo e assodato al di là delle differenze politiche,
etniche, storiche, confessionali: così non è più, e per questo la battaglia
diventa ancora più pressante e importante!
Possa Dio, autore e artefice
della ragione e della legge naturale, comune a tutti gli uomini e a tutte le
stirpi (come insegnavano Aristotele, Cicerone, Seneca, San Paolo), aiutarci in
questa battaglia, di ragione e di fede, e possa Lui aiutarci a rendere ragione
e testimonianza della nostra fede e della nostra speranza!
Onore al camerata De Albentiis!!!
RispondiEliminaEMR
Belli larghi per sembrare tanti.
RispondiEliminaNon state ritti agli angoli delle piazze...
RispondiEliminahttp://cattoliciperlalaicita.blogspot.it/2014/03/non-state-ritti-agli-angoli-delle-piazze.html?m=1
Micus
Anche 30 e` un inizio!
RispondiEliminaLa prossima volta ci vado anch'io!
Prima non li conoscevo e saremo 31...