A volte anche la pagina più “fatua” di un social
network può dare indirettamente inedite lezioni di morale evangelica, contro
tutti i finti moralismi, laici o religiosi che siano. Ci riferiamo a quella di
Belen Rodriguez, già mamma, fresca di matrimonio e di polemiche legate proprio
alle sue nozze con il ballerino Stefano De Martino, per cui avrebbero
addirittura faticato a trovare un sacerdote disponibile a celebrarle.
La showgirl argentina di adozione italiana,
diciamoci la verità, non fa molto per risultare simpatica, soprattutto a chi
bello e giovane non è: il suo profilo è un continuo pullulare di immagini in
cui sfoggia il suo fisico perfetto, anche durante e dopo la gravidanza. Gli
utenti, quando non si tratta di maschietti sbavanti e adoranti, si scatenano
(specie le donne, e non sarà un caso) in una ridda di insulti contro la
soubrette, ora accusata di aver scippato il fidanzato alla cantante Emma
Marrone, ora, più in generale, di essere poco più di una “poco di buono”. La
cosa assume connotati originali e curiosi quando la nostra, tutta orgogliosa,
pubblica l’immagine della pergamena con cui il Papa impartisce la sua
apostolica benedizione ai novelli sposini. Chiunque abbia un minimo di
dimestichezza con i matrimoni ecclesiastici sa che si tratta di una benedizione
richiedibile da chiunque contragga nozze cattoliche, dietro richiesta inoltrata
alla Elemosineria Apostolica,
e concessa a tutti a prescindere dallo status sociale, ma ciò non evita un
profluvio di commenti aspramente critici, sia verso l’interessata che verso la
Chiesa.
Non ci sentiremmo di indicare Belen Rodriguez come
modello di Papa girl, o come interprete protagonista di una fiction su Santa
Maria Goretti. Resta però il fatto che la bella sudamericana, al contrario di
tanti vip sedicenti cattolici, non è reduce da precedenti matrimoni falliti, e
in un certo senso, sposandosi, ha regolarizzato la sua posizione di “ragazza
madre”. Non ci sarebbero stati dunque motivi per impedirle le nozze in chiesa,
considerando che per la dottrina cattolica ministri del sacramento nuziale sono
gli stessi sposi, a cui può essere impedito di unirsi in matrimonio solo in
presenza di seri impedimenti canonici.
Da una parte, quindi, il solito anticattolicesimo
d’accatto che coglie ogni occasione, anche la meno fondata, per lanciare
invettive contro la “Chiesa ipocrita e corrotta”, accusata in questo di caso di
aver chiuso un occhio sulla condotta poco esemplare della sposa, (quando, di
solito, ciò che si obietta da parte anticlericale è proprio la presunta
mancanza di carità della Chiesa verso i peccatori); dall’altra, lo zelo amaro
di tanti bigotti che forse, prima di sputare velenose sentenze su Belen,
dovrebbero guardare la trave nel loro occhio, chiedendosi se la loro condotta
morale, meno nota perché lontana dai riflettori della tv, sia proprio così
specchiata e irreprensibile.
Insomma, parafrasando il nostro buon Papa Francesco,
potremmo dire: “Chi sono io per giudicare Belen?”
Pubblicato il 24 settembre 2013
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