Si è da poco spenta l’eco dei
funerali di don Gallo, con la figura francamente imbarazzante rimediata dal
presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, ma i Vescovi italiani
sembrano avere tutta l’intenzione di continuare a dare cattiva prova di sé.
Sabato 8 giugno, al Festival
biblico di Vicenza, si è svolta la lectio
magistralis di Michela Marzano,
filosofa e deputata PD, che dell’abortismo e dell’ideologia gender ha fatto la propria bandiera e sulla
cui palese inadeguatezza, per non dire di peggio, ci eravamo già dilungati in un’altra circostanza. La neo-parlamentare, dunque, ha
reso edotto il folto uditorio sul tema “La fiducia e la libertà” e lo ha fatto
da par suo (vedi i polemici resoconti pubblicati sulla “Nuova
bussola quotidiana” e su “Riscossa
cristiana”). La fiducia, ha detto la Marzano, non può essere assimilata
alla fede, a dispetto della loro comune radice etimologica. Ah no?! Eppure ci
pareva di aver letto qualcosa del genere, nel Discorso della Montagna: “Chiedete
e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi
chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra
voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? […] Se dunque voi,
che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre
vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11, 9-11.13).
Ma quali “cose buone”, esclama la
filosofa. “L’uomo tradisce perché è un essere finito; se promettessi ad una
persona di non tradirla mai, mentirei”. Non sembra esserci spazio per il bene:
quello descritto dalla Marzano è un mondo senza luce, senza grazia, – in due
parole – senza Cristo.
Non stupisce che da tali
premesse, venate di un disperante irrazionalismo, l’autrice faccia discendere
anche determinate posizioni in fatto di aborto; stupisce di più che il servizio
d’ordine e i responsabili del Festival abbiano accolto con fastidio le domande
sul tema rivolte alla Marzano durante il dibattito, ree di disturbare il manovratore
e rovinare il clima di “dialogo” presente in sala.
Al Festival biblico, dunque, la
dottrina cattolica non è di moda. E pensare che l’evento è promosso dalla
Diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo (e qui già comincia a spiegarsi
tutto…), col sostegno (udite, udite…) del Servizio nazionale per il Progetto
Culturale della Chiesa Cattolica.
Il famoso Progetto Culturale, dunque,
meritoriamente ideato dal mai sufficientemente rimpianto cardinal Ruini con l’obiettivo di
plasmare nuovamente una visione cattolica del mondo, soprattutto sul delicato
tema della c.d. “questione antropologica”, è anch’esso divenuto, nelle mani
della burocrazia clericale, fonte di confusione e strumento di diffusione di un
pensiero non cristiano, anzi anticristiano. Con l’assenso o il complice
silenzio dei Pastori, troppo intontiti dal totem del dialogo per poter contrastare l’andazzo.
E la situazione non è migliore
nel Mezzogiorno: monsignor Calogero Peri, vescovo delegato della CESI
(Conferenza episcopale siciliana) per la famiglia e i giovani, è
intervenuto giorni fa a proposito del Gay Pride svoltosi il weekend scorso
a Palermo. Pensate forse che abbia rivolto parole di fuoco all’indirizzo della
parata omosessualista? Macché, poveri ingenuotti. Monsignore si è invece occupato di redarguire i gruppi
cattolici colpevoli di aver organizzato una manifestazione per la famiglia proprio
negli stessi giorni del Pride: no al muro contro muro, perché “la logica del
Vangelo, infatti, non è quella della lotta ma è quella del sussurrare la verità
alla ricerca sempre della più profonda verità dell’uomo. Vorrei che ci fosse la
capacità di smetterla di fare fronti contrapposti”. La nota di don Calogero
prosegue con la consueta dose di melassa buonista, fino a ricordarci che
“Cristo non sarebbe andato contro nessuno […] Non si alzi la voce, quindi. Si
resti in silenzio ad ascoltare la voce di Colui che è morto per tutti noi che
siamo peccatori”.
Ora, non vorremmo davvero
contraddire un successore degli Apostoli, investito – tra l’altro – anche del
compito di insegnare la retta dottrina, ma ci pare di ricordare che nel Vangelo
sta scritto: “Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che
ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti!” (Mt 10, 27). Altro che
“sussurrare”! E qualche versetto più giù si legge anche un interessante monito,
di cui mons. Peri dovrebbe fare tesoro: “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi
invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al
Padre mio che è nei cieli” (Mt 10, 32-3). E Cristo era forse colpevole di
creare “fronti contrapposti”, quando apostrofava i farisei con gentili parole
quali “razza di vipere”, “ipocriti”, “sepolcri imbiancati”, “guide cieche”,
“stolti”?
Non pare che mons. Peri, e come lui tanti altri
Vescovi, siano animati dallo stesso zelo. E, vista l’inutilità di qualsiasi
tentativo finora esperito per spronarli a una maggiore vigilanza nei confronti del proprio
gregge, forse è il caso di muoversi su un altro terreno, che forse risulta
loro più congeniale. Affamare la bestia, come diceva Reagan: tagliare la
paghetta. Basta otto per mille alla Chiesa Cattolica, fino a quando i Vescovi
italiani non cesseranno di concedere i pulpiti delle chiese a pubblici
peccatori, di svilire la SS. Eucarestia, di spendere i nostri soldi
per organizzare eventi in cui si propagandano ideologie anticristiane, di costruire
obbrobriosi edifici di culto progettati da archistar strapagate, di tradire il
mandato loro affidato per seguire le mode del mondo. Quello dei soldi, evidentemente, è
l’unico linguaggio che riescono ancora a comprendere. Si dia l’otto per mille allo Stato,
allora: sarà come buttarli dalla finestra, certo, ma forse più danno di così
non si potrà fare. Bisognerà cominciare a farci un pensierino.
PARLATE DI MONSIGNOR NUNZIO SCARANO! è QUELLO IL FUMO DI SATANA ENTRATO NELLA CHIESA!
RispondiElimina"non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato". sono questi i veri scandali, affrontateli con la stessa lingua coraggiosa...
E FINITELA CO STO TEATRINO DEI FROCI,L'IRAN, la Madre Russia sconfinata,VI ACCOGLIERà A BRACCIA APERTE.
TKITN
non è una guerra di citazioni evangeliche e una cosa non nega l'altra.
Eliminagli Scarano e i Martini, retorica a parte, sono dalla stessa parte. Anonimo, rilassati, tranquillo, qui le leggi anti gay di Iran e Russia non ci sono ;)
Elimina@Mastromatteo intendevo che se vi garba così tanto il trattamento che si riserva a sodomiti e Co. potete recarvi nei suddetti paradisi del rigore eterosessuale..
EliminaIte, ite!! voi che fate gli encomi, le apologie della Russia,vi ci manderei proprio! E liberateci delle vostra idiozia.
anche tu ci renderai molto felici quando espatrierai, in primis dal blog.
EliminaToglimi una curiosità, cosa ne guadagneresti se nessuno criticherebbe? Potreste benissimo radunarvi una volta al mese e cianciare tra di voi, come delle vecchie beghine, o come direbbe il buon Wulf, "farvi dei pompini a vicenda". Come fareste ad affilare i vostri argomenti sottilissimi? L'apologetica cristiana non avrebbe raggiunto i livelli di Agostino, Tertulliano, Eusebio di Cesarea, Ambrogio,Gregorio Nazianzeno, Giovanni crisostomo, Ireneo di Lione se non ci fosse stato qualche pagano a cagargli il cazzo.
EliminaCordialmente.Anonimo.
criticasse pardon
EliminaOttimo articolo, a parte la discutibile apologia di Ruini, prelato moderato in tutto, anche nella difesa della Verità.
RispondiEliminaLa crisi della Chiesa è sempre più evidente e gli sbandamenti rispetto alla Dottrina sempre più accentuati. I casi puntualmente citati nell'articolo ne sono l'ennesima dimostrazione. Purtuttavia, non si risalirà la china senza una chiara individuazione delle cause: il modernismo e il suo trionfo grazie al concilio, che ha sancito la resa della Chiesa alle perverse ideologie del mondo moderno, dall'illuminismo in poi. Il modernismo quale "somma di tutte le eresie" e inveramento nella Chiesa degli errori e degli orrori del protestantesimo.
Riguardo all'otto per mille: nonostante l'impressionante allontanamento della Chiesa dalla Tradizione (che, dogmaticamente, è Rivelazione e quindi immutabile e irrinunciabile), nonostante il pessimo uso che ne viene fatto (quanto viene dedicato alla conversione delle anime e alla diffusione della Dottrina?), nonostante la martellante propaganda pubblicitaria, irritante nella sua zuccherosa melassa buonista, pauperista e immigrazionista (però, avete notato?: quando si tratta di raccogliere soldi, la Chiesa i suoi preti li veste ancora in talare), nonostante tutto ciò, per chi, come me, ritiene che, nonostante le ambigue dichiarazioni conciliari, fuori dalla Chiesa non ci sia salvezza, il precetto di sovvenire alle sue necessità è ancora valido. Io, con molta rabbia, rispetto il precetto: sarà qualcun altro a rispondere del cattivo uso dei suoi frutti di fronte a un Tribunale che è ben più alto della Corte dei Conti.
Poi, con ben maggiore soddisfazione, verso il mio cinque per mille alla Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata da Monsignor Marcel Lefebvre; per quanto parziale, è pur sempre una compensazione a favore della Tradizione e quindi della Verità di sempre.
Albus,
Eliminafai benissimo a versare quanto vuoi a chi vuoi ma la verità ha sempre la minuscola: i fondatori della tua religione erano tutti osservanti, circoncisi, che fuggivano la carne suina, che festeggiavano il sabato e che pregavano in templi spogli; tu hai conservato il prepuzio, mangi salame, ti riposi la domenica e preghi in templi pieni di immagini: la tua tradizione non sembra assomigliare a quella di san Paolo che infatti parla del Cristianesimo come di una inaudita novità, la Verità come scrivi tu, che è certo diversissima dalla sua tradizione. Insomma per Saulo di Tarso la tradizione è quello da cui Gesù, la Verità, ci libera: la tradizione e la verità al tempo di Paolo erano cose diverse; e lo sono anche oggi.
ciao sottile esegeta.