Parte della diatriba suscitata dagli
scientisti sull'origine dell’uomo verte sulla questione
poligenismo/monogenismo, in relazione al dato biblico del peccato originale. Questi due temi sono strettamente connessi, poiché la Rivelazione biblica e il
magistero susseguente vedono nella disobbedienza originale a Dio un atto
personale dei progenitori, non solo un atto “figurato”, ma un avvenimento (per
quanto misterioso) che dalla coppia originale si è spinto, con i suoi effetti,
fino a noi. Prima di addentrarci nella questione, vediamo di chiarire alcuni
termini in gioco.
Per monogenismo si intende l’origine di
tutti gli esseri umani da una coppia primordiale, dalla quale deriverebbe tutta
l’umanità, la quale sarebbe così apparentata. Per poligenismo si intende invece
che l’umanità deriva da più individui originari, i quali sarebbero nati
indipendentemente l’uno dall’altro. Sviluppiamo ognuna di queste due idee per
vedere dove ci portano e che relazioni hanno con la scienza e la fede, partendo
però dall’idea che Dio crea direttamente l’anima umana, mentre il corpo segue
il corso delle cause seconde; dico questo per far capire cosa intendo quando
parlo di creazione dell’uomo.
Il monogenismo si addice meglio al dato
biblico: creazione dell’uomo e della donna, fratellanza universale degli uomini
in senso sia spirituale (in quanto figli di Dio) sia in senso umano, come
visione di qualcosa di fisico che ci unisce tutti quanti. In tal modo si spiega
anche il peccato originale come peccato personale di entrambi i progenitori, cosa
che rende più “facile” capire i suoi meccanismi di trasmissione a tutti gli
esseri umani. Dal punto di vista scientifico è possibile che le condizioni che
hanno portato a far sì che un corpo materiale potesse essere infuso di un’anima
umana siano praticamente irripetibili. Detto in altri termini: le mutazioni
favorevoli alla nascita del primo uomo erano sostanzialmente irripetibili,
tanto che non è difficile immaginare che potessero aver portato alla nascita di
una singola coppia invece che ad una moltitudine di individui. Di contro, c’è
una conseguenza inevitabile a tutto ciò: anche ammesso che i progenitori non
fossero nati dalla stessa coppia, ai loro figli si sarebbe subito posto il
problema dell’incesto, per necessità. Se l’umanità è nata da una singola
coppia, i primi discendenti erano fratelli in senso letterale del termine.
Il poligenismo invece evita questo
problema, poiché se ci fosse stata una moltitudine di individui fin
dall’origine dell’umanità, allora la parentela sarebbe stata solo spirituale.
Ma si pongono altre questioni. Per prima cosa, questi individui dovrebbero aver
avuto origine da individui diversi della stessa specie, i quali avrebbero
dovuto portare in contemporanea gli stessi mutamenti favorevoli. Insomma,
sarebbe come se la specie umana fosse nata non una volta, ma più volte in
individui animali diversi. Anche dal punto di vista biblico le cose non si
accordano molto: d’accordo, possiamo sempre dire che “in un senso” Adamo ed Eva
simboleggiano una coppia e “in un senso” un insieme di individui; che il
peccato originale è “in un senso” personale e “in un senso” collettivo, ma
tutti questi doppi sensi creano più problemi di quanti ne intendano risolvere. Ammettendo
che individui umani siano nati in tempi differenti da individui diversi della
stessa specie, cosa ci eviterebbe di pensare che da questa specie siano nati
altri esseri umani anche dopo gli eventi del peccato originale? Anche essi
sarebbero capostipiti di una parte di umanità, poiché non sono nati da esseri
umani precedenti; ma come si sarebbero propagate ad essi le conseguenze del
peccato originale? Avrebbero essi compiuto un “altro peccato originale” che
riguardava solo loro e la loro discendenza? Ciò non farebbe che complicare
ulteriormente una situazione che chiara non è affatto.
Nell’enciclica Humani Generis di Pio XII si nota come “non
si scorge nessuna possibilità di conciliare quest'ipotesi [poligenismo] con
quanto insegnano le fonti della verità rivelata e gli atti del magistero della
Chiesa sul peccato originale, che deriva da un peccato veramente commesso da
Adamo personalmente e che si trova come proprio in tutti, a cui è trasmesso per
generazione (cf Rm 5,12-19)”, e personalmente sono giunto alle medesime
conclusioni in questo post. Alla luce di quanto sappiamo finora, il poligenismo
complica la situazione anziché semplificarla. I dati attuali sullo studio del
genoma tendono a mostrare che gli esseri
umani sono nati da uno stesso ceppo, ed anche se una parola definitiva è difficile averla ritengo, per quanto già affermato, che la tesi
monogenista sia preferibile al poligenismo.
perché è stato tolto il mio commento?
RispondiEliminaperché non posso far sapere a tutti di esser sollevato dall'apprendere che Riccardo Zenobi preferisce la tesi monogenista al poligenismo?
non è forse il mio sollievo importante?
E tu cosa pensi al proposito?
RispondiEliminanon posso che essere d'accordo.
RispondiEliminaanche secondo me una volta c'era un tizio che si chiamava proprio Adamo ed una tizia che si chiamava proprio Eva che erano in un posto chiamato proprio Paradiso Terrestre dove stavano soli soletti. Poi viene un coso chiamato Serpente che fa mangiare alla tizia chiamata Eva un frutto chiamato Mela la quale lo fa mangiare anche al tizio chiamato Adamo etc. etc.
il mio sollievo è proprio derivante dal fatto di pensarla come Riccardo Zenobi. Per una volta infatti, Zenobi, Pio XII ed io siamo in perfetta sintonia.
Hai letto male l'articolo temo. Buon proseguimento e approfondimento.
RispondiEliminaIn giro c'è un tizio anonimo che si chiama prorpio Anonimo e che ha proprio frainteso, perfino sul frutto che non si chiamava proprio Mela, ma, semmai, proprio "frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male". Proprio!
RispondiEliminaPerché non parla più se sa così tante cose? Mah...
RispondiEliminaun autore, sacerdote che tenta di conciliare magistero e poligenismo e Fiorenzo facchini;
RispondiEliminahttp://www.disf.org/Voci/121.asp
Io personalmetne trovo la difficoltà più insormontabile nel superare il dogma del Concilio di trento della propagazione del peccato originale non per imitazione (ma per generazione e come favcevano quindi se erano già nati al tempo di Adamo?); le ipotesi proposte mi sono sembrate poco convincenti.