di Gregorio Sinibaldi
Attorno all’epidemia di coronavirus (o covid-19) è sorta – per contrappasso – una meno tangibile epidemia di sciocchezze, di assurdità e di conclusioni irragionevoli. Non ci interessa in questo articolo passarle in rassegna, e se si dovessero raccontare tutte, il mondo forse non basterebbe a contenere i libri che potrebbero essere scritti.
Ma perché così tante stupidaggini e interpretazioni tendenziose, da parte di coloro che scrivono su giornali, riviste, blog e siti web? Chi scrive non dovrebbe porre mente a ciò che scrive? Sì, dovrebbe. Ma è invalso nell’uso di moltissimi di scrivere senza prima leggere. O almeno lo scrivere di getto (fagocitati da social come Facebook), senza aver letto per un tempo almeno uguale a quello necessario per redigere un articolo, un saggio, un libro.
Non vi pare, cari lettori, una regola giustificatissima? Se uno scrive un articolo impiegando 3 ore, deve aver letto per almeno 3 ore, sull’argomento dell’articolo. Chi impiega sei mesi per comporre un saggio, deve documentarsi come minimo per 24 settimane. Non si pretende certo la precisa parità matematica, ma si vuole indicare una tendenza da perseguire.
Quindi sia che scriviamo, sia che ce ne asteniamo, dobbiamo imporci tutti quanti la lettura se vogliamo avere in mano la nostra vita, come spiega con efficace taglio giovanilistico, don Alberto Ravagnani, in un video (scaricabile su Youtube), intitolato Se vuoi fare l’upgrade, inizia a leggere.
Ma ovviamente, ci sono letture e letture. Ottime (rare, ma immortali), mediocri o passabili (innumerevoli) e infine pessime (non così rare, ma sponsorizzate dal sistema e dal pensiero unico: you know Saviano?).
Di una cosa però dobbiamo essere contenti. Esiste, almeno dal 2000, una crescita quasi esponenziale di libri spirituali, ma anche di saggi filosofici, politici e storici, di grande valore e utilità. Specie per quei giovani lettori che vogliono essere protagonisti consapevoli dell’oggi e del domani. E che non vogliono rinunciare ai valori di Dio, della patria, della famiglia, della religione, della tradizione, della bellezza e del coraggio.
Vediamo alcune recenti uscite che certamente risultano formative ed edificanti, pur coi limiti che ogni opera umana sempre ha.
- Giuseppe Forlai, La Compagnia dello Spirito. Introduzione alla pratica della direzione spirituale, San Paolo, 2020 (link)
Il direttore spirituale del Seminario Romano Maggiore presenta una sintesi della direzione spirituale oggi, opera importantissima da recuperare e da diffondere nei movimenti ecclesiali, specie giovanili. Nonostante i rischi connessi con la guida delle anime. “La direzione spirituale infatti è un ministero nel quale si può donare un aiuto importante alle persone, ma l’inesperienza, l’incompetenza dottrinale o l’imprudenza possono provocare danni molto gravi” (p. 19). L’apertura di cuore che l’uomo spirituale cerca in una guida, deve essere bilanciata, nel direttore, da ciò che s. Ignazio insegnava negli Esercizi: “un buon cristiano deve essere propenso a difendere piuttosto che a condannare l’affermazione di un altro” (n. 22). Le caratteristiche da ricercare nel padre spirituale sono il discernimento, l’abnegazione e la docilità allo Spirito, alla verità e alla Chiesa. “Il direttore giusto (…) è quello che insegna a fare una lettura spirituale della vita” (p. 36). Istruttivo.
- Tamara Maggi, Giovani connessioni. Orientarsi con i figli nel web, San Paolo, 2020
(link)
Teresa Maggi ha scritto un utile libretto sulle potenzialità e i rischi degli onnipresenti schermi di oggi. Partendo dalla costatazione, sanamente nostalgica, che tutti noi genitori “abbiamo splendidi ricordi legati alla bellezza di un mondo [pretecnologico] che non esiste più” (p. 14). Del resto se il mondo di ieri era bello lo era in primis, non per l’assenza di internet, ma per i valori che in esso non erano rari: la buona educazione, la decenza, il pudore, la carità… Valori che proprio nell’era del web rischiano di saltare. Da qui l’impegno che tutti gli educatori e tutte le persone di senno debbono sentire per ben indirizzare i bambini e i giovani nel mondo digitale. Anche perché, nota la Maggi, “digitale è reale”, non virtuale. Esiste, e rischia di nuocere e danneggiare la crescita e lo sviluppo di coloro di cui abbiamo la responsabilità. Pratico.
- Laura Corsini, La bellezza del Mondo. Il romanzo della vita di san Tommaso d’Aquino, San Paolo, 2020 (link)
Sulla figura dell’Angelico Dottore non si finirà mai di parlare. Ma qui si adotta un registro nuovo e stimolante. L’autrice parte dall’indagine, iniziata dopo la morte di Tommaso, per conoscere la sua fama di santità e i suoi miracoli. E descrive la vita del santo attraverso un religioso, fra Carlo, che proprio s. Tommaso convertì e fece entrare nell’ordine domenicano. Intenso e godibile.
- Tommaso d’Aquino, Commento al Vangelo secondo Giovanni (2 volumi), Edizioni studio domenicano, 2019 (link)
“L’attività letteraria di san Tommaso si restringe nell’arco di ventidue anni (1252-1274)” (p. 31). Eppure, la sua opera complessiva ha del prodigioso, sia per la quantità di testi composti, che per la loro qualità. Qualità che li rende dei gioielli unici, più luminosi di qualunque nobilissimo bijou. I padri domenicani di Bologna, con grande zelo e amore alla sapienza, ci stanno restituendo l’intera opera tomista. Dopo un’edizione straordinaria della Somma di teologia (in 4 volumi), hanno riproposto dapprima il commentario di Tommaso a Matteo, e ora quello a Giovanni, il discepolo prediletto del Maestro. L’esegesi dell’Angelico è davvero illuminante. Ed è sincronicamente letterale e simbolica, e simbolica perché letterale. Il Commento a Giovanni, secondo padre Tito Centi, è il frutto “del suo insegnamento universitario” (p. 15), verosimilmente del secondo periodo di docenza a Parigi. Per san Tommaso, “La conoscenza di Dio è il bene più grande dell’uomo” (v. 1, p. 1565). E questo dovrebbero ricordarsi sempre i teologi, gli esegeti e i pastori della Chiesa. Da biblioteca.
- Rose Hu, La gioia nella sofferenza. Con Cristo nelle prigioni della Cina, Edizioni Piane, 2020
Si tratta della vita e della prigionia dei cattolici cinesi dopo l’arrivo di Mao, il tiranno comunista a cui la storia attribuisce milioni di vittime innocenti, di cui però si parla pochissimo. Rose, nata a a Shanghai nel 1933, fu arrestata nel 1955 e rimase nelle prigioni rosse e nei laogai (lager) circa 26 anni. Rimase fedele al suo battesimo fino alla morte, avvenuta nel 2012. Una narrazione che mostra la cattiveria degli uomini e la forza delle convinzioni. Sferzante.
- Antonio Livi, Preparazione alla morte. Riflessione teologica a partire dall’esperienza, Leonardo da Vinci, 2020
L’immenso filosofo e teologo italiano ci ha lasciati proprio in questo anno domini 2020. Ma la sua opera sarà letta, ne siamo sicuri, anche tra un secolo. Qui vengono raccolte le ultime note, alcune delle ultime lettere e gli estremi sentimenti di fede e di amore, buttati giù da don Antonio, “dopo la scoperta della malattia che lo ha costretto a letto e purtroppo portato alla morte” (p. 9). Chi ha conosciuto il grande Livi, almeno attraverso i libri, le conferenze o le lezioni al Laterano, non deve rinunciare a questo suo piccolo testamento che ci sprona a vivere il momento presente, tra il nulla del passato (che è stato inghiottito nel non essere) e l’ignoranza (provvidenziale…) circa il nostro futuro. Toccante.
- Ennio Innocenti, La conversione religiosa di Benito Mussolini, Fede & Cultura, 2015 (link)
Un libro di alcuni anni fa, ma che è opportuno leggere o rileggere per chi vuole veramente informarsi sulla vita di quel personaggio storico che divenne Duce d’Italia e che resterà tra gli uomini più amati e odiati della nazione. Mussolini non fu un santo e durante la gioventù, pardon la giovinezza, ne combinò parecchie. A partire proprio dal suo ateismo, collegato al suo socialismo, che era sinonimo, allora, di modernità e futurismo. Ma a poco a poco, come mostra don Innocenti, la sua fede cattolica rivenne fuori. E morì dopo aver letto la Vita di Cristo dell’abate Ricciotti, essersi confessato ed aver ricevuto l’assoluzione dei peccati. Documentato e ineccepibile.

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