18 marzo 2019

Un campari con... Giuliano Guzzo. "Ecco chi teme il World congress of family"

Giuliano Guzzo, classe 1984, vicentino di nascita e trentino d’adozione, sociologo e autore di diversi volumi – fra cui il noto best seller Cavalieri e principesse -, è firma, fin dal primo numero, del quotidiano nazionale La Verità, fondato e diretto da Maurizio Belpietro. Scrive inoltre per i mensili Il Timone e Notizie ProVita, e per La Nuova Bussola Quotidiana. Lo abbiamo intervistato per chiedergli ciò che molti non osano chiedere: perché il World Congress of Family di Verona dà così fastidio?

Cos'è il World congress of family?

E’ un evento internazionale promosso dall’Organizzazione internazionale per la famiglia (Iof), presieduta da Brian S. Brown. La manifestazione ha principalmente due scopi. Il primo è quello di far incontrare leader sostenitori della famiglia provenienti da tutto il mondo, i quali altrimenti difficilmente avrebbero modo di farlo. In secondo luogo il fine è di affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale, sia facendo il punto sulle politiche finora adottate su questo versante, sia tracciando prospettive comuni su cui lavorare. Non si tratta quindi di un mero appuntamento per esperti, bensì di un’occasione per pianificare strategie politiche e istituzionali volte a meglio promuovere quella che i critici apostrofano come famiglia tradizionale.

Perché il mondo laicista e progressista è impazzito?

Perché non accetta che il mondo pro-family internazionale si unisca per rafforzarsi politicamente. Per tanti anni chi condivideva certi valori non faceva squadra, neppure all’interno dello stesso Paese. Un evento come il Congresso mondiale della famiglia – di cui a Verona si terrà l’ottava edizione -, rappresenta pertanto un salto di qualità strategico che, per alcuni, è intollerabile.

Di Maio ha definito i partecipanti "una destra sfigata". Ti senti sfigato? 
Mi pare che poi il vicepremier abbia corretto parzialmente il tiro. Comunque no, ovvio che non mi senta di una “destra sfigata”. Vedo invece in commenti adirati come questo la dimostrazione di un nervosismo di cui, questo sì, mi rallegro. Vuol dire che il mondo pro family inizia a dare fastidio sul serio. Quando non si dava fastidio, si veniva direttamente ignorati. Oggi non è più così.

In generale, i segnali in tema di diritto alla vita in Italia sembrano molto negativi. Tu come la vedi? 
In Italia la situazione è quello che è, ma in generale  io vedo anche segnali positivi. Penso in particolare a quanto sta facendo Trump, tagliando fondi alle cliniche abortiste e con nomine decisamente emblematiche sotto questo punto di vista. Certo, poi ci sono le follie dello Stato di New York che ha legalizzato sostanzialmente l’infanticidio, ottenendo però – secondo i sondaggi – un effetto boomerang, dato che perfino molti pro choiche si sono detti schifati di questo provvedimento. Tornando all’Italia, per evitare di non rispondere, dico che il problema più grave è quello di un popolo cattolico come  addormentato e culturalmente impaurito, fuorché sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, elevato a principio non negoziabile. Ecco, io credo che se si torna a scoprire quali sono i principi non negoziabili, ci possa essere un risveglio. Francamente, me lo auguro.




 

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