29 giugno 2017

La Roma pietrina e paolina. Un itinerario sulle orme di San Pietro e di San Paolo.

di Alfredo Incollingo
Roma è una città “parlante”, perché le sue vie e le sue piazze sono stati teatri di importanti eventi storici. Non parliamo delle chiese poi, altrettanti luoghi significativi per la storia della Chiesa Cattolica. Senza saperlo, alle volte, si va a pregare presso gli altari dove San Filippo Neri o San Pietro vi celebravano abitualmente l'Eucarestia.

Il 29 giugno ricorre la commemorazione liturgica dei Santi Pietro e Paolo: è l'occasione perfetta per vivere i luoghi pietrini e paolini per eccellenza (è buona abitudine farlo periodicamente). La tradizione romana ha per secoli disegnato una mappa ideale degli spostamenti e dei nascondigli dei due apostoli, sempre costretti a nascondersi per sfuggire alle autorità. San Pietro giunse a Roma verosimilmente nel 42 d.C., durante il regno dell'imperatore Claudio, e venne martirizzato nel 64 d.C. sotto l'imperatore Nerone.

L'apostolo godette della protezione di numerose famiglie cristiane: venne ospitato inizialmente dal senatore Pudente e dalle figlie Prassede e Pudenziana e oggi una basilica, Santa Pudenziana, ricorda il luogo dove sorgeva la villa nobiliare. Al suo interno è possibile venerare la tavola che servì a San Pietro per celebrare l'Eucarestia. Dopo Pudente, i coniugi Aquila e Priscilla lo nascosero nella loro dimora sull'Aventino, dove oggi sorge la chiesa di Santa Prisca. Anche lungo l'affollata Via del Corso, nei pressi di Santa Maria in Via Lata, vi era una casa che dette riparo, secondo la tradizione, a San Pietro, a San Paolo e a San Matteo.

San Pietro venne arrestato e fu condotto nel Carcere Mamertino, lungo l'attuale Via dei Fori Imperiali. Oggi le catene che lo tennero prigioniero sono conservate nella chiesa di San Pietro in Vincoli. Al di sopra del carcere pietrino, venne edificata la chiesa di San Pietro in Carcere. Secondo la tradizione, i miracoli del santo apostolo stupirono i suoi carcerieri, i futuri Santi Processo e Martiniano, a tal punto che chiesero immediatamente il battesimo. San Pietro, facendo il segno della croce verso la Rupe Tarpea, sul Campidoglio, fece scaturire dalla roccia una sorgente e con quell'acqua battezzò i due soldati. Scoperti, furono poi giustiziati. San Pietro tentò di fuggire da Roma prendendo la Via Appia verso Bari, per imbarcarsi probabilmente per l'Oriente. Lungo il tragitto si liberò da una delle fascie ai piedi, che oggi è conservata nella chiesa di Santi Nereo e Achilleo.

Durante la fuga Gesù gli si parò di fronte, invitandolo a continuare la sua missione e a non fuggire per la paura. L'incontro avvenne nei pressi della chiesa del Domine Quo Vadis. L'apostolo venne di nuovo catturato e subì il martirio sulle pendici del Gianicolo nei pressi della chiesa di San Pietro in Montorio. Venne crocifisso, ma a testa in giù, in segno di spregio. Il suo corpo, come ben si sa, venne sepolto al di sotto della basilica di San Pietro in Vaticano. Questa è una storia ben nota.

San Paolo era stato un persecutore, ma aveva ricevuto il dono della fede: illuminato dalla Grazia divina aveva intrapreso numerosi viaggi apostolici per predicare nell'Impero romano il Vangelo. Per tale motivo è chiamato “Apostolo delle Genti”. Subì l'arresto, come San Pietro, ma, essendo cittadino romano, chiese di essere giudicato direttamente a Roma dall'imperatore. La tradizione attesta che l'apostolo rimase agli arresti domiciliare per anni nei pressi della chiesa di San Paolo alla Regola.

Nonostante le limitazioni impostegli, continuò senza remore l'annuncio evangelico. Il martirio di San Paolo è avvenuto probabilmente poco tempo prima dell'esecuzione di San Pietro: fu decapitato nei pressi dell'Abbazia delle Tre Fontane. Le sue spoglie furono poi tumulate nel luogo dove venne eretta la basilica di San Paolo fuori le Mura. Le indicazioni storiche e topografiche sono poche, ma sta al lettore più attento scoprire la bellezza e la santità di questi luoghi. Solo così la fede personale in Gesù sarà rafforzata.  

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