30 giugno 2017

Cardinale Pell. La verità è ben altra

di Francesco Filipazzi

Ieri, come ci si aspettava da qualche giorno e come era previsto da un paio d'anni di ininterrotta macchina del fango, il cardinale Pell, fra gli squilli di trombe sincronizzati dei giornali di tutto il mondo, è stato incriminato per atti di pedofilia.
Subito si è scatenato il solito sciacallaggio. Anzi questa volta il fatto che un cardinale di alto livello sia accusato in modo così grave ha generato una soddisfazione incontenibile. "Ce l'abbiamo fatta" sembrano dire, "abbiamo preso un pesce grosso".

Va detto però che i punti oscuri e poco chiari nelle accuse a carico di Pell sono molti e fino a prova contraria non c'è alcuna vera conferma della colpevolezza del cardinale. Tutto si basa sulle testimonianze di persone che dopo decenni dichiarano di essere state abusate. Come si può provare che una persona avrebbe compiuto degli abusi su un'altra nel 1970? Probabilmente non si può, ma ai nemici basta rovinare la reputazione del cardinale e della Chiesa intera per essere soddisfatti.

Il cardinale intanto non si è mai sottratto a nessun confronto e a nessun tipo di interrogatorio ed è già volato in Australia per difendersi, dichiarandosi innocente.

"Queste materie sono oggetto di indagine da due anni, ci sono state fughe di notizie ai media, c’è stata una character assassination senza tregua". Quindi ha definito i reati che gli vengono contestati "crimini orribili": "Guardo al giorno in cui mi potrò difendere davanti alla corte. Ho informato regolarmente il Santo Padre in questi lunghi mesi e in numerose occasioni e abbiamo parlato della possibilità che io prenda un periodo di congedo per difendermi. Per questo sono molto grato al Santo Padre di avermi dato il congedo per tornare in Australia. Respingo totalmente le accuse. Queste notizie rafforzano la mia risolutezza e mi offrono la possibilità di difendere il mio nome".

Il porporato si dichiara totalmente innocente.

Su tutta la questione Pell e le accuse che ciclicamente gli vengono rivolte, dobbiamo puntualizzare alcune cose:

- Al momento le accuse principali che gli sono attribuite parlano di fatti che sarebbero risalenti a decenni fa e che non possono essere provati in alcun modo.

- Sulla problematica nella pedofilia nel clero australiano, Pell ha già parlato degli errori che sono stati fatti dai vescovi, ammettendo che ci sono state delle zone d'ombra. Dei casi ci sono stati davvero e dovevano essere repressi con molta più forza. 

- Sul cardinale però si è concentrato l'odio di molti avvocati e altri personaggi interessati, perché ha di fatto limitato i risarcimenti alle presunte vittime, portando molti casi in tribunale. Le diocesi australiane erano infatti diventate una mucca da mungere, come quelle statunitensi, da cui si poteva attingere con una semplice accusa. E' probabile che sia in corso una punizione nei confronti di chi si è ribellato.

- En passant, nel 2002 un tizio accusò Pell di averlo abusato nel 1961. Accusa poi caduta totalmente. Il cardinale venne assolto.

- L'uscita coordinata e a caratteri cubitali della stampa di tutto il mondo fa pensare ad una regia ben definita. Perché lo stesso risalto non è stato dato all'enorme scandalo pedofilia (quello provato e certificato )che colpì il parlamento britannico?

Fatto sta che il cardinale Pell non si sta nascondendo, non sta fuggendo e dopo aver indetto lui stesso una conferenza stampa è corso a difendersi.

 

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