“Se
persino i cattivi padri non rifiutano il pane agli affamati, figuriamoci se Dio
non darà il pane a coloro che, per imperfetti che sono, lo chiedono con
appassionata insistenza”. Queste parole, riportate dall’agenzia ANSA
come tra le più rilevanti pronunciate da Papa Francesco nel corso dell’Udienza
Generale di stamattina, hanno generato subito animate discussioni sui mezzi di
comunicazione e sui social network.
Quel richiamo al “pane” da distribuire agli “imperfetti” che “lo chiedono con
appassionata insistenza” è sembrato infatti un chiaro riferimento al dibattito
sulla concessione dell’Eucarestia ai divorziati risposati. Molti hanno avuto l’impressione
di un’entrata a gamba tesa del Pontefice su una questione scottante, nell’intenzione
di indirizzare il dibattito sinodale verso una conclusione già prestabilita.
Nel clima di inquietudine e di preoccupazione che si respira in questi giorni,
insomma, un’affermazione del genere, pur richiamandosi direttamente a un passo
evangelico, non avrebbe altro effetto che quello di gettare benzina sul fuoco.
Basta
cercare la fonte originale del discorso del Papa, tuttavia, per scoprire che Francesco
non ha mai pronunciato quelle parole. Il sito della Santa Sede, infatti,
riporta la seguente frase: “Possa l’entusiasmo dei Padri sinodali, animati
dallo Spirito Santo, fomentare lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie
reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore. Preghiamo
intensamente per questo! Cristo, del resto, ha promesso e ci rincuora: se
persino i cattivi padri non rifiutano il pane ai figli affamati, figuriamoci se
Dio non darà LO SPIRITO [maiuscolo nostro] a coloro che – pur imperfetti come
sono – lo chiedono con appassionata insistenza (cfr Lc 11,9-13)!” Al netto del solito richiamo a
una Chiesa “in uscita”, dunque, le parole del Papa sono state non solo modificate,
ma anche completamente decontestualizzate: esse costituiscono un invito ai
fedeli a pregare intensamente perché lo Spirito assista i padri sinodali nella
loro riflessione sulla famiglia e non hanno nulla a che vedere con il tema dei divorziati
risposati. Per inciso, occorre ricordare a tale riguardo che quest’ultimo –
come hanno chiarito efficacemente i sacerdoti e teologi Claude Barthe, Antonio Livi e Alfredo Morselli – è un tema che un
cattolico non dovrebbe neanche dibattere, pena il rischio di macchiarsi di
dubbio volontario in materia di fede che, “se viene deliberatamente
coltivato, […] può condurre all’accecamento dello spirito” (CCC 2088), cioè all’effetto
contrario rispetto a quello auspicato dal Pontefice.
A
questo punto una domanda sorge spontanea: ma all’ANSA ci sono o ci fanno? Sono
incapaci o in malafede? Hanno difficoltà con il copia-incolla o manipolano le
parole del Papa per orientare l’opinione pubblica in una direzione ben precisa
e operare pressioni indebite sul dibattito del Sinodo? L’attesa è spasmodica:
tutti, specie i media, attendono che la Chiesa Cattolica ceda infine alle
pressioni sempre più forti che provengano da ogni parte, che conceda l’Eucarestia
ai peccatori impenitenti, che sdogani l’omosessualità, che rinunci al Depositum fidei per inseguire il
consenso del mondo. All’attesa esterna corrispondono i tradimenti interni, le
dichiarazioni di Cardinali, Vescovi, sacerdoti in palese o strisciante
contrasto con la dottrina cattolica. La conseguenza è il disorientamento dei
buoni, che confidano però nella resistenza di quei Pastori che leveranno la loro
voce in difesa dell’ortodossia, ma anche e soprattutto nella promessa di Nostro
Signore: qualunque cosa accada e qualunque crisi possa attraversare la Chiesa,
le porte degli inferi non prevarranno.
Pubblicato il 07 ottobre 2015
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