di Giulia Tanel
I Radicali colpiscono ancora. Sono pochi,
hanno una percentuale di elettorato risibile, eppure hanno i mezzi di
comunicazioni e le risorse economiche giuste, che permettono loro di incidere
sulla mentalità comune. Facendo danni.
L’ultima
trovata è la diffusione, da parte dell’Associazione
Luca Coscioni di un video choc dal
titolo “La scelta di Piera”,
studiato ad hoc per lanciare la
raccolta di firme della campagna “Eutanasia legale”.
Presentiamo
un estratto di frasi pronunciate da Piera Franchini nel video in cui narra la
sua scelta di recarsi in Svizzera per porre fine alla propria vita il 29
novembre del 2012, all’età di settantacinque anni.
Il
filmato esordisce con la frase: “Io sono morta il 13 di aprile”, ossia il
giorno della diagnosi. Piera non riesce ad accettare la malattia e consulta
diversi specialisti: “Ne parlai con un altro medico. Disse: ‘Io non posso aiutarti,
però c’è la possibilità che tu lo possa fare andando in Svizzera’. E così
cominciai ad interessarmi via internet su questa possibilità…”.
“Le
strade mi portano alla fine della vita – prosegue Piera nel video – e allora
perché non scegliere la via meno dolorosa? Che mi fa paura anche quella… Però
io non ho dubbi, non voglio più soffrire. Diventa una sofferenza fine a se stessa,
che non
giova a nessuno. […] Per quale motivo io devo soffrire fino a
morire? […] Chi può arrogarsi il diritto di dire e di fare questo? Chi? Se
non io? Io, io, la mia vita, la mia morte… io, decidere di me”.
Piera
si reca dunque in Svizzera, decisa a porre fine alla propria vita. Nel video
racconta che dopo un colloquio atto a capire le motivazioni della sua scelta e
ad assicurarsi che non fosse istigata da qualcuno, la clinica l’ha sottoposta a
delle visite mediche. 
Concluso
questo iter, la persona è libera di
scegliere se e quando morire: un’équipe di medici è infatti a
disposizione del paziente, affinché siano eseguite le sue volontà…
Se
si decide per la morte, conclude Piera, “danno da bere una bibita e poi uno si
addormenta… si addormenta… e basta”. 
Questo
filmato, della durata di soli tre minuti, è il condensato dell’ideologia determinista,
edonista e assolutamente priva di regole nella quale siamo immersi: la
vita è nostra, spetta a noi decidere se vivere e morire; la sofferenza non ha
alcun senso, è puro masochismo; dopo la morte non vi è nulla, semplicemente
tutto finisce…
Che
tristezza vivere con uno sguardo così ristretto! E che bello, al
contrario, abbandonarsi ad un disegno più grande, entro al quale non sono
risparmiate le sofferenze e le difficoltà, ma dove la pienezza è garantita!
 
 

 
 
 
 
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