di Giulia Tanel
A Pechino, in questi giorni, le autorità politiche si stanno
scontrando con le conseguenze disastrose della famigerata “politica del figlio
unico”. Sono infatti stati resi noti dei dati – come sempre scientificamente
inclementi – che parlano fin troppo chiaro: alla fine dell’anno scorso
i cinesi con più di sessant’anni si attestavano attorno al 13,7% dell’intera
popolazione, mentre nel 2020 essi saranno il 17,1% del totale, per raggiungere
la quota del 31% nel 2050.
Insomma: la popolazione cinese è condannata ad un costante innalzamento dell’età media della
popolazione, fattore che è portatore di svariate conseguenze problematiche.
In primo luogo vi è
la questione dell’assistenza sociale.
Questa problematica – già spinosa di per sé – in Cina è
ulteriormente aggravata dalla cosiddetta “politica del figlio unico”, dalle
mancanza di una rete sociale organizzata, dall’attuale inflazione e dalle
contingenze che spesso obbligano i figli ad allontanarsi dal luogo natio per
andare a cercare lavoro in città.
In tal senso, il fatto che le autorità cinesi stiano
considerando di approvare una legge per la quale “chiunque viva separato dai
suoi genitori anziani, deve andare a fare loro visita frequentemente” è quanto mai
sintomatico della gravità della situazione.
In seconda istanza vi
è l’aspetto economico.
Fino ad ora, in Cina, i maschi andavano in pensione a 60
anni, mentre le donne a 50-55. Ebbene, è già stato annunciato che tale soglia
d’età verrà presto innalzata fino a 65 anni, perché altrimenti si verrebbe a
creare un disequilibrio economicamente troppo svantaggioso tra la forza lavoro
e la popolazione inattiva e socialmente dispendiosa.
Tutto il mondo è paese, ci verrebbe quasi da dire: anche in
Italia Mario Monti, coadiuvato dai suoi ministri, ha messo in campo la stessa
“geniale” soluzione. Tutto vero, tuttavia quando si parla della Cina è
necessario tenere in debita considerazione il fatto che le condizioni
lavorative nei paesi dell’est sono radicalmente differenti da quelle cui siamo
abituati noi occidentali: orari di lavoro estenuanti, ferie inesistenti,
condizioni lavorative che spesso rasentano la condizione servile… e via
discorrendo.
Insomma, in Cina la
situazione non è affatto rosea e molta colpa in tutto ciò è da attribuirsi alla
deleteria “politica del figlio unico”, che oltre a generare le due
conseguenze cui si è appena accennato è anche una legge omicida, in quanto sono molto frequenti i casi di aborti – forzati
e spesso tardivi, al settimo/ottavo mese – dei secondi figli concepiti.
La speranza, in tutto ciò, è che l’Italia prenda atto della situazione cinese per correre essa stessa ai
ripari prima che sia troppo tardi.
L’Istat ha infatti
rilevato come nel Bel Paese – nonostante non sia in vigore alcuna restrizione
circa il numero di figli concessi alle coppie – la percentuale di fecondità nel
2011 si attestasse attorno all’1,42 figli per donna. Una cifra ben distante dai
2,1 figli per donna che sarebbero necessari per garantire un adeguato ricambio
generazionale e dunque una stabile suddivisione della popolazione tra forze
giovani e persone anziane.
Le consonanze tra la situazione italiana e quella cinese per
quanto riguarda i pochi figli generati, l’aumento dell’età media della popolazione,
i problemi di assistenza sociale e l’innalzamento dell’età pensionabile sono
dunque evidenti.
Noi però possiamo giocare d’anticipo, prima che la
situazione diventi insostenibile. La
soluzione, in fondo, è più semplice di quel che sembra: è sufficiente attuare
politiche a sostegno della famiglia naturale fondata sul matrimonio e, in tal
modo, incentivare le nascite.
Altrimenti lo scotto da pagare sarà alto: l’estinzione.
Pubblicato il 04 luglio 2012


Bisogna però anche considerare che l'incremento della popolazione umana implica un maggiore consumo di risorse e di energia. Già siamo 7 miliardi e siamo tanti...
RispondiEliminaFosse per certe previsioni apocalittiche di stampo malthusiano (cfr. il Club di Roma), avremmo già dovuto raggiungere il limite massimo consentito...
RispondiElimina@Marco Mancini
RispondiEliminail massimo limite consentito non è stato raggiunto grazie al controllo delle nascite (che può avvenire per imposizione come in rp cinese oppure per "educazione" come nei paesi sviluppati)
Mi pare ovvio che un mondo a risorse limitate (possiamo discutere sul livello dell'asticella, ma credo nessuno metta in dubbio che siano risorse mondiali siano limitate) non possa sopportare una popolazione infinita.
Anonimo, per favore, si legga uno qualsiasi degli articoli segnalati qui: http://www.enzopennetta.it/wordpress/tag/sovrappopolazione/ giusto per vedere un po' le cose come stanno.
RispondiEliminaRiccardo, forza, spiegami come fa un pianeta a risorse finite a dar da mangiare ad una popolazione infinita.
RispondiEliminason proprio curioso.
Domandina facile facile:
RispondiEliminaCome fa un a società che si ritiene al top dell'intelligenza umana a sopravvivere a se stessa con un indice di natalità per componente femminile di 1,4 ??
Pippo il vecchio
"popolazione infinita"?
RispondiEliminaPerche', qualcuno si e' tolto il vizio di morire, qui sulla Terra?
Anonimo, spiegami come può esistere una popolazione infinita di persone.
RispondiEliminaIn questo articolo http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/10/da-ieri-sulla-terra-siamo-7-miliardi-ma-quelli-di-troppo-sembrano-essere-delletnia-sbagliata/. E nei link ivi riportati si spiega con dovizia di particolari il perché la bomba demografica sia un semplice mito.
RispondiEliminase da 2 genitori nascono 6 figli che avranno (si spera) bassa mortalità infantile come la generazione precedente ed una aspettativa di vita ugualmente lunga è matematico che la popolazione aumenti indefinitivamente.
RispondiEliminacon il mio "infinita" intedevo pertanto dire "potenzialmente infinita" (e qua sarebbe troppo facile citare Einstein, per cui mi astengo)
dopo questa precisazione potreste spiegarmi con parole vostre (cioè senza linkare articoli scritti da altri, che parlano di altro) come fa un pianete a risorse finite supportare una popolazione umana potenzialmente infinita
Per prima cosa, l'infinito in atto è impossibile per quanto riguarda la popolazione. Un numero finito, per quanto grande e per quanto possa aumentare, sarà sempre finito. In secondo luogo, la popolazione per aumentare ha bisogno di risorse, ma se le risorse non ci sono, le persone non nascono, perché un bambino per svilupparsi nell'utero ha bisogno di materia. Se la materia non c'è, la gente muore. In terzo luogo, le risorse sono incrementabili, non indefinitamente, ma in maniera molto maggiore di quanto affermano i neomalthusiani, come affermato, dati alla mano, nei link che ho riportato. Per cui le risorse possono aumentare con il lavoro dell'uomo e le sue invenzioni.
RispondiEliminaP.s. L'unico che parla di popolazione infinita sei tu. Nessuno di noi ha mai pensato una ccosa del genere nemmeno con l'anticamera del cervello.
RispondiElimina@Riccardo
RispondiEliminanon so se fai finta di non capire e se proprio non capisci
se è il primo caso, a meno che tu non voglia cambiare il secondo principio della termodinamica (in tal caso: auguri!) le (finite) risorse terresti (o dell'Universo visto che tanto confidi nella scienza) non potranno mai soddisfare le esigenza di una popolazione in galoppante crescita (nel caso pratico, una popolazione mondiale se crescesse con fertilità da terzo mondo e mortalità da primo mondo).
Questo naturalmente a meno che tu non auguri di veder donne incinata che muoiono di inedia perché il feto toglie loro la "materia" per vivere.
se invece proprio non capisci, allora aveva proprio ragione Einstein..
che barba questi neomalthusiani...se vogliamo suicidarci tutti quanti, prego, avanti voi che a me scappa da ridere...
RispondiEliminamai sentito parlare di redistribuzione delle risorse, vero?