di Isacco Tacconi
Stiamo assistendo a una vera e propria esecuzione pubblica
vecchio stile. Il patibolo è stato approntato, i boia, i media e i giornali hanno
già inferto il primo colpo di scure. “Fango sull’Italia; disonore e vergogna;
capitolo buio dello sport”, così le televisioni hanno apostrofato questo
deplorevole evento, che io definirei nient’altro che un classico esempio di
“debolezza umana”, dalla quale non sono esenti nemmeno i campioni olimpici né le
stelle dello sport. Stiamo parlando di Alex Schwazer, il giovane altoatesino di
27 anni campione olimpico nei giochi di Pechino nella 50 km di marcia,
diventato in poche ora l’emblema della disonestà sportiva a livello
internazionale per aver fatto uso di Epo.