di Paolo Maria Filipazzi
La politica degli Stati Uniti d’America è in subbuglio: la testata Politico ha diffuso una bozza di sentenza delle Corte Suprema che ribalterebbe la Roe vs Wade, affermando che per legalizzare l’aborto è necessario approvare una legge. Come risultato pratico, nell’immediato, l’aborto diverrebbe illegale, in attesa che il Congresso legiferi. La sentenza avrebbe a proprio favore cinque giudici su nove, il che la renderebbe sicura di approvazione.
Le reazioni di rabbia delirante dello schieramento abortista sono facilmente immaginabili.
Mettendo le cose nel giusto ordine, va sottolineato che:
1) non era mai successo prima che una bozza di sentenza della Corte Suprema venisse diffusa in anticipo;
2) la fuga di notizie è di estrema gravità: palesemente si tratta di una pugnalata nella schiena per mettere sotto pressione i giudici;
3) qualora la sentenza venisse confermata, la sua anticipazione prepara il terreno per far partire a tambur battente la campagna perché il Congresso legiferi in fretta e furia prima delle elezioni di medio termine previste per novembre, vale a dire fintantoché il Congresso avrà una maggioranza democratica;
4) qualora i dem non dovessero riuscire nel colpo di mano, l’argomento renderà bollente la campagna elettorale.
Che dire?
Sicuramente va riconosciuto che una simile situazione non sarebbe stata pensabile senza la presidenza di Donald Trump che, con le sue nomine, è riuscito a ribaltare gli equilibri della Corte Suprema.
Soprattutto, però … preghiamo! Preghiamo Dio di dare ai giudici il coraggio di andare in fondo. Una sentenza come quella che si paventa, sarebbe l’inizio di una tempesta. Quella che da sempre aspettiamo.
Volesse il cielo! Digiunare e pregare.
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