23 maggio 2022

Bollettino di guerra. Da Zen all'aborto in USA


di Paolo Maria Filipazzi

Per evitare disguidi, la guerra di cui si parla nel titolo non è quella fra Russia e Ucraina, ma LA guerra, quella cominciata all’inizio del tempi quando Lucifero proclamò il suo “non serviam”.

Arresto del cardinale Zen

L’ 11 maggio scorso lo scoppiettante pontificato bergogliano ha raggiunto un nuovo record, di quelli che andranno nel mazzo dei fiori da mettere al suo occhiello: un uomo di Chiesa è stato arrestato dalla sbirraglia di un regime comunista, proprio come ai tempi di Wizsynski e Mindszenty.

Parliamo del cardinal Joseph Zen, reo di essere amministratore del fondo “612 Humanitarian Relief Fund”, istituito per aiutare economicamente coloro che sono sotto processo per le manifestazioni pro-democrazia del 2019 nel sostenere le spese legali. Alla fine è stato rilasciato su cauzione, ma dovrà comparire in tribunale il 24 maggio.

Si tratta dei frutti dell’ accordo Pechino -Vaticano, che hanno estremamente indebolito la posizione della Chiesa cinese, e di cui non a caso Zen è uno strenuo critico.

Il Vaticano, tra un marchettone agli omosessuali e l’altro, ha trovato il modo di emettere un comunicato in cui assicura che il cardinale “è stato trattato bene” (lo hanno solo arrestato, dopo tutto…), e affermando che “l’auspicio più concreto è che iniziative come questa non possano complicare il già complesso e non semplice cammino del dialogo tra la Santa Sede e la Chiesa in Cina”. In pratica, il Vaticano ha difeso il regime cinese!

Da parte di Parolin sarebbe onesto, dopo questo, rassegnare le dimissioni. Ovviamente, non lo farà…

USA: abortisti scatenano l’Inferno

Dopo la fuga di notizie per cui la Corte Suprema sarebbe in procinto di ribaltare la Roe vs Wade, un’ondata di violenza sta attraversando gli Stati Uniti d’America.

Si sono moltiplicati assalti alle chiese, con interruzioni di funzioni religiose e aggressioni ai fedeli. A New York è stato sventato un attacco esplosivo ad una chiesa. A Kety, in Texas, è stato rubato un tabernacolo. Un’altra chiesa a Fort Collins, in Colorado, è stata vandalizzata. Gli atti di violenza e vandalismo contro le chiese in tutto il paese, denunciati in un rapporto della Conferenza Episcopale, sono però centinaia, così come non si contano gli atti di violenza contro sedi di associazioni pro life. La Chiesa cattolica sembra, almeno nella parte sana, non volersi piegare. E’ notizia recente che l’ arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone (verrebbe da dire nomen omen) ha emesso un decreto in cui si nega ufficialmente la comunione a Nancy Pelosi esortandola a rinnegare le proprie posizioni abortiste o a non dirsi cattolica. Analoga presa di posizione dal vescovo di Madison Donald J. Hyng.

I sei giudici indicati come favorevoli al nuovo verdetto hanno ricevuto minacce di morte. Manifestanti stazionano con atteggiamento aggressivo sotto le loro abitazioni senza che le forze dell’ordine intervengano. Il giudice Samuel Alito, autore della bozza diffusa, è stato trasferito in una località segreta assieme alla propria famiglia. Un altro giudice, Clarence Thomas, ha reagito dichiarando che la Corte Suprema non si farà bullizzare.

La stampa ha vietato ai propri giornalisti di prendere le distanze da questi fatti vergognosi e dalle colonne del Guardian è stata minacciata testualmente la guerra civile, mentre il Washington Post ha paragonato l’eventuale sentenza agli attentati dell’11 settembre 2001. Sul Rewire News Group è stata chiesta più violenza contro gli attivisti pro-life con frasi farneticanti quali “possa questa gente non conoscere mai un momento di pace o di sicurezza finché non marciranno sotto terra” e il New York Times ha definito la Corte Suprema “strumento di oppressione”.

La Casa Bianca ha preso le parti dei manifestanti e il sindaco di Chicago (IL SINDACO DI CHICAGO!) ha esortato a imbracciare le armi.

Un tentativo di approvare una legge federale sull’aborto che dribblasse la sentenza è stato bocciato al Senato con 51 voti contrari e 49 favorevoli, grazie anche al voto di un senatore democratico che ha votato con i repubblicani

Insomma, le forze dell’ Inferno sono scatenate, ma questo impazzimento che fa cadere le maschere è segno di profondo terrore per il colpo di maglio che potrebbe abbattersi contro il male di qui a poche settimane.

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio .

 

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