09 dicembre 2019

Caso Cremona. Il Vaticano impone alla diocesi il rispetto del Summorum Pontificum

Sembra volto alla conclusione il "caso Cremona". Qualche mese fa davamo notizia, accanto alla stampa nazionale come il Corriere della Sera e internazionale come Lifesitenews, del fatto che il vescovo di Cremona, Napolioni, aveva vietato senza mezzi termini la celebrazione di una messa tridentina privata.
Le modalità del divieto furono talmente grossolane che ne nacque un esposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Calò il silenzio, fino a quando poi da Cremona arrivò notizia che da Roma era arrivato il diktat: la Messa s'ha da fare. Il Summorum Pontificum è infatti legge della Chiesa e NESSUNO, neanche l'ordinario del luogo, può contravvenire alle disposizioni del Santo Padre.

La Messa dunque è calendarizzata. Il prete è stato però scelto dalla Diocesi, la celebrazione sarà in una cappella e non in una Chiesa, sarà mensile e non settimanale. Per ora non abbiamo notizie di prove fisiche da superare per accedere alla cappella (salto nel cerchio di fuoco, salto della cavallina, correre i 100 metri in 8 secondi...). Che dire? Grazie alla CDF che ha ristabilito la legalità ecclesiastica e un grazie al Vescovo di Cremona, che ha dato modo di sancire un diritto universale.


 

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