All’inizio del settimo secolo abbiamo la conversione dei Longobardi (602), nel 609 abbiamo la dedicazione del Pantheon a Roma che da tempio pagano diviene chiesa cristiana, abbiamo la fondazione di importanti abbazie come San Gallo in Svizzera (molto importante per la notazione gregoriana come vedremo in seguito) e Farfa non lontano da Roma, il cristianesimo arriva in Cina grazie alla Chiesa dell’Est impropriamente detta “Nestoriana”, invasioni di forze islamiche che forzeranno monaci di origine greche ad approdare in Italia.
Infatti in questo periodo abbiamo diversi Papi di origine greca, come Sergio I, che sarà Papa dal 687 al 701 e che verrà ricordato nella storia della liturgia e della musica sacra per aver introdotto l’Agnus Dei nella Messa. Introdurrà anche la pratica dell’adorazione dell croce e delle processioni per invocare il materno aiuto di Maria alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Abbiamo altri Papi che saranno coinvolti con la musica come Onorio (625-638), Leone II (682-683) - ricordato per la sua sensibilità nel cantare la musica liturgica -, Benedetto II (684-685), cantore fino dall’infanzia e uomo di grande conoscenza della Sacra Scrittura.
L’influenza greca sulla musica liturgica è tema di grande dibattito fra gli studiosi, specialmente in Francia. Possiamo pensare che una esecuzione del canto liturgico deve tener presente stili interpretativi che sono mutuati dalla tradizione di canto nella Chiesa greca? Ci sono dei gruppi che si dedicano a delle ricostruzioni, specie dei repertori pre gregoriani, cantando con uno stile molto vicino a quello delle Chiese orientali. Sono tentativi suggestivi che non sono ben visti dalla vulgata solesmense. Eppure, senza nulla togliere a Solesmes, bisognerebbe avere un poco di più apertura di mente e vagliare ciò che è buono, come ci viene suggerito nella Scrittura. Il musicologo francese Jacques Viret, mi ha detto in una intervista: “I monaci di Solesmes hanno compiuto un lavoro considerevole nella restituzione del testo melodico originale del repertorio che è stato corrotto dal 1600. Ma il loro stile di interpretazione non è autentico, perché c'è troppa influenza dall'estetica corale dal Romanticismo; ha distrutto la tradizione dei cantori, che era ben viva fino al 19° secolo”. Anche se questa posizione non va per la maggiore, è certamente da vagliare con grande attenzione.
Pubblicato il 15 novembre 2019
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