20 gennaio 2019

Filastrocche e canarini, il mondo letterario di Giacomo Biffi

di Matteo Maria Zuppi
Vescovo di Bologna
Postfazione a S. Pinna - D. Riserbato, Filastrocche e canarini. Il mondo letterario di Giacomo Biffi, Presentazione di Pinocchio, Cantagalli, Siena 2019, pp. 245-247

Il cardinal Giacomo Biffi «ha servito – come ha detto papa Francesco – con gioia e sapienza il Vangelo e ha amato tenacemente la Chiesa» [Ubi fides ibi libertas. Scritti in onore di Giacomo Biffi, a cura di S. Pinna e D. Riserbato, p. 25]. Tale amore è stato il frutto concreto di un servizio dedito, sapiente e ricolmo di entusiasmo per il gregge a lui affidato, che ha guidato con sollecitudine e saggezza.

Il suo essere Pastore è stato improntato, grazie alle sue molte doti, all’attenzione verso ogni persona e realtà, e ciò non può che suscitare ammirazione. Si è sempre rivolto a tutti, nessuno escluso, tanto da andare – e forse qui trovava più gusto – a interessarsi della pecorella sperduta piuttosto che rimanere tranquillo con le novantanove.

Certo, non essendosi mai asservito a nessuna moda dominante e avendole viste scorrere numerose sotto il suo sguardo attento (e diverse esaurirsi da sole), non ha mai inteso annunciare una “sua” verità, ma solo quella insegnataci da Cristo, via, verità e vita (Gv 14, 6). Non aveva nulla da difendere, perché aveva Tutto ricevuto nella fede come dono bellissimo. Per questo, nonostante i mutamenti sociali sempre più accelerati, che hanno spesso schiacciato l’uomo, non aveva perso il sorriso, né il suo umorismo tanto contagioso, sempre incline a far riflettere e mai banale.

I Pastori devono anzitutto servire i fratelli nel Signore: Giacomo Biffi ha vissuto questo con intensità, ricordandosi che la sua vita non gli apparteneva più, perché l’aveva ormai donata interamente a Dio, padre amorevole, generoso e misericordioso. Ecco il motivo per cui non gli è mai pesato mettersi a servizio laddove era chiamato: da insegnante alle scuole medie a docente di teologia, da parroco a Legnano e a Milano a Vicario episcopale della sua Diocesi. Il suo servizio era umile come le sue origini: non pretendeva, ma sapeva accogliere quanto gli era richiesto nonostante la fatica, come quella vissuta quando, per esempio, Giovanni Paolo II gli affidò la cura della Diocesi di Bologna: non si credeva adatto, eppure accettò in obbedienza e in spirito di sacrificio. Il modo in cui ha vissuto il suo servizio ecclesiale non è stato frutto di un’innata versatilità, ma di una fedele obbedienza al progetto divino, che gli ha permesso invero di spendersi con una naturalezza propria di pochi.
Questo libro, profondo e leggibile, ne è un’ennesima riprova e una sorta di cartina di tornasole: i suoi interessi non si sono, infatti, fossilizzati sulla riflessione teologica di matrice scientifica o su una continua ricerca di perfezionamento di strategie pastorali. Egli ha attinto a ciò che di buono la realtà offriva, muovendosi in molti campi, ma armonizzandola, poiché riconosceva nel Verbo fatto carne l’elemento unificatore e l’origine del senso di ogni essere creato.

L’iniziativa a opera di due valenti teologi, don Samuele Pinna e il professor Davide Riserbato, mi permette di raccontare come è nata l’idea di questo prezioso volume. Ho convocato in episcopio i due studiosi e cari amici di Giacomo Biffi quando avevano da poco concluso un altro studio, di carattere storico e teologico, sui suoi scritti da Parroco [G. Biffi, Cose nuove e cose antiche], in cui si mostrava, oltre alla solita arguzia, la sua capacità di giudizio dinnanzi a un tempo, il nostro, di grandi e veloci cambiamenti. In quel nostro incontro, cercavamo di trovare il modo più opportuno per commemorare con una pubblicazione il mio amato predecessore a motivo dell’importante anniversario che ricorda i novant’anni dalla nascita.

Di là dal soddisfacente risultato, che è sotto gli occhi di tutti, la scelta di rileggere le passioni letterarie del Cardinale può essere sintetizzata con una semplice frase: bellezza chiama bellezza. Il pensiero alto e luminoso dettato dalla teologia che ricerca il mistero stesso di Dio con metodo rigoroso si incontra con l’incanto della letteratura, che riconsegna all’uomo ciò che è per lui fondamentale.

L’aver proposto delle interviste a grandi specialisti rende la lettura agevole e gustosa, senza togliere la molteplicità di spunti e di considerazioni che, quasi spontaneamente, si originano in ogni pagina.
Le intuizioni “letterarie” di Giacomo Biffi dimostrano ancora una volta la grandezza di quest’uomo, dono per la Chiesa non solo felsinea ma universale, e possono essere davvero benefiche per tutti.
I grandi autori di cui è ripresentato il pensiero, con un botta e risposta sempre arguto e interessante, sia in chi pone le domande sia in chi dona le risposte, ci lasciano pagine immortali che non passeranno mai di moda. La scelta di annoverare anche il Cardinale, nell’intervista dedicata al tema dell’umorismo, si rivela un’operazione felice, proprio perché esso si rivela una caratteristica particolare di chi, come lui, ha amato appassionatamente tutte le creature senza identificare mai nessuna di esse con il loro Creatore.

Tutto questo ci aiuta a comprendere Biffi attraverso i “suoi” autori, diventati vere e proprie passioni e che ci ha insegnato a gustare. Questa volta, però, e viceversa, sono proprio loro che ci aiutano a comprendere l’intelligenza e la fede del Cardinale, attento all’umano perché liberamente obbediente solo a Colui che è la Verità.


 

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