Vescovo di Bologna
Postfazione a S. Pinna - D. Riserbato, Filastrocche e canarini. Il mondo letterario di Giacomo Biffi, Presentazione di Pinocchio, Cantagalli, Siena 2019, pp. 245-247
Il cardinal Giacomo Biffi «ha servito – come ha detto papa Francesco – con
gioia e sapienza il Vangelo e ha amato tenacemente la Chiesa» [Ubi fides
ibi libertas. Scritti in onore di Giacomo Biffi, a cura di S. Pinna e D.
Riserbato, p. 25]. Tale amore è stato il frutto concreto di un servizio
dedito, sapiente e ricolmo di entusiasmo per il gregge a lui affidato, che
ha guidato con sollecitudine e saggezza.
Il suo essere Pastore è stato improntato, grazie alle sue molte doti,
all’attenzione verso ogni persona e realtà, e ciò non può che suscitare
ammirazione. Si è sempre rivolto a tutti, nessuno escluso, tanto da andare
– e forse qui trovava più gusto – a interessarsi della pecorella sperduta
piuttosto che rimanere tranquillo con le novantanove.
Certo, non essendosi mai asservito a nessuna moda dominante e avendole
viste scorrere numerose sotto il suo sguardo attento (e diverse esaurirsi
da sole), non ha mai inteso annunciare una “sua” verità, ma solo quella
insegnataci da Cristo, via, verità e vita (Gv 14, 6). Non aveva nulla da
difendere, perché aveva Tutto ricevuto nella fede come dono bellissimo. Per
questo, nonostante i mutamenti sociali sempre più accelerati, che hanno
spesso schiacciato l’uomo, non aveva perso il sorriso, né il suo umorismo
tanto contagioso, sempre incline a far riflettere e mai banale.
I Pastori devono anzitutto servire i fratelli nel Signore: Giacomo Biffi ha
vissuto questo con intensità, ricordandosi che la sua vita non gli
apparteneva più, perché l’aveva ormai donata interamente a Dio, padre
amorevole, generoso e misericordioso. Ecco il motivo per cui non gli è mai
pesato mettersi a servizio laddove era chiamato: da insegnante alle scuole
medie a docente di teologia, da parroco a Legnano e a Milano a Vicario
episcopale della sua Diocesi. Il suo servizio era umile come le sue
origini: non pretendeva, ma sapeva accogliere quanto gli era richiesto
nonostante la fatica, come quella vissuta quando, per esempio, Giovanni
Paolo II gli affidò la cura della Diocesi di Bologna: non si credeva
adatto, eppure accettò in obbedienza e in spirito di sacrificio. Il modo in
cui ha vissuto il suo servizio ecclesiale non è stato frutto di un’innata
versatilità, ma di una fedele obbedienza al progetto divino, che gli ha
permesso invero di spendersi con una naturalezza propria di pochi.
Questo libro, profondo e leggibile, ne è un’ennesima riprova e una sorta di
cartina di tornasole: i suoi interessi non si sono, infatti, fossilizzati
sulla riflessione teologica di matrice scientifica o su una continua
ricerca di perfezionamento di strategie pastorali. Egli ha attinto a ciò
che di buono la realtà offriva, muovendosi in molti campi, ma
armonizzandola, poiché riconosceva nel Verbo fatto carne l’elemento
unificatore e l’origine del senso di ogni essere creato.
L’iniziativa a opera di due valenti teologi, don Samuele Pinna e il
professor Davide Riserbato, mi permette di raccontare come è nata l’idea di
questo prezioso volume. Ho convocato in episcopio i due studiosi e cari
amici di Giacomo Biffi quando avevano da poco concluso un altro studio, di
carattere storico e teologico, sui suoi scritti da Parroco [G. Biffi, Cose
nuove e cose antiche], in cui si mostrava, oltre alla solita arguzia, la
sua capacità di giudizio dinnanzi a un tempo, il nostro, di grandi e veloci
cambiamenti. In quel nostro incontro, cercavamo di trovare il modo più
opportuno per commemorare con una pubblicazione il mio amato predecessore a
motivo dell’importante anniversario che ricorda i novant’anni dalla
nascita.
Di là dal soddisfacente risultato, che è sotto gli occhi di tutti, la
scelta di rileggere le passioni letterarie del Cardinale può essere
sintetizzata con una semplice frase: bellezza chiama bellezza. Il pensiero
alto e luminoso dettato dalla teologia che ricerca il mistero stesso di Dio
con metodo rigoroso si incontra con l’incanto della letteratura, che
riconsegna all’uomo ciò che è per lui fondamentale.
L’aver proposto delle interviste a grandi specialisti rende la lettura
agevole e gustosa, senza togliere la molteplicità di spunti e di
considerazioni che, quasi spontaneamente, si originano in ogni pagina.
Le intuizioni “letterarie” di Giacomo Biffi dimostrano ancora una volta la
grandezza di quest’uomo, dono per la Chiesa non solo felsinea ma
universale, e possono essere davvero benefiche per tutti.
I grandi autori di cui è ripresentato il pensiero, con un botta e risposta
sempre arguto e interessante, sia in chi pone le domande sia in chi dona le
risposte, ci lasciano pagine immortali che non passeranno mai di moda. La
scelta di annoverare anche il Cardinale, nell’intervista dedicata al tema
dell’umorismo, si rivela un’operazione felice, proprio perché esso si
rivela una caratteristica particolare di chi, come lui, ha amato
appassionatamente tutte le creature senza identificare mai nessuna di esse
con il loro Creatore.
Tutto questo ci aiuta a comprendere Biffi attraverso i “suoi” autori,
diventati vere e proprie passioni e che ci ha insegnato a gustare. Questa
volta, però, e viceversa, sono proprio loro che ci aiutano a comprendere
l’intelligenza e la fede del Cardinale, attento all’umano perché
liberamente obbediente solo a Colui che è la Verità.
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