Il nostro appuntamento settimanale continua, cambiando forma. Invece di berci tutti e 4 gli shot in una volta sola, faremo un doppio giro ogni martedì, per avere dei flash aggiuntivi su alcuni temi che ci coinvolgono direttamente come credenti e non. Buoni, corti, colorati come shot.
Lo shot giallo segna il primo martedì: sarà una piccola riflessione o questione di tema misto, liturgico-ecclesiastico-morale,...
Lo shot azzurro tratterà della Beata Vergine Maria e verrà il martedì successivo al giallo.
Lo shot verde sarà la bussola rappresentata da qualche nostro amico già in Cielo che ci invita a seguire le orme di Cristo come egli stesso ha fatto, con la (verde)speranza di incontrarlo in Paradiso insieme al Capo, la settimana successiva al precedente.
Lo shot rosso concluderà tutto con un bel testo - testimonianza pensata e ragionata da parte di chi qualcosa ci capiva (qualcuno con la testa sulle spalle, insomma).
UNA EPIFANIA IN TRE
Abbiamo appena festeggiato domenica scorsa l’Epifania di Nostro Signore. Il termine deriva dal greco, a testimonianza della nascita in Oriente di tale festività, e significa “manifestazione, rivelazione”. I latini la chiamavano apparitio o festivitas declarationis.
Cristo si rivela, appare, si manifesta, si dichiara come Dio.
Che lì ci fosse un bambino era chiaro a tutti. Ma che lì ci fosse Dio stesso, il Salvatore, i Magi lo capirono per i segni straordinari che accompagnarono il loro viaggio, quando vennero ad adorare il Salvatore appena nato grazie alla guida della stella.
Questa solennità è molto importante, perché Gesù rivela la sua divinità alle genti, cioè chiama alla salvezza tutti, anche i non ebrei. E questa è una cosa straordinaria, cui noi forse ci siamo un po' assuefatti. Ma senza questa decisione di Dio, di rivelarsi anche ai non ebrei, ai gentili, alle gentes, oggi noi non saremmo qui a parlare di Lui, a stare con Lui, ad amare Lui.
Ma questo, di fatto, non ci dice nulla di nuovo, lo ascoltiamo ogni 6 gennaio. Ma il Martirologio Romano, ovvero l’elenco delle feste, delle commemorazioni e dei Santi del calendario, aggiunge qualcosa di altro: “solennità dell’Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l’acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria”.
L’Epifania, dunque, non si esaurisce con l’adorazione dei Magi d’Oriente, ma è un’unica grande festa in tre momenti distinti: il primo lo ricordiamo con solennità il 6 gennaio, gli altri due nella domenica dopo l’Epifania (13 gennaio quest’anno) con il Battesimo di Gesù e nella II Domenica del Tempo Ordinario (20 gennaio) con il Vangelo delle Nozze di Cana, primo segno di Cristo.
Che cosa ci dice questo?
Ci dice che Cristo è venuto per tutti, Dio non è di un gruppo, di un elite, di una lobby, di un manipolo di persone, anche ben intenzionate. Cristo è venuto per tutti, ha salvato tutti, si manifesta fin da subito come Dio a tutti.
Prima alle genti pagane, con i Magi; poi ai Giudei, con il Battesimo nelle acque del fiume Giordano per mano del cugino Giovanni Battista; infine, ai discepoli con la tramutazione dell’acqua nelle giare in vino al matrimonio in Cana di Galilea.
Tutto ciò riassunto dall’antichissimo inno di Sedulio, autore del V secolo, che tratta del Natale fino all’Epifania, incluso oggi nella liturgia delle ore, A solis ortus cardine. La parte finale, cantata proprio in questi giorni, riguarda il nostro tema:
Hostis Heródes ímpie,
Christum veníre quid times?
Non éripit mortália
qui regna dat cæléstia.
Ibant magi, qua vénerant
stellam sequéntes præviam,
lumen requírunt lúmine,
Deum faténtur múnere.
Lavácra puri gúrgitis
cæléstis Agnus áttigit;
peccáta quæ non détulit
nos abluéndo sústulit.
Novum genus poténtiæ:
aquæ rubéscunt hýdriæ,
vinúmque iussa fúndere
mutávit unda oríginem.
Le prime due quartine (Hostis Heròdes… faténtur mùnere) riguardano l’episodio dei Magi: ci si rivolge ad Erode, il re che teme Cristo che viene, poiché teme di perdere il potere umano. Ma Cristo da i regni celesti, il Regno celeste, non è venuto a prendere il regno politico, ad essere presidente o re di chissà quali Stati. Sarebbe già stato dimenticato o non ci direbbe assolutamente nulla più, come tutti i re di questo mondo. La seconda quartina ci descrive il viaggio di queste figure che seguono la stella fino al luogo dove c’è il Bambino, cercando la Luce nella luce del fenomeno celeste.
La terza quartina (Lavácra puri gùrgitis), invece, ci parla del Battesimo di Gesù: l’Agnello di Dio si immerge nelle acque del Giordano, si fa peccato per noi, Lui che non ci accusa, ma viene a salvarci e a lavarci da tutte le nostre colpe.
Infine, l’ultima quartina (Novum genus poténtiae) descrive che, grazie all’esecuzione dell’ordine di Cristo di versare l’acqua nelle giare, quest’ultima divenne rossa, cioè vino, mutando tipo di bevanda.
In definitiva, Cristo ci salva tutti, la Redenzione è per tutti. Ciò però non vuol dire che è automatica la salvezza: richiede il nostro “sì” ogni giorno per poter fruttificare nella nostra vita. Ciò che potenzialmente è per tutti, deve essere fatto nostro con la libertà vera che ci è stata donata.
Per approfondire:
La Sacra Bibbia: http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM
Catechismo della Chiesa Cattolica: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm.
Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica: http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html.
Vita dei Santi: http://www.santiebeati.it/.
Santo Rosario: http://www.vatican.va/special/rosary/documents/misteri.html
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