Quando ci si occupa di qualcosa da moltissimi anni, si pensa di aver accumulato una vasta conoscenza sull’argomento in questione. In effetti si sono lette decine di migliaia di pagine e fatta molta esperienza. Ma quando ci si occupa di cose accadute molti secoli addietro, bisogna sempre mantenere un attitudine di sano realismo e non avere un atteggiamento alla Ranke, il grande storico tedesco che pensava che la storia può ricostruire effettivamente quello che è accaduto. Penso che ciò a cui si deve puntare sia una plausibile versione di quello che potrebbe essere accaduto basandosi su fonti multiple.
Quando parliamo delle origini del canto liturgico cristiano, dobbiamo fare nostro questo atteggiamento di grande prudenza, in quanto quello che certe tradizioni ci hanno tramandato come assolutamente affidabile, potrebbe alla luce dell’investigazione storica, non esserlo. Si prenda per esempio la definizione del canto liturgico come “canto gregoriano”, in onore del grande papa Gregorio I, che avrebbe avuto un ruolo attivo nella costituzione di questo repertorio. In realtà gli studiosi credono essere questa essere una attribuzione senza fondamento reale. E ci sono altri esempi.
Il Cristianesimo nasce in un periodo storico complesso, nasce fra un popolo sottomesso, ma un popolo con una grande fede in Dio. Un Dio che in vari modi si era manifestato al popolo ebraico, che gli dava un culto spesso di grande solennità. Non tenere conto del contesto ebraico potrebbe essere un grande errore quando si parla del canto liturgico cristiano, anche se pure qui gli studiosi non sono propriamente sicuri di come questa influenza sia venuta ad essere. Ma credo ci possano essere pochi dubbi sul fatto che l’influenza c’è stata. Allora cercheremo di capire un poco meglio come poteva essere l’ambiente musicale e liturgico dell’ebraismo intorno al primo secolo dell’era cristiana.
Pubblicato il 05 ottobre 2018
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